Palazzo Cucciniello Avellino
di Barbara Matetich
Palazzo Cucciniello ha una posizione caratteristica e singolare proprio accanto alla Torre dell’Orologio, che insiste infatti sul suo giardino pensile ed accanto a tutte le altre strutture che si innalzano sulla collina della Terra, strette una all’altra e digradanti verso la piazza Centrale (attualmente piazza Amendola) di cui costituiscono uno scorcio prospettico di grande effetto per chi guarda da piazza Libertà.
I suoi prospetti principali sono semplici e lineari, quasi dimessi; uno affaccia sulla piazza e l’altro su Salita Orologio. In quest’ultimo lato dell’edificio era sito, molto probabilmente, l’antico convento dei Benedettini, la cui individuazione ha appassionato, tormentato e contrapposto tutti gli studiosi della storia della città.
Al convento si accedeva infatti da un ingresso principale sito in vicolo Benedettini e da un ingresso secondario che dava sulla stradina detta Porta.
Da tale ingresso si accedeva anche al Cimitero del Convento che doveva trovarsi in un locale sotterraneo dell’edificio, dove nel corso degli scavi effettuati nel 1966 sono stati rinvenuti degli scheletri disposti uno di fronte all’altro, secondo l’abitudine delle comunità monastiche.
Col tempo l’intera proprietà passò a dei privati cittadini ed il Comune acquistò il diritto di passaggio per provvedere alla manutenzione dell’orologio della Torre.
Poiché l’intero complesso si svolgeva su più livelli ed era servito da vari ingressi, finì col frazionarsi in seguito ad atti di successione ed operazioni di vendita. L’edifico, che era in un primo momento di proprietà dei Galasso, passò poi nel 1884 agli eredi del Canonico Pietro Vincenzo Del Gaudio e dopo alterne e complesse vicende notarili, nel 1896 andò a Raffaele Cucciniello.
Il palazzo, che ha senz’altro subito nel corso degli anni qualche inevitabile alterazione, è stato sottoposto alla tutela della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. ed accuratamente restaurato dopo il terremoto del 23 novembre del 1980.
Esso continua così a fare da sfondo alla Torre dell’Orologio e a mettere in evidenza, nel groviglio delle costruzioni circostanti, il suo piano più alto dove c’è un’ampia terrazza cinta da una balaustra in ferro battuto e piccole colonne di pietra. Terrazza che è stata sempre una delle note particolari dell’edificio e che troviamo ampiamente descritta in una perizia del 1892: "loggiato con piano a quadroni di argilla con ringhiera nel fronte ed a finestra tramezzata da tre colonne di pietra concia e soglia calcarea fra queste ove la ringhiera poggia".