Aprire una partita Iva può essere difficile all’inizio, portando numerose preoccupazioni, dubbi e incertezze. Uno dei primi è legato alla tipologia necessaria in relazione alla propria professione, essendocene davvero molte e ciascuna con un codice Ateco diverso.
Bisogna poi conoscere con attenzione tutti i passaggi utili, come ad esempio i costi di apertura, quelli di mantenimento e come deve essere gestita la fatturazione elettronica in regime forfettario o ordinario.
In questa guida, forniremo tutte le informazioni necessarie a chi desidera o deve aprire partita Iva come agente di commercio, così da eliminare ogni dubbio in merito a questa categoria.
Quale professione è considerata “agente di commercio”
La figura dell’agente di commercio è centrale nel contesto aziendale, rappresentando un libero professionista incaricato da una o più imprese di facilitare la conclusione di contratti commerciali nelle zone loro assegnate.
La sua missione essenziale è quindi individuare nuovi clienti e promuovere le vendite dei prodotti della “ditta mandante”. A differenza di un fisso mensile, la maggior parte dei suoi guadagni deriva dalle percentuali sulle vendite effettuate.
È un rapporto contrattuale che viene formalizzato nel “Contratto di mandato di rappresentanza commerciale”, un documento che dettaglia diritti e doveri reciproci, sia dell’agente che dell’azienda.
Questi possono poi essere mono o plurimandatari, a seconda se operano esclusivamente per un’azienda o per più aziende contemporaneamente.
È importante, inoltre, distinguere l’agente di commercio dal procacciatore d’affari: mentre entrambi promuovono prodotti o servizi, il primo ha un contratto ufficiale, a differenza del procacciatore.
Questa distinzione e la conoscenza approfondita della propria professione è importante nell’ambito dei codici Ateco, per riuscire a individuare quello più indicato. Si tratta di codici numerici che identificano le varie attività, e per un agente di commercio, è fondamentale selezionare quello più pertinente.
Ad esempio, se ci si occupa di materiali da costruzione, il codice giusto è 46.13.02, mentre per rappresentanti di articoli casalinghi è 46.15.03.
La precisione nella scelta di questi codici è determinante per la corretta categorizzazione dell’attività durante la procedura di apertura della Partita Iva, per questo è fondamentale rivolgersi al proprio commercialista per non commettere errori.
Quali sono i requisiti per aprire partita iva come agente di commercio
Per intraprendere la strada dell’agente di commercio e aprire una Partita Iva, è fondamentale comprendere i requisiti che ne disciplinano l’esercizio, i quali si dividono in morali e professionali.
Dal punto di vista morale, l’aspirante agente di commercio deve garantire di non essere stato interdetto o inabilitato, né condannato per specifici delitti, tra cui quelli contro la pubblica amministrazione e l’industria. Inoltre, non deve essere soggetto a misure di prevenzione contro la delinquenza mafiosa.
Riguardo ai requisiti professionali, le opzioni sono molteplici: possedere un diploma di scuola secondaria di secondo grado in ambito commerciale, una laurea in discipline economiche o giuridiche, o accumulare almeno due anni di esperienza lavorativa nelle vendite, con mansioni direttive o come coadiuvante.
Un corso di formazione, riconosciuto da enti autorizzati, con superamento di un esame finale, rappresenta un altro percorso valido. È quindi cruciale individuare il percorso più adatto alle proprie competenze e aspirazioni.
Costi di apertura e gestione della partita iva per agente di commercio
Affrontare l’apertura della Partita Iva come agente di commercio comporta una serie di costi che è essenziale considerare attentamente. In primo luogo, l’iscrizione al Registro Imprese richiede diritti di segreteria, spese istruttorie e bolli, quantificabili approssimativamente in circa 100 euro.
L’agente di commercio deve successivamente iscriversi obbligatoriamente alla Gestione Commercianti dell’Inps, con contributi fissi da versare in quattro rate trimestrali. Superando il reddito minimo stabilito annualmente dall’Inps, si aggiungono poi contributi percentuali sulla parte eccedente tale soglia.
È importante sottolineare che entro 30 giorni dal conferimento del contratto di agenzia, l’impresa è tenuta a iscrivere l’agente all’Enasarco, con relativo versamento delle quote a carico dell’agente. Questa doppia iscrizione è essenziale, ed eventuali mancanze comportano sanzioni a carico dell’impresa mandante.
Nel panorama fiscale, l’agente di commercio può godere del regime forfettario, che implica il pagamento di un’unica imposta fissa al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività e al sussistere di determinate condizioni.
È cruciale comprendere che l’apertura della Partita Iva, sebbene gratuita in termini di registrazione, richiede anche ulteriori adempimenti quali l’iscrizione in Camera di Commercio, l’affiliazione all’Inps Artigiani e Commercianti, e la presentazione della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).
Tutti questi passaggi, pur essendo necessari, comportano un impegno amministrativo considerevole, ed è per questo che viene suggerita l’opportunità di una consulenza professionale per un avvio aziendale senza intoppi.
In conclusione
L’apertura della partita Iva come agente di commercio è un passo significativo verso un’attività imprenditoriale gratificante, ma richiede una comprensione approfondita di vari aspetti.
È quindi importante conoscere quali sono i requisiti morali e professionali, i costi associati e l’importanza della contribuzione INPS. Un agente di commercio ben gestito può ottenere notevoli successi economici, ma è essenziale affrontare accuratamente la complessità della procedura.
La chiave per una gestione ottimale risiede quindi nella conoscenza dettagliata, in particolare per affrontare con successo la fatturazione elettronica in regime forfettario, un punto focale dell’attività.
Per un avvio senza intoppi, è in conclusione consigliabile considerare la consulenza professionale, garantendo una comprensione completa delle scelte migliori e delle pratiche aziendali.