Alfonso Perugini è un avellinese di 32 anni, che ha nel sangue un’unica missione: aiutare il prossimo e le persone più disagiate. Alfonso, dopo una lunga esperienza in diversi paesi, dalla Tanzania alla Sierra Leone, tra qualche giorno partirà di nuovo con destinazione Sud Sudan al fianco di “Medici con l’Africa Cuamm“.
Il Sud Sudan, il più giovane Stato del mondo – indipendente dal Sudan solo dal 2011 – risente ancora oggi di tensioni interne, dovute alle rivalità etniche e politiche tra la fazione del presidente Salva Kiir e quella del suo ex vice presidente Riek Machar. In questo contesto, il Paese sta attraversando un’emergenza legata alla fame e agli spostamenti delle persone in fuga dagli scontri.
Nonostante questi problemi, Medici con l’Africa Cuamm continua a portare assistenza sanitaria alla popolazione locale.
In questo sua nuova missione sarà accompagnato da Giada Corona, 31 anni nata a Cagliari, ma trapiantata a Verona fin da bambina, fanno la scelta della cooperazione allo sviluppo come coppia e il prossimo 12 marzo partono alla volta del Sud Sudan.
Saranno impegnati, per almeno un anno, a Juba, in capitale, per quello che è un lavoro nascosto ma indispensabile, perché gli aiuti arrivino davvero lì dove servono.
Alfonso si occuperà della gestione amministrativa di tutti i progetti del Cuamm in Sud Sudan; Giada, invece, affiancherà il responsabile paese nella gestione complessiva dell’intervento in un fronte così caldo ed emergenziale come il Sud Sudan.
Dopo aver fatto entrambi il servizio civile in Tanzania, nel 2012, anno dell’inizio della loro storia come coppia, hanno continuato a lavorare in Africa, Alfonso in Sud Sudan, in Sierra Leone e in Tanzania; Giada in Tanzania. Oggi ripartono consapevoli della loro scelta:
«Sono già stato in Sud Sudan e so cosa mi aspetta –afferma Alfonso Perugini -. Di certo le condizioni difficili, come la mancanza di sicurezza e le fatiche che avremo, sono compensate dalle cose positive, dalla possibilità di crescere professionalmente, dall’incontro con un popolo e una cultura così diversa dalla nostra».
E continua: «I sud sudanesi sono un popolo molto duro, da sempre vivono in guerra; lì questioni che potrebbero essere risolte i 5 minuti, magari ci impiegano 5 giorni… però non ci sono persone così arrabbiate e nervose come qui in Italia».
E Giada riprende: «Quello che serve è una grande pazienza e la massima flessibilità. È una scelta che noi abbiamo fatto in modo consapevole, perché quando siamo lontani dall’Africa per qualche settimana, già ci manca. È come una seconda casa. Non è facile, è molto complesso vivere lì, però è piacevole e ti riempie».
Medici con l’Africa Cuamm
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti.
Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con oltre 1.600 operatori sia europei che africani; appoggia 19 ospedali, 45 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 1 università (in Mozambico).
PRIMA LE MAMME E I BAMBINI. 1000 DI QUESTI GIORNI
L’attenzione per la salute materno-infantile è una costante per Medici con l’Africa Cuamm, che nei sette paesi in cui è presente in Africa (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) porta avanti il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, puntando a garantire il parto assistito a 320.000 donne e l’assistenza nutrizionale per loro e i loro bambini nel periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei figli, mettendo in trattamento 60.000 i bambini malnutriti.
Sono 5 gli anni di intervento previsti (dal 2017 al 2021), 10 gli ospedali e i distretti di riferimento coinvolti, per un bacino di utenza di 3.000.000 di persone e un impegno economico di 15.000.000 di euro, in parte sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona, Compagnia di San Paolo, ma anche da donatori privati grandi e piccoli.
È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org.
Con 40 euro è possibile garantire il parto assistito, con 150 euro si può garantire a un bambino il trattamento completo contro la malnutrizione.