Il Festival Laceno d’Oro premia i grandi del cinema internazionale d’autore, con un evento dedicato a film di ispirazione neorealista.
Il Festival del Cinema “Laceno d’Oro”, nato da un’intuizione di due grandi intellettuali irpini, Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, che coinvolsero nel loro sogno il grande Pier Paolo Pasolini, è stato tra e prime rassegne dedicate al cinema del reale, ispirato a quel neorealismo che negli anni ’60 espresse lo spirito più autentico del popolo italiano, aprendo varchi nella cultura cinematografica internazionale.
L’evento si svolge ad Avellino, ormai dal lontano 1959, uno dei più antichi e importanti eventi legati al mondo del cinema in Italia.
Le origini del Festival del Cinema a Bagnoli Irpino
Con le prime edizioni che si svolgevano in un posto tanto suggestivo quanto surreale, l’altopiano del Laceno, nel territorio di Bagnoli Irpino, il Festival del cinema Laceno d’Oro contribuì a raccontare storie, far conoscere volti e soprattutto dare voce a cineasti, registi, attori che proprio partendo da un angolo poco noto della provincia meridionale mossero i primi passi verso carriere scintillanti e pluripremiate.
Alcuni futuri Maestri del cinema mondiale come Michelangelo Antonioni, Gillo Pontecorvo, i fratelli Taviani, Ettore Scola hanno ottenuto il loro primo riconoscimento ufficiale proprio in Irpinia, ancor prima di trionfare a Venezia e Cannes.
Promosso dalla rivista “Cinemasud”, il premio cinematografico “Laceno d’Oro” si è sempre distinto per la vocazione internazionale e l’attenzione ai problemi sociali, per aver saputo stimolare il dibattito e l’approfondimento, alla continua scoperta di il cinema “che riflette”, quello che raccoglie premi e consensi in tutto il mondo ma spesso è fuori dai circuiti della grande distribuzione.
Da Pasolini a Tinto Brass, i grandi della cultura ad Avellino
Dall’edizione del 1959 fino al 1988, il festival di Pasolini, di Marino e D’Onofrio, ma anche di Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa e Tinto Brass, assoluti protagonisti e animatori del Laceno d’Oro, si prese la scena ininterrottamente, saltando solo l’edizione del 1980 a causa del terribile terremoto che sconvolse l’Irpinia.
Dopo i primi anni al Laceno, negli anni ’70 il Festival del cinema del Neorealismo si trasferì ad Avellino e fu un incredibile laboratorio culturale per tantissimi giovani, un’opportunità di emancipazione culturale, un canale unico per conoscere il cinema d’autore ed impegnato nel civile e sociale, attraverso produzioni dei paesi dell’Est Europa, dell’India, del Vietnam, dell’America Latina e del Terzo Mondo.
Il cinema d’autore ad Avellino
Dopo un periodo di pausa, il festival è tornato in auge a partire dal 2001, grazie all’impegno del circolo di cultura cinematografica “Immaginazione”.
Nel tempo, il Festival ha assegnato il “Premio Camillo Marino alla carriera” a protagonisti assoluti della scena mondiale: Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Aurelio Grimaldi, Antonietta De Lillo, Vincenzo Marra, Ken Loach, Ken Loach, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Marco Bellocchio, Laurent Cantet, Paolo e Vittorio Taviani, Olivier Assayas, Zhang-Ke Jia.
Laceno d’oro International Film Festival 2022
Per l’edizione 2022 del Festival, in programma dall’1 all’8 dicembre 2022 ad Avellino, il premio alla carriera è stato attribuito al regista russo Alexandr Sokurov.
Il regista, Leone d’Oro con Faust nel 2011, ritirerà il prestigioso riconoscimento giovedì 8 dicembre 2022 durante la cerimonia di premiazione (Cinema Partenio – ore 19,30) dei vincitori dei tre concorsi, di cui due internazionali, “Laceno d’oro 47” e “Gli occhi sulla città”, e uno dedicato al territorio, “Spazio Campania” con Peppino Mazzotta presidente di giuria.
Al termine della premiazione Sokurov presenterà in anteprima mondiale il Director’s Cut del film Alexandra sulla guerra in Cecenia. Al regista e alla sua cinematografia è stata dedicata una retrospettiva di tre film: l’anteprima di Fairytale, presentato all’ultimo festival di Locarno, un’opera sulla storia e sulla follia del potere tra animazioni digitali e materiali di repertorio, al cinema dal 22 dicembre distribuito da Academy Two, Arca russa (2002) e Francofonia (2015 – Academy Two).