Bambino prodigio, con un forte legame professionale e affettivo con Carla Fracci, Giuseppe Picone rappresenta uno dei più grandi ballerini di danza classica al mondo. 

Nato a Napoli e cresciuto a Casaluce, in provincia di Caserta, viene iscritto a 10 anni alla Scuola del San Carlo di Napoli per le spiccate doti artistiche che già naturalmente mostrava. Giuseppe Picone fu scelto a soli 11 anni da Carla Fracci per il balletto “Nijinsky” di uno dei maggiori registi teatrali italiani, Beppe Menegatti. Da quel momento, è diventato protagonista di tutte le esperienze artistiche più importanti, calcando i palcoscenici più prestigiosi al mondo. Fino a divenire il volto italiano della danza classica nel panorama mondiale.

Giuseppe Picone ci racconta il suo sconfinato amore per la disciplina che da sempre è parte della sua esistenza. 

<<Ho avuto l’enorme privilegio di iniziare fin da bambino con i più grandi maestri – ci spiega l’étoile –. Sicuramente grazie a doti innate che sono state subito riconosciute. Il mio amore per la danza è stato del tutto spontaneo, in me era assolutamente naturale il desiderio di ballare e di esibirmi su un palcoscenico. Sensazioni difficili da descrivere, tanto erano profonde, e che mi accompagnano ancora oggi con la stessa intensità>>. 

Lei è nato nel 1976, quindi ha vissuto l’infanzia negli anni Ottanta, un periodo che si portava dietro diversi pregiudizi di genere. Ha avuto difficoltà nel seguire la sua passione per la danza classica, diffusamente più frequentata dalle bambine? 

<<Rispondo orgogliosamente dicendo che la mia famiglia non mi ha minimamente ostacolato. Sono stato seguito da mio fratello maggiore, con trasporto e convinzione. Era stato individuato in me un talento, e ho avuto la strada spianata per perseguirlo. Devo però anche ammettere che oggi in linea generale, rispetto a quando ero piccolo io, il percorso di un ballerino è più semplice perché c’è una opinione pubblica più preparata>>. 

Quando era solo un ragazzino, è stato scelto da Carla Fracci per interpretare “Nijinsky” alla première dell’omonimo spettacolo accanto alla stessa indimenticata étoile. Che ricordo conserva di lei? 

<<Sono stato suo partner artistico dai miei 21 anni e fino a pochi anni prima della sua triste scomparsa. Ho vissuto con lei una storia professionale meravigliosa, indimenticabile. Una personalità unica, che riusciva a condensare valori, umanità e professionalità. Una persona molto simpatica, con la quale era sempre un piacere trascorrere il proprio tempo. Mi sono sentito infatti di dedicarle un assolo, “Al chiaro di luna”, che ho coreografato e danzato, per dimostrarle anche solo idealmente quanto la sua vita sia stata una fonte di ispirazione incredibile>>. 

Durante la sua brillante carriera, ha danzato nelle compagnie teatrali più importanti al mondo, spaziando dai grandi classici (“Il lago dei cigni”, “Cenerentola”, “Romeo e Giulietta”), fino agli spettacoli neoclassici e postmoderni (“Spring and Fall”, “La sonnambula”, “Tcajkovsky pas de deux”), mentre dal 2016 al 2020 è stato direttore del corpo di ballo del Teatro “San Carlo” di Napoli. E oggi si dedica con passione anche alla coreografia. 

<<La mia vita, fin da ragazzino, è trascorsa in giro per i teatri del mondo. Da Londra a Tokyo, da Toronto a New York, da Mosca a Parigi. Ho ballato ovunque. In qualità di solista e di Freelance Guest Artist. Ma dentro di me nasceva gradualmente anche l’interesse per la coreografia e mi sto dedicando con passione anche a questo ambito artistico. Nel mio lavoro di direzione artistica al San Carlo di Napoli ho coreografato, tra le altre opere, “La Traviata” con la regia del compianto maestro Franco Zeffirelli>>.

Quali differenze riscontra tra il modo di lavorare in Italia rispetto a quello sperimentato all’estero? 

<<Fuori dai confini nazionali si lavora molto di più. Hanno una media di circa 200 spettacoli all’anno: si è quasi sempre in scena e il resto delle giornate sono prove. C’è un’attenzione molto forte nei confronti dell’arte, già a partire dalle giovani generazioni. La danza in Italia è un po’ penalizzata, gli spettacoli sono pochi anche per una scarsa attenzione da parte dello Stato. La chiave sarebbe quella di agire sulla leva burocratica, che blocca molto le produzioni. Peccato perché la nostra Penisola è piena di grandi talenti, che però sono costretti ad andare fuori a causa dei pochi sbocchi che si trovano qui. Devo dire che noi artisti italiani siamo amati molto e ci viene riconosciuto un grande talento naturale>>. 

Quanto la sua “italianità” ha contato e conta nella sua professione di ballerino? 

<<Il sangue italiano, nello specifico napoletano, che scorre nelle mie vene mi ha aiutato tantissimo. Fornisce quel qualcosa in più che non si riesce a spiegare a parole, è qualcosa di ancestrale che fa in modo che ogni porta ti venga spalancata spontaneamente. Fornisce un impatto scenico forte e una personalità naturalmente vivace e creativa che affascina>>. 

Cos’è la danza per lei? 

<<Elemento vitale. Ciò di cui non posso fare a meno. La senti dentro, già da quando inizi a muovere i primi passi da piccolo>>. 

Cosa le fa piacere trasmettere ai giovani affascinati da questa arte? 

<<Il segreto del successo, in questo come in ogni campo ritengo, è quello di essere estremamente sicuri della propria passione. Quella della danza è una carriera difficile, sia chiaro, fatta di rinunce e di sacrifici, per questo è richiesta una forte convinzione. Se c’è questa, anche gli ostacoli eventuali durante il percorso sono superabili>>. 

A distanza di 15 anni, Giuseppe Picone fa ritorno al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino il 23 e 24 aprile 2022 in veste di giudice del concorso e padrino della manifestazione “Premio Internazionale della Danza “Carlo Gesualdo”, organizzato da Guendalina Manzi della Scuola tersicorea “Esmeralda” e dal maestro Fabrizio Esposito che è anche il direttore artistico.

Giuseppe Picone si esibirà domenica 24 aprile, nel corso della serata di gala con altre stelle della danza internazionale:

  • Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru
  • Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi
  • Arianne Lafita e Vittorio Galloro
  • Lucia Lacarra e Matthew Golding
  • Spellbound

Presenterà la serata Luisa Mariani di Piuenne TV.

Credit: Foto di Copertina scattata da Barbara Gallozzi

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