Lungo le strade del vino della provincia di Avellino, tra un calice di Taurasi ed uno di greco di Tufo o di Fiano, scopri i borghi più amati dai winelovers.

L’Irpinia è terra di vino e di pietre antiche che diventano storia, cultura, emozioni. Vini che nascono in luoghi ricchi di suggestione e di fascino, sono i borghi del vino d’Irpinia.

Ecco un percorso tra i borghi del vino della provincia di Avellino per chi ama una terra autentica, una terra di vino, una terra fatta per il vino. Un viaggio che si snoda attraverso le tre Docg, le più blasonate del Sud Italia, tra le più prestigiose d’Italia, molto apprezzate a livello internazionale. Il Greco di Tufo ed il Fiano di Avellino, vini bianchi gradevolissimi e di grande empatia internazionale, ed il Taurasi il re dei vini d’Irpinia: rosso, robusto, rinomato.

Taurasi

Castello Marchionale di Taurasi
Castello Marchionale di Taurasi

Ricco di cantine scavate nella roccia, Taurasi dà il nome al vino rosso più prestigioso del Mezzogiorno d’Italia, un vino che poco ha da invidiare ai rossi delle Langhe. Il palazzo marchionale di Taurasi è sede dell’enoteca regionale dei vini campani.

Al piano inferiore sono localizzate le scuderie, dove è stato allestito il “Percorso Sensoriale Tau” per scoprire il gusto dei vini d’Irpinia.

Nel palazzo riecheggiano i madrigali di Carlo Gesualdo che qui nacque e mosse i primi passi. Intorno al castello si snoda un centro storico di grande pregio. Tra i luoghi di interesse il Museo Archeologico che è uno spazio espositivo con rinvenimenti di notevole importanza storica che risalgono all’eneolitico.

Bellissima la Collegiata di San Marciano in stile barocco e la Chiesa del Santissimo Rosario eretta sul finire del XVI secolo, presenta elementi rinascimentali e barocchi di grande pregio. Tra gli eventi la Fiera Enologica che si svolge ogni anno nel periodo di Ferragosto: vino, piatti tipici e musica popolare ai piedi del castello.

Castelfranci

La Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Castelfranci 1
Santuario di Santa Maria del Soccorso a Castelfranci

Attraversato dal fiume Calore, è una delle capitali dell’Aglianico. Una ristorazione di pregio ed eventi che affondano le radici nelle tradizioni e nel patrimonio etnografico fanno di Castelfranci un luogo da visitare.

Tra gli edifici di culto da segnalare il Santuario di Santa Maria del Soccorso che risale al 1500 e la Chiesa di San Nicola che ha origini molto antiche, probabilmente rinascimentali. Belli i palazzi nobiliari, come Vittoli, Celli e Palmieri che presentano raffinate facciate.

Tra gli eventi da segnalare la Focalenzia, suggestivi falò che illuminano il centro storico di Castelfranci in occasione dell’Immacolata. Tra le specialità la maccaronara, pasta fresca fatta in casa con una ricetta tramandata dalle massaie da generazioni.

Montemarano

E la patria dell’Aglianico e della tarantella, due tradizioni, due emergenze culturali che fanno di questo borgo un unicum in Italia.

A Montemarano le vie del borgo sanno di mosto e nei vicoli riecheggiano l’organetto e la fisarmonica. Il castello, eretto a partire dall’VIII secolo d.C., di chiaro stampo medievale, domina il borgo.

Meritano una visita il museo etnomusicale e quello dei paramenti sacri.

A Montemarano il Carnevale è un vero cult, un must che merita di essere vissuto almeno una volta nella vita con le sue sfilate in maschera e la tradizionale montemaranese che anima il borgo.

Il vino è una delle eccellenze di Montemarano il cui territorio è inserito nel disciplinare del Taurasi Docg. Qui se ne produce una declinazione originalissima e di grande valore enologico.

Lapio

Ha un bel centro storico di origine che è situato sulla cima di un poggio. Il nucleo medievale è composto dal castello-palazzo Filangieri, dalla chiesa madre di Santa Caterina e dalla cappella di Santa Maria della Neve.

L’espansione ottocentesca è, invece, rappresentata dai palazzi Giannella, Mottola, De Joanna, Carbone e Romano.

Lapio è nota per il suo Fiano di Avellino Docg che qui trova una delle espressioni più autentiche ed eleganti. Alcune cantine presenti sul territorio di Lapio hanno lavorato in maniera pionieristica per raggiungere gli attuali livelli di notorietà di un vitigno che ha ormai conquistato il mondo.

Summonte

Alberi monumentali in Irpinia
Il Tiglio di Summonte – Foto Agendaonline.it

Altra capitale del Fiano di Avellino. Qui si pratica una vitivinicoltura eroica, ad alta quota, caratteristiche che si ritrovano nel bicchiere. Inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Fulcro del borgo è il complesso castellare angioino con la torre alta 16 metri che svetta e dalla quale si gode una vista bellissima del Partenio e del Santuario di Montevergine.

Gli spazi dell’intero complesso castellate, recuperati dopo le ricerche archeologiche, ospitano il museo civico con una mostra permanente dedicata agli armamenti medioevali e ai reperti archeologici rinvenuti nel castello. Buona la ristorazione presente a Summonte con piatti a base di funghi porcini, tartufo e castagne.

Tipica è la montanara, pizza fritta dal gusto unico. Tra gli eventi l’autunnale Sagra della Castagna e la rassegna di musica etnica Sentieri Mediterranei che si svolge nel mese di luglio.

Tufo

Dà il nome ad una delle denominazioni di vino bianco più apprezzate a livello internazionale, il Greco di Tufo.

Il castello domina il borgo di origine longobarda. Dalla sommità si snoda il centro storico. Qui è possibile visitare le cantine storiche Di Marzo.

A valle, nei pressi della stazione ferroviaria, le miniere di zolfo che oggi rappresentano un pregevole esempio di archeologia industriale. Dal punto di vista vitivinicolo ha caratteristiche a sé la frazione San Paolo dai cui vigneti si producono spettacolari bottiglie di Greco.

Montefusco

E’ nell’areale del Greco di Tufo. E’ stata in passato capoluogo del Principato Ultra, l’antica provincia del Regno delle due Sicilie che riuniva l’Irpinia ed il Beneventano.

Il paese conta ben quattrodici edifici di culto. Il monumento di maggiore impatto è senza dubbio rappresentato dal Carcere borbonico, soprannominato lo Spielberg d’Irpinia per la durezza del regime carcerario che veniva applicato. In largo Tommaso Rossi si può visitare l’ex chiesa conventuale di S. Francesco che rientra nel complesso architettonico dell’abbazia di Santa Maria della Piazza, risalente al secolo XIII.

Qui si trova l’Oratorio di S Giacomo con la caratteristica volta ricoperta da affreschi del secolo XIII e XVII. In piazza Castello si affaccia la chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio del secolo XIII, dove officiarono, durante la loro permanenza a Montefusco, i Papi Callisto II e Onorio II.

Annesso alla Chiesa si erge l’imponente campanile in pietra squadrata, oggi anche Torre Civica. Montefusco ha un profilo elegante come testimoniato dai tanti palazzi che impreziosiscono il borgo.

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