Il pub, diminutivo nella terra d’origine di public house, è un modello importato dal Regno Unito esploso a cominciare dagli anni ’80.
In Irpinia si è radicato e rafforzato, incontrando, soprattutto grazie ad alcune esperienze di successo, il favore degli avventori.
Se all’inizio erano soprattutto i giovani a prendere d’assalto quelle che, solo per un breve periodo a dire il vero, da noi presero il nome di paninoteche, oggi al pub è possibile incontrare diversi target, con un’età compresa tra i 20 ed i 50 anni.
Negli anni ’80, antesignano dei moderni pub nella città di Avellino fu l’Hot Shit, a via Zigarelli, molto frequentato non solo dai liceali ma anche dai militari di leva della Caserma Berardi.
Tra le prime esperienze ad Avellino di pub in stile anglosassone ci fu l’Irish Museum in via De Conciliis ad Avellino. Una autentica novità per la città frutto dell’intuizione di Gerardo Guarino.
Alla frazione Bellizzi, negli anni ’90, spopolava lo Sherlock Holmes di Maria Pia Salvati e Giovanni Ventre il primo a proporre un servizio chat che consentiva di mettersi in contatto con amici sparsi in Italia e all’estero, mentre a Mercogliano a fare da apripista fu l’Happy Chef (tuttora in attività), che si propose però in una chiave meno inglese e più americana.
Tra i pub storici di Avellino e del suo hinterland, impossibile non citare il Quo Vadis di Atripalda, che in pochi mesi divenne il sinonimo per eccellenza, in provincia di Avellino, di un modo nuovo di fare gastronomia e che ancora oggi attira un discreto pubblico che ne continua a decretare il successo.
Nel centro storico, di moda per un lungo periodo nei primi anni 90 il Coors dei fratelli Pergola e il Soul Club ancora attivo e che da poco ha cambiato gestione e nome in GiuAlè Soul Pub.
Ottima cucina, specialità alla brace e tanta buona musica dal vivo sono il marchio di fabbrica del Double Bro di via Pianodardine ad Avellino, un punto di riferimento in città per chi intenda trascorrere serate in buona compagnia, degustando ottimi piatti accompagnati da una selezione di birre internazionali e ballare sulle note della live music di interessanti gruppi emergenti.
Successo che, invece, rimanendo sempre ad Atripalda, accompagna ormai da anni, su scala regionale (ma non mancano gli avventori che provengono ormai anche da fuori regione), il pub L’Ottavo Nano, specializzatosi nella selezione delle birre artigianali e per questo divenuto la meta prediletta dagli amanti del genere, grazie alla sua fornitissima cantina.
Poco distante, a Manocalzati, ecco un altro di quei locali entrati di diritto nella nomenclatura dei pub irpini: il Queen’s Castle, caratterizzato da quel tocco vintage che rende particolarmente accoglienti gli ambienti.
Fino a qualche anno fa, per molti dire pub in provincia di Avellino significava far riferimento al Bier Hall di Contrada, tra i primi locali ad affermarsi per le diverse opportunità di svago proposte.
Come anche. soprattutto tra i più giovani, da qualche anno, dire pub significa dire The Tales Pub, il locale di Solofra che, complice anche la vicinanza con il campus universitario di Fisciano, è diventato un piacevole punto di incontro dove gustare degli ottimi piatti.
Più raccolto nelle dimensioni e con la classica atmosfera dei pub tipicamente inglesi è il Jack Old Pub di via Appia ad Atripalda che presenta una buona cucina e una buona selezione di birre, così come, a poca distanza, il Camelot.
Tra le novità in tema di pub ad Avellino, in forte ascesa sono le quotazioni del Macpherson Scottish Pub di via Matteotti, caratteristico nel suo stile british e con un menù particolarmente ricco e gustoso, e del Tuke a Viale Italia.
Sempre in città, buone referenze anche su TripAdvisor hanno l’Old Style di via Zoccolari e il Kinsale pub di via Brigata Avellino.
A Monteforte Irpino, in località Alvanella, in ascesa le quotazioni del Moody, locale in stile industrial che oltre a sfornare ottime pietanze e panini con carni di eccellente qualità, propone una innovativa linea vegana.
In provincia sono diversi i locali che attirano pubblico giovane e non solo.
Impossibile non citare il Brauhaus di Volturara, pub in stile bavarese, il Bavaria e il The Black Rose di Ariano Irpino, il Johnnie Walker a Montella e il Good Food di Grottaminarda con la sua ambientazione a stelle e strisce.
Meritano una citazione anche i pub The Shire (Sant’Angelo dei Lombardi) , Filiberto’s (Mirabella Eclano), Double Jack (Calitri) ed il Muud (Sirignano).
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L’elenco proposto più che una graduatoria oggettiva è da considerarsi un vademecum soggettivo, un suggerimento senza alcun carattere di ufficialità. Le citazioni nascono sulla scorta di esperienze dirette (basate sul gusto che, ca va sans dire, ha carattere esclusivamente personale) e sul numero e la qualità di giudizi e valutazioni espressi dagli utenti della rete attraverso siti specializzati (es.: Tripadvisor) e social network (es. Facebook).
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