Dall’annuale rapporto del “Libro Blu”,
pubblicato come sempre dall’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli, sono
emersi alcuni dati interessanti. Nel 2018, in Italia, i miliardi spesi per il
gioco pubblico sono stati 19, di meno rispetto ai 21 del 2017. Gli introiti
erariali, di questa cifra, rappresentano il 55,2%. Ovviamente vanno aggiunte le
imposte versate dai concessionari, dai gestori e dagli esercenti, che hanno generato
ulteriori introiti e rialzi.
Per quel che riguarda le entrate da gioco, 6 miliardi di euro, ovverosia il
62,6% del totale, provengono da slot machine e videolottery. Il 25,1% giunge da
Lotto e Lotterie, il restante 12,20% da altri tipi di gioco. Il 62,6% delle
entrate da gioco è un dato abbastanza significativo, in quanto in Italia,
nell’ultimo anno, sono stati tagliati apparecchi per il 35% del totale su tutto
il territorio nazionale, in seguito all’accordo Stato-Regioni per la questione
slot. Si tratta, in tutto il Paese, di 87 e più apparecchi: ne possiede di più
l’Emilia Romagna, 12.000 circa, seguita da Veneto e Trentino (9.000 circa) e
Puglia, Basilicata e Molise (7.896).
Impennata di siti irregolari e illeciti
Tra le statistiche chiave del settore dei Giochi nel
2018 spicca quella relativa al gioco
illegale. Difatti, non migliorano le cose con il settore illegale, che anzi vede
una impennata di siti irregolari ed illeciti, circa 1.042 totali nel 2018,
quintuplicati rispetto ai soli 418 del 2013. Dal 2016 al 31 dicembre dello
scorso anno invece i siti oscurati sono stati circa 8.000, con oltre 10 milioni
di tentativi di accesso. Per quel che riguarda i gusti degli italiani, la
preferenza della maggioranza è andata al gioco terrestre, battendo anche la
tendenza, sempre più diffusa in tutta Europa, di preferire l’online. Sulla rete
fisica nello scorso anno si è generata una spesa di circa 17,2 miliardi di
euro, con una perdita di 300 milioni rispetto al 2017. La spesa più alta è
stata registrata in Lombardia, con 3,2 miliardi di euro. Alla Lombardia seguono
Campania e Lazio. Il gioco online ha registrato invece un totale di 1,6 miliardi,
con una perdita di 300 milioni rispetto al 2017. Sono invece 18.970 i milioni
di euro spesi nel gioco legale.
Fisco: impennata delle entrate e delle sanzioni tributarie
Dagli uffici del Fisco è stata
accertata una maggior imposta, triplicata nel 2018: i 31,6 milioni del 2017
sono diventati, lo scorso anno, 98. Un incremento che ha spinto le sanzioni
tributarie a salire, per una cifra pari a 73,8 milioni di euro a fine 2018. A
queste vanno aggiunti 18,6 milioni di sanzioni amministrative. Il tutto è
frutto soprattutto di un’azione mirata con 38.745 controlli effettuati direttamente sul territorio con la consegna
di quasi 3mila atti di accertamento. Dei 3.000 atti di accertamento su
tutto il territorio nazionale, il 50% del totale è stato notificato in Lazio e
Sicilia. Sono solo sette i notificati in Veneto e Trentino, mentre in Calabria
(e col solito Lazio) si sono registrate le maggiori imposte accertate con oltre
40 milioni contestati (oltre 38,6 nel Lazio, che ha anche il primato per
l’importo complessivo di sanzioni tributarie). La regione più virtuosa? Le
Marche, con un totale di sanzioni pari a poco più di 77.000 euro.
Il gioco illegale prolifera nel settore delle scommesse
Per quel che riguarda i controlli, è
emerso che il gioco illegale la fa da padrone soprattutto sulle scommesse: ben
88,5 milioni dei 98 totali riguardano proprio il settore delle scommesse. Sono
stati 3.369 gli esercizi controllati, con sanzioni tributarie che vanno,
applicate, a superare la cifra di 54 milioni di euro. Sono invece 115 i
soggetti denunciati all’autorità giudiziaria per violazioni tributarie. Rigida
azione di contrasto, invece, da parte dei Monopoli di Stato: viene così
evidenziato che la tendenza all’evasione e all’illegalità riguarda soprattutto
il contesto AWP-NEW SLOT, con 9,2 milioni di maggiore imposta accertata oltre i
19,3 milioni di sanzioni tributarie applicate e più di 16 milioni di sanzioni
amministrative. Nel 2018, infine, calano gli esercizi sospesi: 20 totali contro
i 33 del 2017. Un calo anche per le sanzioni irrogate, ferme a poco meno di
329mila euro, così come il numero dei giorni di sospensioni, 404 nel 2017, 196
dello scorso anno. Come sottolineato dal direttore Giochi dell’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli, Roberto Fanelli, la priorità, al momento, resta quella
di contrastare il settore illecito, che danneggia sia l’Erario sia,
soprattutto, gli operatori corrotti, sia i giocatori e la loro tutela.