Il connubio economia e giochi digitali ha trovato un nuovo punto di congiunzione con l’avvento del modello play to earn. L’introduzione di questo sistema sembra segnare un punto di rottura con il concetto del divertimento inteso nella sua essenza più pura. Anzi possiamo a buona ragione dire che oggi, grazie ai progressi tecnologici, oltre al divertimento c’è di più. Il play to earn è a tutti gli effetti un tassello importante dell’economia del Web3.
Dal blockchain al play to earn
Per comprendere il meccanismo del play to earn dobbiamo tenere presente in primis il ruolo che svolge la tecnologia blockchain. Grazie ad essa ci siamo trovati per la prima volta dinanzi ad un database non localizzato in un punto preciso bensì utilizzabile su più computer da tutto il mondo.
Questo sistema registra le transazioni virtuali, grazie alla sua struttura a blocchi, senza la necessità di un controllo centralizzato. Questo è un punto a favore anche in termini di sicurezza che si rafforza con l’esecuzione criptata delle transazioni.
È così che viene semplificati i meccanismi di compravendita con le criptovalute, cioè realizzati con monete virtuali. Con il play to earn però il passo in avanti è ulteriore. Nei contesti ludici, oggetti, spazi e tutto ciò da cui è possibile trarre un profitto con la vendita può avere valore anche al di fuori del gioco stesso.
Play to earn: guadagnare giocando
Il play to earn deve essere concepito a tutti gli effetti come un nuovo strumento finanziario, che si è inserito a pieno titolo nel contesto ludico, ma solo per diventare una fonte di guadagno. La sua essenza è esplicitata già nella definizione letterale: “gioca per guadagnare”. La grande novità consiste proprio nella possibilità di ricevere ed investire denaro vero giocando.
Le criptovalute possono essere scambiate finalmente con denaro reale, dando avvio ad un’economia che va oltre il gioco e, anzi, tiene conto anche delle regole del mercato libero. Vale la pena ricordare, inoltre, che le transazioni legate al play to earn possono oggi svilupparsi anche con sistemi differenti dal blockchain.
Si tratta, in ogni caso, di un’opportunità economica inedita che chiama in causa diversi soggetti e si lega ad altri fattori d’interesse collettivo. Il giocatore non solo acquisisce denaro giocando, ma può farlo in un’ottica globale, scambiando beni digitali con utenti che si trovano in tutto il mondo.
Si consolida così l’utilizzo delle criptovalute e si apre una nuova sfida per le aziende del settore, che già adesso sono in grado di proporre giochi di vario genere improntati su questa tecnologia.
Esempi di play to earn di successo e potenzialità
Se all’inizio quella del play to earn nasce come una scommessa sulla possibilità di unire il divertimento al guadagno, in seguito con la diffusione delle criptovalute si fa spazio l’idea che questo metodo possa avere una portata rivoluzionaria.
Nei giochi di play to earn è possibile accaparrarsi oggetti e personaggi esclusivi che acquisiscono valore agli occhi dei collezionisti del genere. Si possono poi prestare token o riceverli sotto forma di premio.
Questo spiega perché il play to earn negli ultimi anni ha messo a segno alcuni traguardi con giochi che ne hanno favorito la diffusione. Già nel 2015 con Decentraland possiamo acquistare e vendere appezzamenti di terra nel gioco, così come acquisire spazi pubblicitari previo pagamento.
L’economia virtuale diventa un concetto ancora più tangibile nel 2020 con il caso Sandbox, altra piattaforma di blockchain gaming che affianca alla spensieratezza del gioco l’intento di trarne profitto. In questo caso contenuti digitali sono stati valutati per un costo di 600 mila dollari. Si guadagna non solo giocando, ma persino creando da zero dei giochi da mettere in vendita sul marketplace con l’ausilio di un software predisposto dalla piattaforma stessa.
Gli sviluppi futuri
È difficile prevedere quali saranno gli sviluppi futuri del play to earn, considerando anche il rapporto di dipendenza che lega il modello al mercato delle criptovalute, maggiormente soggetto a variazioni.
In più le aziende del settore sono chiamate a sviluppare giochi sempre più accattivanti con funzionalità e dinamiche innovative, per mantenere alto l’interesse dei giocatori, che ricordiamo rimane comunque ancorato in prima istanza al desiderio di divertimento. Non sono mai secondari poi oggi gli stimoli creativi e una forte componente sociale.
Quel che è certo è che dalla realtà aumentata all’intelligenza artificiale gli operatori del settore hanno saputo fare tesoro delle novità tecnologiche per dare nuova linfa vitale alle loro proposte. Sono stati in qualche modo pionieri nella capacità di raccogliere le nuove evoluzioni per trasformarle in contenuti digitali di buon livello, potendo adesso utilizzare le crypto anche come metodo di deposito nei migliori siti di giochi online.
L’intero mondo ludico può prendere questo paradigma come riferimento per affrontare con lo stesso piglio la sfida più importante proposta dall’earn to play: trasformare il metaverso digitale in un pianeta ricco di risorse reali.