Scopri il limoncello IGP, un simbolo della cultura e della tradizione della costiera sorrentina.

Con il suo sapore inconfondibile, con le sue sfumature di colore che ricordano i limoni da cui è ricavato, il limoncello non è una semplice bevanda. In un bicchierino di limoncello, infatti, sono racchiuse cultura e tradizione ma anche tutta la bellezza dei limoneti che si affacciano sul golfo di Sorrento.

Sì, perché proprio nella città cantata da Caruso si produce ad arte il limoncello secondo un processo artigianale tramandato da secoli.

Limoncello: le origini e la materia prima

Si racconta che le origini del limoncello siano avvolte da miti e leggende. Per scoprirle bisogna andare indietro nel tempo fino ai tempi dei Saraceni quando i marinai lo adoperavano per combattere il freddo. La ricetta originale, però, sarebbe attribuita alle famiglie nobili che vivevano tra la costa d’Amalfi e quella di Sorrento nei primi del ‘900. Costoro lo offrivano ai propri ospiti non facendolo mai mancare, come simbolo di ospitalità.

Alcuni, però, ritengono che la ricetta originale sia nata in un monastero ad opera di frati che, tra una preghiera e l’altra avevano bisogno di rinfrancarsi. Probabilmente, le origini della ricetta non le conosceremo mai ma, ad oggi, si sa che il processo di produzione originale resta ancora vivo a Sorrento e ha varcato le soglie dei confini internazionali.

Il limoncello di Sorrento IGP (Identificazione Geografica Protetta), infatti, per essere tale, deve essere prodotto in uno dei territori del Golfo di Sorrento e quindi comprendendo anche Vico Equense e Capri.

La materia prima è fondamentale: si tratta dei limoni dalla buccia spessa e profumata che, sin dall’epoca degli Antichi Romani, vengono coltivati nella zona. Questi devono essere coltivati rigorosamente protetti dagli agenti atmosferici e sorretti da pali di castagno. Inoltre, la raccolta deve avvenire manualmente tra febbraio ed ottobre.

Limoncello fatto in casa.
Limoncello fatto in casa. Foto Agendaonline.it

Il processo di produzione

La lavorazione artigianale resiste in molte delle piccole aziende che producono il limoncello di Sorrento IGP e prevede il lavaggio accurato dei limoni e la successiva sbucciatura. La polpa viene separata dalla buccia mentre la parte bianca va rimossa. Le bucce vengono poste in infusione nell’alcol puro e resteranno a macerare per un periodo variabile che va da alcuni giorni a settimane.

Grazie a questo processo, le bucce trasferiscono i loro oli essenziali e gli aromi al liquido alcolico. Quando la macerazione sarà ultimata, l’infuso va mescolato insieme a zucchero ed acqua che, a seconda della ricetta, sono variabili nelle quantità.

L’importante è che l’intensità dell’aroma e la dolcezza siano bilanciate tra di loro. Alla fine, il liquido ottenuto verrà filtrato per rimuovere i residui. A questo punto, si otterrà il limoncello che, una volta imbottigliato deve essere lasciato a riposo per circa un mese prima di essere consumato. Lo scopo di questo periodo di riposo è che tutti i sapori si amalgamino tra loro.

L’oro di Sorrento ed il legame con il territorio

Sono tanti i posti lungo la Costiera Sorrentina dove poter gustare ed acquistare il limoncello IGP attorno al quale ruota anche l’indotto del turismo. Sono tantissimi i turisti che desiderano essere condotti attraverso gli agrumeti e alla scoperta dei processi di produzione tradizionale.

Si può prenotare il proprio tour rivolgendosi al proprio tour operator di fiducia oppure, una volta sul posto, al proprio albergatore. Una rapida ricerca online ti potrebbe servire per poter consultare pagine di recensioni come, ad esempio, Trip Advisor.

Non manca la degustazione finale, una parte integrante del tour dei Limoni che serve anche a far comprendere al visitatore quanto il limoncello sia un liquore legato a momenti festivi, di convivialità e di tradizione.

Anche il semplice processo di preparazione del liquore con la ricetta che viene tramandata da famiglia in famiglia, con varianti e segreti, rappresenta un momento di unione unico.

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