Scopri la vera storia del pane cafone che si mangia in Campania: è di origine avellinese, ottimo da mangiare anche dopo 5 giorni dalla preparazione.
Si tratta del Pane Cafone, il pane classico che si consuma nelle aree interne della Campania, e che tra Avellino e Benevento è semplicemente il pane, perché sono tutte le altre varianti ad avere bisogno di spiegazioni.
Napoli ha “usurpato” alla Provincia di Avellino una delle più famose ricette tipiche, attribuendole l’aggettivo napoletano “Cafone“, e facendone riferire le origini alle terre alle pendici del Vesuvio.
Il pane cafone avellinese
La storia del pane cafone.
Il fatto che a Napoli questa prelibatezza debba essere precisamente catalogata per essere distinta da altri tipi di pane, è già sintomatico della “ruberia” culinaria perpetrata ai danni della Provincia di Avellino.
Sicuramente c’è un fondo di verità nel fatto che fosse tradizionalmente preparato dai contadini ai piedi del Vesuvio, che però a loro volta lo hanno acquisito da quelli delle aree interne.
Si tratta del pane tipico, con scorza dura ma non molto friabile, con il colore che va dall’oro carico al marroncino, cotto rigorosamente a legna.
Come si prepara il pane cafone.
L’impasto, fatto lievitare per molte ore, presenta una mollica, dopo la cottura, ben ventilata, con una medio bassa percentuale di acqua e che presenta grossi e numerosi buchi derivanti dalla lenta lievitazione.
Ha l’invidiabile caratteristica, data la bassa percentuale di acqua nella mollica, di mantenere la fragranza per molti giorni.
Il test di freschezza, tra l’altro è la cartina di Tornasole per verificare se si tratta del pane cafone originale o di una sotto variante industriale.
Il vero pane cafone non teme, infatti, lunghi periodi di conservazione e si mantiene appetitoso anche al dopo 5 giorni dalla preparazione.
Inutile spiegare le origini del nome, sapendo che Cafoni, erano i identificati coloro i quali nel Medioevo, recandosi per la prima volta in città dalle aree rurali, per non correre il pericolo di perdersi in una dimensione urbana ad essi completamente, erano soliti tenersi legati con una fune.
Nel dialetto, si diceva appunto: “So’ arrivati ca’ fun” da qui “Sono arrivati i Cafoni”.
A dispetto del valore dispregiativo del termine, però, il Pane Cafone è uno dei prodotti più ricercati proprio sulle tavole dei grossi centri ed il suo costo è notevolmente lievitato, perché sono sempre meno i panificatori che vogliono attendere i tempi di lievitazione necessari prima di immettere il prodotto sul mercato.
Come apprezzare il pane cafone di Avellino
Data la sua compattezza, anche quando il prodotto è fresco, il pane cafone si presta ad essere accompagnato a tutte le pietanze e costituisce un ottima base per le bruschette, mentre quando inizia a farsi duro, può essere utilizzato per base di zuppe e stufati.
Ma i veri intenditori ne apprezzeranno la bontà piena arricchito dal brodo di preparazione dei fagioli, condito con origano, sale e olio extravergine a crudo.
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