I termini sono analoghi e il significato è pressoché il medesimo: chi apre un ristorante fine dining non solo vuole offrire ai propri clienti un’esperienza elegante ed esclusiva, ma anche originale sotto molteplici punti di vista. In tal senso, dalle posate ai piatti, molto passa per la sperimentazione.
Apparecchiare è il primo passo
Avere le giuste forniture in porcellana per Ristoranti e Alberghi rappresenta il punto di partenza indispensabile per realizzare un locale fine dining, onde coniugare il lusso con la praticità. Le rifiniture non devono per forza essere dorate od ostentare ricchezza, ma ambire a dare un’idea di eleganza fine e in linea con la struttura stessa. A volte, infatti, bastano un ottimo materiale e linee essenziali, morbide e supportate da un semplice bianco per comunicare pulizia ed esclusività.
Il medesimo discorso vale per posate e cristalleria, che andranno abbinate a piatti e salsiere. Per quanto concerne le tovaglie, anche in questo caso il bianco è quasi d’obbligo, ma si possono utilizzare colori ed elementi decorativi per spezzare la continuità visiva: oro, rosso scuro e magari qualche tinta che riporti al logo stesso del ristorante, senza esagerare con il mix.
La scelta dei colori deve essere in linea persino con gli arredi e non solo con tovaglie e tovaglioli: mobilia retrò con legno a vista, in stile barocco o più moderno va inserita nel contesto garantendo la giusta atmosfera. In questo senso, grande importanza ha anche l’illuminazione, preferibilmente tenue e mai “aggressiva”.
Piatti e tradizione
I ristoranti di lusso o fine dining propongono piatti che spesso non vengono compresi appieno, se risultano eccessivamente sperimentali. Ciò necessita di una pianificazione a opera di chef esperti che possano rendere il menù davvero unico nel suo genere, ma partendo dalla tradizione.
L’inserimento di elementi esotici è ormai all’ordine del giorno, ma pure se fa parte della quotidianità, va comunque dosato come fosse un vero e proprio ingrediente. Qualora la scelta dell’impronta del proprio locale sia esattamente quella di un tour virtuale intorno al mondo, occorre prestare estrema attenzione alle componenti del piatto, che sarà frutto di ricerca ed esperienza fuori dai confini.
Appare invece più semplice reinterpretare, arricchire e magari dare quel tocco esotico a piatti che partono dalle radici nostrane. In ogni caso, l’errore da non commettere mai è quello di proporre una scelta troppo ampia e non mirata. La qualità si riscontra quasi sempre in una selezione ristretta di pietanze, che avranno quindi la particolarità di ingredienti di valore e preparazioni attente.
L’impiattamento stesso deve essere frutto di uno studio approfondito: i sapori e la bellezza fanno tutti parte dell’esperienza e vanno bilanciati perché coincidano sempre. Inutile inserire decorazioni che non aggiungono nulla al piatto o, peggio, non commestibili.
Le tecniche di cottura avanzate, la presentazione del cibo, l’abbinamento con vini di ottima qualità: tutto fa parte del fine dining, che deve lasciare emozioni in chi lo prova. D’altronde, tra le strategie di brand marketing, il passaparola risulta sempre una carta vincente. E se i clienti assaporano piatti unici e deliziosi in un ambiente altrettanto unico, lasceranno anche ottime recensioni.