Quando all’inizio degli anni 90 il vinile cedette il passo ai più moderni compact disc, lui non era neppure nato.
Eppure, a sentirlo parlare di generi musicali, dischi e consolle, si scopre che il cuore della sua passione è proprio in quel magico cerchio in pvc.
Lui è Francesco Pergola, classe 2002, dj emergente avellinese.
A dispetto dell’età le sue idee sono già più che chiare. Tutte nel segno della musica di qualità.
Per ora solo una passione, che sta però già ingombrando il cassetto dei sogni, al punto da mettere nel mirino un obiettivo ambizioso: diventare producer.
Ad ascoltarla, la storia di Francesco è il classico percorso dell’adolescente che scopre quasi naturalmente la sua predisposizione e la segue.
Con caparbietà e desiderio, inanellando step by step piccoli successi personali.
“Già in prima media – racconta Francesco Pergola – gli amici mi chiamavano per farmi suonare alle feste di compleanno. Allora mi piaceva il funky, la musica commerciale, la disco music”.
La folgorazione sulla via dell’elettronica arriva nel 2013. Galeotto, manco a dirlo, fu Youtube.
“Ho scoperto quasi per caso i primi dischi house. Li ho approcciati con curiosità. Ovviamente mi si è aperto un mondo”.
Dixon e Ame Ilario Alicante i suoi riferimenti musicali. Ma anche Angelo Freda, amico e fonte di ispirazione.
Dall’elettronica berlinese alla techno, senza tralasciare il funky: oggi Francesco, che è cresciuto ascoltando Michael Jackson, si muove con la disinvoltura di un veterano tra generi musicali complessi e diversi tra loro, al punto da aver dato vita ad una sorta di marchio di fabbrica tutto suo, che lo rende individuabile già dalle prime note appena è in consolle.
Un’evoluzione rapida, quella del quindicenne avellinese, rampollo dei Pergola, una delle famiglie storiche avellinesi, che ha legato indissolubilmente il suo nome al mondo della tipografia e dell’editoria irpina nonchè a quello dei locali più cool per il tempo libero ad Avellino.
Papà Renato, manco a dirlo, è il suo primo fan. Lo segue, lo incoraggia, lo sponsorizza sotto l’occhio vigile della mamma Roberta.
Ed è sempre in prima fila nei locali in cui Francesco viene chiamato ad esibirsi.
“Comincio a comprendere – ammette Francesco – che la mia musica piace e sto arrivando ad un punto in cui mi toccherà decidere cosa fare in futuro. La produzione sarebbe il miglior passaporto per entrare anche in Europa. Ma comporta sacrifici. Diciamo che sono in quella fase in cui penso al mio domani ma senza assilli”.
D’altronde, Francesco Pergola il suo rapporto con la musica lo vive come una vocazione, non come una scorciatoia per raggiungere fama e successo.
Per ora gli basta emozionarsi suonando con quel vinile che “ha un altro sapore, un altro gusto”.
Go Francesco, go.