Bottiglie, bicchieri, buste, flaconi, dispenser, imballaggi. E’ arrivato il momento di ridurre il consumo di plastica con una buona raccolta differenziata.
Mentre il dibattito a livello mondiale non si ferma, mentre le aziende sembrano fare orecchio da mercante, mentre i cittadini la utilizzano in modo spropositato, mentre gli incivili la buttano via dove capita, mentre gli oceani se ne riempiono e gli animali ne muoiono, la plastica continua incontrastata la sua corsa verso il disastro.
Ambientale, questo è il primo e vero problema.
Moriremo seppelliti dalla plastica: teoria apocalittica? Non proprio, stando alle statistiche di produzione e consumo, e stando agli allarmanti dati relativi all’errato smaltimento della stessa.
Ora il concetto è: si può fare a meno della plastica?
Si spera in un futuro molto prossimo, ma attualmente il discorso è ancora prematuro. Sfogliando riviste di settore e non, ascoltando dibattiti televisivi e interviste a esperti e ricercatori da tutto il mondo il pensiero verso questa direzione c’è e si immaginano strade alternative percorribili.
Ma effettivamente siamo talmente sommersi dalla plastica che, se pure se ne troverà la formula sostituta, ne passerà ancora di tempo.
Si può ridurre il consumo di plastica? Questa sì che potrebbe essere la chiave. Cercando, ognuno nel proprio piccolo, di produrne meno.
Quando si parla di questi argomenti tanto “universali” spesso si finisce per parlare solo delle problematiche più rilevanti.
Con i fatti di maggiore impatto mediatico e di maggiore gravità che, a buona ragione, fanno il giro del mondo. Ma se pensiamo anche al nostro piccolo, alla goccia di quell’oceano pieno di plastica, magari iniziando a fare critica partendo da noi stessi?
Le norme relative alla raccolta differenziata dei rifiuti nelle città italiane hanno fatto prepotentemente tornare in auge anche il tema della plastica. Forse perché ora le discariche abusive a cielo aperto sono ancora più evidenti.
Forse perché, con l’unico giorno settimanale di consegna, ci si è resi maggiormente conto di quanta plastica viene prodotta.
E così, bustone voluminoso alla mano, ci si reca verso il determinato carrellato pensando tra sé e sé “ma che rottura di scatole tutta questa plastica”…perché?
Soprattutto perché è ingombrante: in casa da depositare e accumulare, nelle buste da trasportare.
C’è poi chi viene assalito dai sensi di colpa sul “quanta plastica produco, chi se ne era reso conto…ma quanto sto inquinando e non me ne accorgevo!”.
Sicuramente il tema ecologico è valido sia a livello macro sia a livello micro, anzi è proprio dal micro che prende il via ogni situazione più grande.
C’è ancora chi si chiede “posso farne a meno? O non c’è soluzione?”.
Se la soluzione drastica di eliminare i rifiuti plastici non esiste, ci sono alcune soluzioni che possono ridurli sensibilmente.
Le possibili soluzioni.
Alcune buone abitudini possono essere ridurre il consumo di piatti, bicchieri e posate di plastica oppure acquistare detersivi, detergenti e saponi alla spina.
Insomma partire dall’eliminazione (o quantomeno dalla riduzione) di alcuni oggetti inutili o sostituibili.
Oppure pensare al riciclo e al riuso di quanto è possibile fare con oggetti in plastica che troppo velocemente, e senza il minimo pensiero, finiscono nella spazzatura e che, invece, potrebbero servire a un altro impiego.
Bere acqua in bottiglia di plastica. Conviene ?
C’è poi la questione delle bottiglie. Chi ha l’abitudine di bere l’acqua imbottigliata, inoltre, si pone anche il problema del pensiero dell’acquisto, del trasporto, dell’ingombro casalingo, della spesa.
Perché continuare a consumare un’infinità di plastica quando puoi bere l’acqua di casa ?
Ed infatti in molti scelgono di bere quella del rubinetto, che purtroppo ha necessariamente anche una percentuale rilevante di residui, di calcare e di cloro.
Così come si può notare dalle incrostazioni sulla pentola dopo l’ebollizione, oppure dalla costante presenza di calcare su rubinetti e nelle tubature.
Gli impianti di filtrazione d’acqua per uso privato e uffici sono capaci di rimuovere cloro residuo, sapori e odori sgradevoli e trattenere impurità di dimensioni fino a 0,5 µm.
Sistemi come questo, che si stanno facendo strada nel panorama mondiale, consentono in maniera molto semplice di lavorare nella direzione del risparmio di consumo di bottiglie di plastica, depurando l’acqua comunale e rendendola dolce e leggera.
Piacevole e sicura da bere, economicamente conveniente e dalla parte del Pianeta.
Insomma, se la gente si lamenta della troppa plastica qualche soluzione è pur necessario trovarla.
E, pensandoci bene, con un po’ di attenzione, non tarda ad arrivare e non è difficile da attuare.