Due giovani intellettuali irpini e quella caparbietà di dare forma ai propri sogni e alle proprie passioni.
Corre l’anno 1959: Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio dalle pagine della rivista Cinemasud lanciano, sostenuti dal nume tutelare Pier Paolo Pasolini, il premio cinematografico intitolato Laceno d’oro, un premio nato per valorizzare dal punto di vista turistico l’altopiano del Laceno e proporsi come un riconoscimento per le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo.
Da quell’anno, sino al 1988, si susseguirono ventotto edizioni e solo nell’80 il terremoto riuscì a impedirne la realizzazione.
Dopo gli inizi bagnolesi, il Laceno d’oro si trasferì ad Avellino e nell’immediato circondario, dove visse, nella seconda metà degli anni ’60 e nei primi anni ’70, il suo periodo più bello.
Sarebbe difficile capire la contestazione studentesca in Irpinia senza tener conto di questa presenza significativa e feconda che fu per centinaia di giovani autentica fucina di crescita culturale, l’occasione per aprirsi all’universo dell’autonomia di pensiero e della emancipazione intellettuale.
Imparando a conoscere il cinema di impegno civile e sociale, la produzione dei paesi dell’Est europeo, dell’Oriente indiano e vietnamita, dell’America Latina, del Terzo Mondo.
Il “Laceno d’oro”, da allora, cominciò a identificarsi definitivamente come una “Rassegna cinematografica” caratterizzata da interessanti dibattiti alla fine di ogni proiezione.
Della Giuria fecero parte nomi di spicco nel mondo giornalistico, cinematografico e letterario: oltre a Pier Paolo Pasolini, Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa, Tinto Brass e tanti cineasti e intellettuali di prestigio.
A essere premiati, per le loro opere, furono artisti già affermati ma, più spesso, registi esordienti e attori giovani: alcuni futuri maestri del cinema mondiale (Antonioni, Pontecorvo, i fratelli Taviani, Scola) ottennero in Irpinia, prima che a Venezia e a Cannes, il loro primo riconoscimento ufficiale.
Dopo la morte di Camillo Marino, nel 2001 il Circolo ImmaginAzione, diretto da Antonio Spagnuolo, attivo in città per la promozione della cultura cinematografica, decise di istituire un premio dedicato alla memoria dell’intellettuale avellinese.
“L’idea nacque nel corso di una edizione di Cinema in Piazza Duomo: assessore alla Cultura del comune di Avellino era Mariella Barra – racconta Antonio Spagnuolo -. Il primo anno fu premiato Ettore Scola che, per l’occasione, tornò in città a distanza di anni. L’anno successivo toccò a Gillo Pontecorvo ricevere il premio”.
er l’anno prossimo abbiamo già in mente diverse idee e novità che speriamo di poter realizzare”.