Questo eccezionale esempio di costruzione protostorica, concentrato in modo particolare nel comune di Alberobello, è parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO dal 1996, rappresentando un tesoro architettonico e storico da preservare nel tempo. Ma già dal 1928 era stato dichiarato Monumento Nazionale.
I trulli sono costruzioni in pietra a secco, in forma conica, con tetti formati da tante piccole lastre di pietra che terminano con una punta dalla forma decorativa (pinnacolo, sfera).
Molto interessante notare i simboli presenti sui tetti. Ci sono ruote solari, cuori e frecce, lune, croci, candelabri, i cui significati ancora poco chiari rimandano a misteriosi implicazioni religiose. Nonostante siano diffusi su tutto il territorio della valle dell’Itria, caratterizzandone l’aspetto immersi nel verde della sua rigogliosa vegetazione squisitamente mediterranea, è nei quartieri di Alberobello chiamati “Monti” e “Aja Piccola” che se ne trova la maggiore quantità.
Un vero e proprio insieme urbano che ospita circa 1600 trulli.
Essi sono edificati direttamente sulla roccia, in assenza di fondamenta, grazie alla sovrapposizione di pietre (denominate “chianche” o “chiancarelle”) senza l’utilizzo di calce a fissarle.
Di norma la pianta è di forma quadrata e la struttura si compone di un solo locale, ma ce ne sono anche di più complessi, ovvero formati da uno spazio centrale e diversi piccoli ambienti intorno oppure contenenti un piccolo soppalco.
Visitando il sito di Alberobello, la costruzione che risalta maggiormente all’occhio è il Trullo Sovrano, il più alto e articolato, situato nei pressi della chiesa madre. All’interno del complesso di Casa Pezzolla, tra Aja Piccola e Piazza del Popolo, emblematico esempio di trulli attigui e comunicanti, è invece presente il Museo del Territorio che conserva attrezzi e testimonianze della tradizione tipica della zona.