Il panorama dei regimi alimentari è molto ricco di alternative. Una che, nel corso degli ultimi anni, ha guadagnato una grande fama è senza dubbio la dieta metabolica. Ideata dal Dottor Mauro Di Pasquale, medico canadese di origini italiane, si basa sull’alternanza tra periodi in cui si consuma una quantità notevole di proteine e lipidi con altri in cui, invece, si normalizza l’apporto di carboidrati.

Questa dieta, messa a punto all’inizio del terzo millennio, si propone di aiutare a ridurre notevolmente la massa grassa. Uno degli obiettivi di questo regime alimentare consiste nel mantenimento della massa muscolare. Inoltre, secondo il suo ideatore, aiuterebbe a dare un boost al sistema immunitario.

I principi della dieta

La dieta metabolica vede il suo manifesto nel libro The metabolic diet: the revolutionary diet that explodes the myths about carbohydrates and fats. Il volume, uscito il 1° gennaio del 2000, sottolinea come, grazie alla riduzione dell’apporto di carboidrati, sia possibile aiutare l’organismo a bruciare una maggior quantità di grassi.

Come accennato nelle righe precedenti, per la dieta metabolica la riduzione dei carboidrati non deve essere considerata costante, ma solo periodica. Per amor di precisione, si parla dell’alternanza tra fasi in cui l’apporto di questi nutrienti è normale e momenti in cui, invece, viene ridotto. Le prime sono più corte dei secondi dal punto di vista temporale.

Quando si parla della dieta metabolica, si inquadra un regime alimentare che, nel corso degli anni, è stato al centro di non poche critiche. La principale criticità a detta degli esperti di scienze dell’alimentazione riguarda il fatto che, quando lo si chiama in causa, si inquadra una dieta priva della suddivisione dei pasti giornalieri in macronutrienti che qualsiasi linea guida per l’alimentazione sana raccomanda a prescindere dal peso e dall’età.

Lo schema

Definibile come una dieta chetogenica ciclica, la dieta metabolica del Dottor Di Pasquale prevede il seguente schema:

  • Riduzione dei carboidrati per 4/5 giorni alla settimana: nel corso di questa prima fase, le linee guida prevedono che la loro assunzione giornaliera non superi i 30/50 grammi;
  • Aumento del carico glucidico durante il week end.

 Anche se lo schema originale della dieta metabolica non prevede il conteggio di calorie, se si riesce a mantenere un deficit è meglio (ovviamente si parla del meglio secondo le indicazioni del Dottor Di Pasquale).

Secondo le teorie del medico canadese, grazie a questo regime alimentare si riuscirebbe a sfruttare al meglio, nell’arco della medesima settimana, sia il metabolismo glucidico, sia quello dei grassi.

Come seguire la dieta metabolica

Iniziamo ricordando che la dieta metabolica andrebbe seguita solo dopo aver consultato il proprio dietologo di fiducia. Chiarito questo aspetto, rammentiamo che, secondo diversi esperti, prima di partire concretamente con questo regime alimentare bisognerebbe fare massimo tre giorni di dieta chetogenica pura.

Come mai? Perché, in questo modo, si riesce a settare l’organismo su una situazione all’insegna dello scarico glucidico. Per rendere il tutto ancora più efficace, si consiglia di considerare come fonti principali di carboidrati le verdure. Tra quelle più ricche dei nutrienti sopra menzionati ci sono i broccoli, ma anche la cicoria e i legumi. In tutti questi casi, c’è anche l’oggettivo pro della ricchezza in fibre, fondamentali per mantenere attivo l’intestino.

Cosa dire, invece, del periodo di carico, ossia i giorni, preferibilmente quelli del week end, nel corso dei quali si normalizza l’apporto di carboidrati? L’approccio della dieta metabolica consiglia di ascoltare molto bene i segnali che il corpo manda, così da evitare di trovarsi in una situazione in cui l’apporto di carboidrati risulta eccessivo.

Ovviamente lo schema sopra citato non va seguito alla lettera. Come sottolineato Da Di Pasquale stesso tra le pagine del suo libro, nel caso in cui, nei giorni caratterizzati da un basso apporto glucidico, si dovesse andare incontro a cali di energia, è il caso di riprendere per un breve lasso di tempo – dodici ore circa – ad assumere una quantità più alta di carboidrati.

Un esempio di menù

A questo punto, non resta che parlare di menù. In un giorno feriale all’insegna dello scarico di carboidrati, a colazione si possono assumere le uova strapazzate, a pranzo delle costine con verdure, a cena del coniglio sempre con le verdure come contorno.

La colazione di un giorno festivo può essere caratterizzata dall’assunzione di fette biscottate con marmellata. Per pranzo, invece, va benissimo della pasta con il tonno e per cena del sushi. Sia nei giorni di scarico, sia in quelli di carico è bene non dimenticare gli spuntini, che possono essere a base di frutta secca, yogurt e gallette di riso.

In collaborazione con superinformati.com