Se c’è una cosa che il lockdown ha lasciato in eredità a tanti italiani è la migliorata capacità nell’impastare pizze e prodotti da forno.
Gli scaffali del lievito vuoti retano una delle immagini più note della corsa all’accaparramento della primavera 2020.
Con le zone rosse in via di accensione, l’ipotesi di una nuova corsa a lieviti e farine torna in voga.
Ma come si abbinano le esigenze di chi vuol mantenere una discreta forma fisica con la necessità di produrre in proprio pasta e pizza?
Come coniugare gusto e salute?
Le migliori farine alternative per la pizza fatta in casa
L’uso di farine alternative a quelle particolarmente raffinate di maggior diffusione può venire incontro.
Farina di farro, farina di riso, farina di kamut, farina di cereali, farina di quinoa: le nostre nonne avrebbero espresso qualche perplessità di fronte ad un ventaglio di opportunità che si allarga sempre più. Ma intanto, i benefici ci sono.
Abbiamo coinvolto, in questo percorso di utility gastronomico, un biologo nutrizionista, un professionista con…le mani in pasta.
Come preparare la pizza secondo il nutrizionista
Francesco Iannicelli è il titolare di uno studio di Nutrizione Clinica ad Avellino e consulente per la qualità e l’Haccp per numerose aziende oltre ad essere socio dell’unità avellinese dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso.
Dottor Iannicelli, per chi è a dieta, è possibile impastare una pizza che non faccia salire i sensi di colpa e non faccia male alla salute?
Cominciamo col dire che chi non ha particolari allergie o intolleranze alimentari durante le diete non deve privarsi quasi di nulla. Il mio consiglio generale è di evitare tutti i prodotti eccessivamente lavorati o industrializzati e le famose bibite gassate.
Detto questo, una pizza il sabato sera senza eccedere nei condimenti o nelle quantità fa bene anche all’umore e quindi ne beneficia tutto l’organismo. Per cui iniziare a sperimentare nuovi gusti abbinando farine più integrali e meno conosciute potrebbe farci scoprire nuovi gusti che possono effettivamente avere anche una ricaduta positiva sulla nostra salute. Da un anno a questa parte poi, con le vicende tristemente note legate alla pandemia da SarsCov-2, sui Social sono letteralmente esplose le ricette per panificare o fare pizze in casa mandando in crisi il sistema di approvvigionamento dei lieviti.
Quali le accortezze da osservare per ottenere una pizza digeribile e che non gonfi?
La scelta deli ingredienti è fondamentale per rendere qualsiasi pietanza salutare, pizza compresa. è consigliabile preferire il lievito naturale (lievito di birra, lievito madre) ai lieviti chimici e preventivare per la realizzazione di una pizza leggera, digeribile e che eviti il fastidioso gonfiore post-prandiale, dei tempi di lievitazione di circa 24 ore.
Inoltre, per riuscire a digerire al meglio la pizza, l’impasto dovrebbe essere anche ben cotto: la pasta della pizza poco cotta o cruda tende a dare problemi di acidità di stomaco, dopo averla consumata.
Se a tutto questo aggiungiamo l’uso di farine sempre meno raffinate e provenienti da grani antichi possiamo dire di aver preparato una pizza gustosa e anche ricca di nutrienti “buoni”
L’impasto è importante, ma bisogna fare molta più attenzione al condimento!
La Farina per la pizza, quale scegliere?
Fino a poco fa, il dubbio era tra farina 0 e 00. Farine raffinate che hanno cominciato a lasciare il passo a prodotti alternativi. Come orientarsi tra farine integrali, di riso, di quinoa, di kamut, di farro, di orzo, di frumento?
Sicuramente meno raffinata è la farina e meno problemi dà in termini di impatto “glicemico” e quindi a cascata su tutta una serie di risposte dell’organismo. Qui parliamo di farine con caratteristiche abbastanza diverse che vanno da una maggiore digeribilità per quella di riso, a una maggiore presenza in fibre per quella di farro e orzo, fino ad una maggiore quota energetica per le farine di kamut. Discorso a parte per la quinoa che è uno pseudocereale e che quindi non contiene glutine e può essere consumata dai soggetti celiaci senza problemi. Inoltre, è ricca di proteine e quindi viene utilizzata molto nei regimi dietetici a basso contenuto di carboidrati come alternativa a riso e pasta.
Perché eventualmente queste farine sono da preferire alle classiche?
L’uso di queste farine può essere un valido supporto per aiutarci a riscoprire sapori diversi, che l’uso, a volte eccessivo imposto dai ritmi sempre più frenetici, di prodotti commerciali e di origine industriale ci ha fatto dimenticare nel tempo. Ora che molti di noi sono costretti a rimanere a casa possono iniziare a giocare con le farine per ottenere impasti personalizzati che con i loro maggiori contenuti in fibre e sali minerali possono aiutarci a gustare varianti di quello che è diventato un patrimonio immateriale dell’Unesco. Inoltre, se pensiamo che molte di queste farine sono prodotte da aziende del nostro territorio, aumentando il loro consumo diamo un grosso segnale di speranza ad una economia locale che soprattutto in questo momento ha bisogno di essere supportata ed aiutata a crescere e a consolidare l’idea del prodotto a km zero che aiuta noi e l’ambiente.