Marco Furlan e Wolgang Abel sono stati riconosciuti dall’autorità giudiziaria come i serial killer che si firmavano con lo pseudonimo “Ludwig” negli anni 80-90
I serial killer che si firmavano con lo pseudonimo Ludwig, hanno seminato morte in tre paesi e per sette anni.
Marco Furlan, laureando in Fisica, figlio di un noto primario dell’ospedale di Verona e Wolgang Abel, bavarese di nascita, studente modello, laureato a pieni voti in matematica, trasferitosi con la famiglia in provincia di Verona.
I due giovanissimi serial killers, che firmavano con lo pseudonimo “I Ludwig” si conobbero adolescenti alle scuole superiori. L’affinità psicotica, nonché ideologica di totale disprezzo ed odio nei confronti di emarginati, quali barboni, prostitute, tossicodipendenti, omosessuali, li portò a compiere in poco meno di 7 anni, tra l’agosto del 1977 ed il mese di marzo 1984, almeno 10 omicidi, per i quali sono stati riconosciuti responsabili dalla legge.
Almeno 10, perchè questo è il numero delle morti accertate a carico de “I Ludwig” per le quali sono stati condannati entrambi a 27 anni di reclusione.
I Ludwig
Il Primo Omicidio
Il primo omicdio fu commesso quando Furlan non era ancora maggiorenne mentre Abel aveva da poco compiuto 18 anni. A morire per mano de I Ludwig, fu Guerrino Spinelli, senza tetto, chiuso e bruciato nella sua auto.
Teatro del primo crimine, la città di Verona. La circostanza, tra l’altro riscontrata più volte nei loro omicidi, di dare alle fiamme l’auto del nomade fu legata anche al fatto che il padre di Furlan fosse primario del reparto grandi ustionati dell’ospedale di Verona. Questo omicido non fu, però, in fase processuale addebitato ai Ludwig
Un anno dopo, il secondo omicidio, inizialmente ascritto ai due, l’assassino di un omosessuale, Luciano Stefanato, ucciso a Padova, con particolare efferatezza. Più di 20 le coltellate inferte al malcapitato. Anche in questo caso non sono stati riconosciuti autori dell’assassinio.
La rivendicazione degli omicidi
Nel 1979, a cadere sotto le coltellate infertegli , fu Claudio Costa, giovane tossicodipendente di Venezia ed ancora Alice Maria Baretta, prostituta 50enne, finita a colpi di ascia e di martello. Solo sul finire del 1980, a tre anni dal primo omicidio, i Ludwig, apposero la firma alle morti causate a partire dal 1977, sigillando lo stemma dell’aquila nazista con lo pseudonimo ed inviandolo al Gazzettino di Venezia, come rivendicazione, poi non riscontrata in fase processuale.
L’escalation dell’azione criminale
Inizialmente a loro carico, anche l’accusa di aver appiccato l’incendio alla Torretta di Porta San Giorgio di Verona, nel 1981, luogo frequentato da tossicodipendenti e senza tetto. Il rogo causò la morte del 17enne Luca Martinotti, ma furono assolti dall’accusa, nonostante alla redazione di Repubblica fu recapitato un volantino siglato con il loro pseudonimo e l’aquila con svastica e frasi inneggianti al nazismo ed alla pulizia sociale e morale.
A Furlan e ad Abel sono stati ricondotti dalla giustizia gli omicidi di padre Giuseppe Lovato e padre Gabriele Pigato, a Vicenza, colpiti con un martello, mentre a febbraio 1983, a Trento, si ritiene abbiano tolto la vita al sacerdote Armando Bison, piantandogli un punteruolo nel cervello.
i due serial killers vengono inoltre ritenuti responsabili, nello stesso anno, a maggio del 1983, della uccisione di sei persone, morte a Milano, dove avrebbero fatto irruzione in un cinema a luci rosse, armi in pugno e sparando all’impazzata.
Nell’azione, oltre ai sei morti, rimasero ferite 32 persone.
Le azioni criminali fuori il confine italiano
Furono ritenuti autori anche di azioni fuori dai confini italiani, come le 13 morti causate ad Amsterdam in un sexy club sempre nel 1983, ma l’accusa non trovò riscontro mentre è stata accertata la responsabilità, l’anno dopo a Monaco di Baviera, città natale di Abel, dove a causa di un incendio di cui si pensa siano i Ludwig gli autori, in una discoteca, morì una cameriera di origini italiane e rimasero ferite altre sei persone.
La cattura di Furlan e Abel
Ultimo atto della loro carriera da serial killers, la tentata strage, da mettere in atto con taniche di benzina da dare alle fiamme, nella discoteca di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, durante una festa di carnevale. F
urlan e Abel, dopo essersi introdotti con il liquido infiammabile, lo riversarono sulla moquette, rivelatasi poi rivelatasi refrattaria alle fiamme. La folla li bloccò e solo l’intervento delle forze dell’rodine li salvò dal linciaggio.
Wolfgang Abel è stato intervistato nel 2017 da Bruno Vespa in una puntata di Porta a Porta, dichiarando la sua totale estraneità ai fatti addebitati ai serial killers e la sua totale innocenza.
Wolfgang Abel a Porta a Porta: Sono estraneo
Il Processo ai Ludwig
A Furlan ed Abel fu riconosciuta la seminfermità mentale e condannati a 27 anni di carcere. Nel 1988, i due serial killers fuorno scarcerati per decorrenza dei termini.
Furlan fuggì dal soggiorno obbligato ma fu ricatturato a Creta 4 anni dopo. E’ stato scarcerato nel 2008, con un anno di anticipo rispetto al termine della pena, dopo aver conseguito, nel frattempo, durante la detenzione, la seconda laurea in ingegneria informatica.
Abel è invece libero dal 2016, dopo un residuo di pena osservato agli arresti domiciliari a partire dal 2009.
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