Scopri questi cinque libri di Umberto Eco, lavori del Maestro della narrazione e della semiotica che sono diventati famosi in tutto il mondo.

Umberto Eco (5 gennaio 1932 – 19 febbraio 2016), filosofo, semiologo, giornalista e scrittore, è stata una delle personalità culturali più multiformi d’Italia.

Nella sua vita ha raccontato se stesso e le sue passioni attraverso una fervida attività culturale e capolavori come il romanzo-bestseller “Il nome della rosa”, successo di caratura internazionale. La sua carriera è varia, multiforme. E’ stato un saggista prolifico.

Ma anche un fine narratore. Ha collaborato con numerose riviste ed ha insegnato in prestigiosi Atenei. Ha iniziato la sua carriera in Rai nel 1954.

Dopo la sua morte, la sua eredita di circa trentamila volumi è stata donata all’Università degli Studi di Bologna.

Ecco i cinque titoli imperdibili di Umberto Eco

Apocalittici e integrati 

Apocalittici e integrati edito da Bompiani nel 1964. Il libro utilizza un metodo scientificamente rigoroso applicandolo a campi di indagine che all’epoca venivano trattati con snobismo culturale, quali il fumetto, la canzone di consumo, la narrativa popolare.

In questo senso si intuiva come Eco avrebbe rappresentato una voce quasi eversiva nel panorama culturale italiano, in grado di anticipare quelle tendenze che poi la comunicazione di massa avrebbe sdoganato, modificando fortemente la nostra società, fornendo a tutti strumenti che fanno ormai parte del modo di parlare e di pensare quotidiano.

Questa capacità di anticipare il futuro rappresenta uno dei veri talenti delle mente eclettica di Eco.

Il nome della rosa

Il nome della rosa pubblicato da Bompiani nel 1980. In un’abbazia medievale isolata una comunità di monaci viene sconvolta da una serie di delitti inspiegabili.

Nelle pagine si intrecciano storia e finzione, mescolando sapientemente le gesta di personaggio frutto della fervida fantasia di Eco a figure storiche realmente esistite. E’ Il romanzo che ha rivelato al mondo il genio narrativo di Umberto Eco.

Il libro è diventato presto un vero e proprio caso letterario: tradotto in 60 Paesi, ha venduto 7 milioni di copie solo in Italia, ha vinto il premio Strega e ha ispirato film e serie tv di successo mondiale. “È un libro che ci trasforma… ci presenta un mondo nuovo nella tradizione di Rabelais, Cervantes, Sterne, Melville, Dostoevskij, lo stesso Joyce e García Márquez” scrive Kenneth Atchity sul Los Angeles Time.

Il pendolo di Focault

Il pendolo di Focault è del 1988. Ricco di citazioni e di riferimenti colti, è il secondo romanzo scritto da Eco dopo il successo travolgente de Il nome della rosa.

La sua principale caratteristica è lo sfalsamento di piani temporali grazie ai quali Eco riesce a tessere una trama intricatissima che tiene dentro i Templari, le Langhe, Parigi e la Statua della Libertà.

Al centro del romanzo c’è l’esoterismo che è il comune denominatore delle storie narrata e dei loro protagonisti. Casaubon, l’io narrante, è un giovane professionista dell’editoria milanese.

Attraverso una collaborazione con la casa editrice Garamond, insieme ai colleghi Belbo e Diotallevi, inventano un Piano che farebbe entrare in possesso del segreto per il controllo di un’enorme energia che permetterebbe il dominio del mondo. Il romanzo è diviso in 120 capitoli racchiusi in dieci parti. La cabala è molto presente nelle pagine e nell’organizzazione stessa del romanzo.

“L’autore mescola mille piste, mille storie, moltiplica i pezzi di bravura e alterna, alla Shakespeare, il prossimo e l’intimità, la follia e la saggezza. Ciascuno vi troverà il proprio miele, o la propria droga”, è quello che scrisse sul romanzo lo storico francese Jacques Le Goff.

L’isola del giorno prima

L’isola del giorno prima esce nel 1994. E’ la storia di un naufragio. Nell’estate del 1643 un giovane piemontese arriva su di un’isola deserta. E’ la storia di una scoperta, di un viaggio in un mare sconosciuto. Qui Roberto de la Grive vede per la prima volta in vita sua cieli, acque, uccelli, piante, pesci e coralli che non sa come nominare. La narrazione è dominata dalle lettere che scrive.

Sono parole d’amore grazie alle quali il protagonista svela quelle che sono le coordinate dell’epoca in cui vive, un mondo seicentesco dominato dall’emergere di nuove conoscenze scientifiche, di nuovi convincimenti sul cosmo e sulla perdita di centralità della terra.

Si capisce, andando avanti nelle pagine, come l’isola rappresenti un simboli, una metafora di uno spazio ed un tempo non raggiungibile, non accessibile e per questo ancora più desiderato.

La misteriosa fiamma della regina Loana

La misteriosa fiamma della regina Loana esce nel 2004 sempre per i tipi di Bompiani. Questo romanzo, benché illustrato a colori, è dominato da contorni poco nitidi e chiari. Si tratta di una cortina di nebbia che avvolge le vicende narrate.

Nella nebbia si risveglia Yambo, dopo un incidente che gli ha fatto perdere la memoria.

Inizia così il recupero dal trauma. Ad accompagnarlo in questo percorso così complicato è la moglie che lo convince a fare ritorno nella sua vecchia casa di campagna.

Qui ritrova i libri che lo hanno formato da giovane studente, i suoi quaderni di scuola, i dischi che ascoltava da ragazzo.

Così in un immenso solaio tra Langhe e Monferrato Yambo rivive la sua storia e quella della propria generazione. Tra le pagine si muovono Salgari, Mussolini, una ragazza amata a 16 anni, la Resistenza, il piccolo balilla che è stato in un crescendo emotivo che rapisce il lettore.

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