La provincia di Avellino porta in tavola prodotti tipici e piatti della tradizione apprezzati, ricercati e genuini. Scopri quali gustare.
L’Irpinia a tavola non si fa e non ti fa mancare nulla. Il turismo enogastronomico in provincia di Avellino non teme confronti con altre zone d’Italia.
Il tartufo nero di Bagnoli, ma anche la minestra maritata, il caciocavallo o il carmasciano e le cannazze di Calitri, ma anche i fagioli di Volturara e poi carne rossa, funghi, castagnaccio e ben 3 vini DOCG.
Genuinità dei prodotti, sapienza nella preparazione delle ricette, lunga tradizione nella fabbricazione dei prodotti tipici, esperienza contadina e capacità culinarie.
In questo tour virtuale sulle tavole d’Irpinia, partiamo dal capoluogo, dove i piatti tipici per eccellenza sono due: Fusilli avellinesi e cicci di Santa Lucia.
I fusilli avellinesi.
I fusilli avellinesi è un formato di pasta tipico la cui preparazione si tramanda da generazioni nella città di Avellino e hinterland.
L’abbinamento più classico è con il ragù, preparato secondo la ricetta tradizionale mutuata dalla vicina Napoli, ma non di rado il sugo che accompagna il fusillo avellinese può essere meno impegnativo e laborioso, utilizzando e quindi facendo cuocere di meno, i pomodori “a pacchetelle”.
Molti ristoranti propongono i fusilli avellinesi al ragù, tra cui i due locali più antichi, Il Valleverde Zi Pasqualina di Atripalda e Martella nel centro storico di Avellino.
I Cicci di Santa Lucia
I cicci di Santa Lucia sono un piatto tipico del periodo invernale, e particolarmente del giorno di ricorrenza della Santa. Consistono in una zuppa a base di ceci, farro, grano, insaporita da pezzi di peperone all’aceto, la pepaina o pepaccella. Sono numerosi i ristoranti che sul fare del mese di dicembre propongono questa portata di specifica stagionalità.
Il Tartufo nero di Bagnoli Irpino
In uno dei luoghi più belli della provincia di Avellino, alle pendici del Laceno, la montagna ed i boschi offrono due prelibatezze supreme.
Si tratta del Tartufo Nero di Bagnoli Irpino e della Castagna di Montella.
Alla pepita nera è dedicata una mostra mercato, proprio a Bagnoli che richiama decine di migliaia di visitatori e buongustai da ogni parte d’Italia.
Si svolge, solitamente, nell’ultima settimana di ottobre ed è possibile gustare numerosi piatti a base di tartufo, dalla insalata di tartufo, il modo migliore per apprezzarne profumo e sapore, alla pasta fatta in casa con il sugo al tartufo e finanche distillati e grappe a base di tartufo.
In zona, ed in particolare al Lago Laceno, quasi tutti i ristoranti presenti garantiscono per quasi tutto l’anno un menù con numerose portate a base di tartufo.
Ottimo, anche l’uovo fritto al tartufo.
La Castagna di Montella
A pochi chilometri, da Bagnoli, si può invece apprezzare la Castagna di Montella, altra produzione tipica della zona del Terminio-Cervialto.
Considerata una delle migliori castagne d’Italia, la Castagna di Montella viene proposta solitamente “nature”, oppure come caldarrosta, ma anche trasformata per dare vita al prelibato Castagnaccio, dolce arricchito di cioccolato ed altri aromi.
Le cannazze di calitri
Chi non ha mai sentito parlare delle cannazze di Calitri alzi la mano? Siete tra coloro i quali non hanno mai provato le cannazze? Allora non vi resta altro da fare che mettervi in auto e raggiungere Calitri e chiederne una porzione al ristorante La Gatta Cenerentola in via Tozzoli o negli altri ristoranti della zona.
Si chiamano cannazze perchè venivano messe ad asciugare sulle canne. La preparazione della tradizione prevede l’accompagnamento con sugo classico.
Il caciocavallo di calitri
Sempre a Calitri, se siete amanti del formaggio, non dovete assolutamente perdere l’assaggio del caciocavallo, fatto stagionare in grotte dell’epoca romana.
Dal gusto deciso e con una consistente sapidità, ha un sapore persistente ed un profumo pervasivo.
Sono numerose le botteghe alimentari o anche i produttori che ne fanno vendita diretta.
Particolarmente apprezzato dalla popolazione locale il caciocavallo impiccato che generalmente si degusta su pane cafone avellinese durante feste e sagre paesane.
Il Carmasciano di Rocca San Felice
Diffidate dalle imitazioni, se vi propinano un Carmasciano a pochi euro non è Carmasciano.
Se vogliono venderlo lontano da Rocca San Felice, non è Carmasciano.
La produzione di questa prelibatezza irpina è talmente limitata che dovreste prenotarlo con un paio di anni di anticipo, o gustarlo direttamente al ristorante museo La Ripa di Rocca San Felice.
Viene proposto in tre stagionature diverse, 3, 6 e 9 mesi.
La caratteristica organolettica di questo formaggio è data dall’alimentazione delle pecore, che pascolano nei pressi della Mefite di Rocca San Felice, nella contrada Carmasciano da cui il nome del formaggio, dove il foraggio e ricoperto dalle esalazioni sulfuree..
Irpinia, altre tipicità da scoprire a tavola
Se quelle fino ad ora citate sono le tipicità più ricercate, non sono da meno i fagioli di Volturara, la cipolla ramata di Montoro, o il torrone di Grottaminarda, Dentecane ed Ospedaletto d’Alpinolo, la Maccaronara a Montemarano e zone limitrofe, succulenta pasta lunga con sugo di pomodoro.
Ad una cucina dai sapori forti non poteva mancare l’abbinamento con vini corposi ed importanti, tra cui il Docg Taurasi, il Doc Aglianico e due bianchi di tutto rispetto, anche loro Docg, come il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo.