Palazzo Carulli Avellino

di Andrea Massaro

All’inizio dell’Ottocento il Viale dei Pioppi è una strada disabitata.

Oltre all’edificio della Prefettura spicca la locanda di Don Girolamo Testa, trasformata a Padiglione Militare e poi Caserma dei Carabinieri.

Pi?oltre, saranno costruiti, il Carcere ed il Convitto, entrambi nel 1831 e dirimpetto l’Orto Botanico, poi Villa Comunale. I palazzi sono rari. Prima del Convitto vi  è il casamento di Don Sebastiano Padula e la locanda di Don Saverio Marotta.

Nel 1810 l’Intendente Mazas demolisce Porta Napoli e Porta Puglia e la città incomincia ad espandersi lungo Viale dei Pioppi. Su questo percorso iniziano a costruirsi i primi palazzi. Don Nicola Tecce, proviene da San Potito Ultra ed è rappresentante di una famiglia del piccolo centro. Ha sposato Donna Fulvia Laudisio. Oltre ai Tecce di San Potito in città si porta un altro Tecce, Errico Gennaro (1840-1926), proveniente da Castelfranci, medico per lunghi anni presso l’Ospedale di Avellino.

I Tecce di Castelfranci hanno due palazzi al Corso. Uno piccolo, demolito, tra l’attuale Palazzo che fa angolo a Via Matteotti e Palazzo Trevisani e l’altro più avanti, dove un tempo vi era la locanda di “Vrennacotta”. Nel corso degli anni sorgono ancora molti palazzi: de Conciliis, Barra, Tarantino, ecc. Don Sebastiano Padula (1768-1846), originario proprietario del giardino e del casamento pervenuto ai Carulli è un gentiluomo con vaste proprietà Ha sposato in seconde nozze Donna Teresa de Baumont (1817- 1890), nobildonna di Castelvetere, che gli sopravviver?

In precedenza il Padula, che fu per lunghi anni Consigliere dell’Intendenza di Avellino, aveva sposato Donna Mariarosa Ascione. Suo figlio, che porta lo stesso nome del padre, Sebastiano (1842-1895), è un valente architetto che vive nel palazzo di Corso Vittorio. Il Consigliere dell’Intendenza Don Sebastiano senior figura nel catasto provvisorio tra i maggiori proprietari terrieri, secondo ai de Conciliis, agli Imbimbo ed ai Sandulli. Dopo di lui figura Sebastiano Carulli (1777-1857), capo della famiglia che acquisterà in futuro il nostro palazzo. Don Sebastiano Carulli sarà Sindaco di Avellino nel 1816-17.
Un decennio dopo nominato alla carica di primo Eletto dello stesso Comune di Avellino chiede, nel 1827, di essere esonerato dalla predetta carica perché “possiede una vasta tenuta che forma l’assorbente del suo patrimonio e coltiva per conto proprio per cui è nella necessità di risiedere per 4-5 mesi in campagna per ritirare i prodotti di detti fondi”.

Alfonso Carulli (1828-1892), figlio di Sebastiano, sposa Michela Salvi (1829-1893), appartenente ad una famiglia che per oltre tre secoli si è occupata dell’estrazione e della lavorazione del ferro e del rame.

A metà Ottocento i Salvi si trasferiscono ad Atripalda e continuano l’attività di imprenditori. Il palazzo di Corso Vittorio Emanuele nel 1869 perviene ad un altro imprenditore, naturalizzato atripaldese: Giuseppe Turner, nato a Manchester. L’imprenditore inglese, assieme alla moglie, la londinese Enrichetta Ground, si è spostato da Sarno ad Atripalda e poi in Avellino unitamente alle sue filande che danno lavoro a molte persone.

Al Corso Vittorio, Turner vi resterà per più di due decenni. Vi farà ritorno la famiglia Carulli con Luigi (1823-1893), fratello di Alfonso, il quale sposa Michela Testa (1830-1897) e avranno 14 figli.

 L’ultimogenito, il Notaio Oreste (1872-1957) dar?lustro al casato. Sarà Vice Podestà negli anni ‘30. Il Notaio Carulli nel 1909 sposa Emma Scaroina, figlia dell’Ing. Tito (Campobasso 1834-1913), Ingegnere Capo del Genio Civile di Avellino.

L’Ingegnere Scaronia, sposò Chiara Montuori ed ebbe due figli. Alla morte di Chiara sposò in seconde nozze Caterina Filidei dalla quale ebbe altri 11 figli.

I figli di Oreste e Emma sono gli ultimi a vedere il palazzo, sempre più abbellito e danneggiato, prima dai bombardamenti del settembre 1943 e dopo dal terremoto dell’80.

DECRETO MINISTERIALE DEL VINCOLO DEL PALAZZO CARULLI
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13 -7-1985

Vista la Legge I? giugno 1939 n?1039 sulla tutela delle cose di interesse artistico storico:
Ritenuto che il Palazzo sito al Corso Vittorio Emanuele n.c. 182- PALAZZO CARULLI- sito in Avellino, segnato in catasto al F.37 p.ta 73 p.lla 127/1 - confinante a nord con p.lla 133 e a Est con Via Dante, a Sud con il Corso Vittorio Emanuele e a ovest con p.lla 302.
-L’interno particolarmente importante ai sensi della citata legge perché fa parte della cortina prospicente C.V.E. , asse di formazione inizio Ottocento, d’importanza fondamentale per la vita economica, culturale, artistica e ambientale della citt?di Avellino, lungo il quale sono presenti gli esempi pi?eclatanti dell’architettura eclettica, umbertina e liberty avellinese.
La forma di pianta rettangolare, presenta un’ampia corte interna; i piani in elevazione sono quattro. Il prospetto principale ?fortemente segnato dall’alto portale archivoltato in pietra, con capitello finale fiancheggiando il portale sorreggono un’altra trabeazione sempre in pietra lievemente modanata. Sormonta il tutto una serie di mensole a goccia poste al di sotto dell’aggetto del balcone principale. Il piano nobile si distingue dagli altri per gli architravi dei balconi sormontati da cartocci rifiniti a stucco; solo il balcone principale presenta un timpano triangolare. L’impianto tipologico dell’edificio ?fortemente caratterizzato dal vano scala che si sviluppa sulla parete di fondo della corte; due rampe laterali smontano di volta in volta su ampi pianerottoli che prendono luce da una serie di archi a sesto di ribassato prospiciente la corte.

(Il presente Decreto ?stato impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania dai proprietari. Il T.A.R. ha accolto il ricorso ed ha annullato il vincolo del Ministero)