Ah, le carte! Oggetti tanto comuni quanto misteriosi. Almeno una volta tutti abbiamo giocato a rubamazzetto o a burraco, scoprendo invece scopa e briscola attraverso i mazzi regionali italiani. I giochi di carte hanno già qualche secolo di storia. Fu in Cina, oltre 1.000 anni fa, che se ne riscontrarono le prime tracce.
Oggi le carte non vengono distribuite soltanto in edicola, ma qualche casinò su Internet in modalità live permette di giocarvi a distanza attraverso una simulazione digitale, come in una sorta di videogioco. Le origini dei vari giochi, però, sono sconosciute ai più.
Poker, blackjack e chi più ne ha più ne metta: paradossalmente i giocatori più accaniti potrebbero conoscere a menadito le regole senza sapere però come siano nati effettivamente i loro giochi preferiti.
Il poker affonda le proprie radici a New Orleans. Il primo libro sul tema fu “An Exposure of the Arts and Miseries of Gambling”, datato 1843: si tratta di un documento fondamentale per gli studiosi, che ha permesso di comprendere meglio la storia di questo gioco.
Inizialmente bastavano 20 carte per disputare una partita e chi si ritrovava in mano la combinazione dal valore maggiore vinceva. Al giorno d’oggi esistono addirittura tornei ufficiali di questo gioco, in primis il World Series of Poker, che vengono trasmessi anche in televisione in più Paesi.
Discorso diverso per il bridge, sicuramente meno popolare. Il gioco deriva dal whist, molto diffuso in Inghilterra 400 anni fa. Dopo una breve fase in cui fu conosciuto come “whistbridge”, all’alba del XX secolo il gioco acquisì definitivamente la semplice denominazione di “bridge”. Intorno agli anni ’40, in Uruguay, è stato inventato poi il burraco, che ha fatto la sua apparizione in Italia soltanto verso gli anni ’80. Anche di questi giochi vengono organizzate competizioni ufficiali, persino a livello CONI. Come intuibile, però, il seguito di questi giochi non è paragonabile a quella del poker.
Il blackjack, invece, ha avuto origini più curiose. Inventato in Francia intorno al 1600, il gioco era nato come “21”. 21 erano i punti massimi che si potevano ottenere in questa sfida a turni contro il banco, in stile “7 e mezzo”. Furono gli statunitensi a rinominare il gioco “blackjack” in riferimento a una vecchia regola che coinvolgeva l’asso e soprattutto e il jack di picche. Nonostante questa stessa regola non esista più, la contaminazione sulla denominazione è rimasta. Che lo si chiami “21” o “blackjack”, dunque, si parla del medesimo gioco e non di due versioni alternative dello stesso.
Tirando le somme, i giochi di carte più vecchi vanno individuati nel “21” e nel bridge. Il primo, tuttavia, vanta chiaramente una maggiore fama e spopola ancora oggi nei più grandi casinò di Las Vegas. I tanti giochi di carte hanno prodotto nel tempo una passione generale in tutto il mondo e alcune singole carte vengono impiegate oggi esclusivamente a scopo artistico.
Anche quello delle carte potrebbe essere considerato un mercato vero e proprio. Chissà che nel prossimo futuro non venga inventato addirittura qualche gioco nuovo che possa stare al passo di quelli secolari…