Scopri la mostra dedicata a Joan Mirò a Roma e immergiti in 140 opere che esplorano il rapporto tra sogno e arte, in esposizione fino a febbraio 2025.
Tutti sogniamo di notte anche se pochi se ne ricordano. Molti ricorrono all’uso della parola nel tentativo di rievocare un sogno, ma per Joan Mirò (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) il linguaggio visivo precede di gran lunga il linguaggio verbale, i sogni sono insieme la manifestazione di un impulso allo stato inconscio, e la progettualità che subentra nel momento esatto in cui una sequenza caotica di immagini diventa materia tangibile attraverso i suoi disegni, manifesti, acquerelli, dipinti, sculture, monumenti e arazzi.
“Mirò – Il costruttore di sogni” è il titolo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo che dal 14 settembre al 23 febbraio 2025 restituisce al pubblico 140 opere realizzate dal maestro catalano tra il 1924 e il 1981 al Museo Storico della Fanteria di Roma.
Opere meno conosciute provenienti dalle collezioni private italiane e francesi sono allestite in 8 aree tematiche:
- Litografie dalla serie “Le lézard aux plumes d’or III” (“La lucertola dalle piume d’oro”) stampate da Fernand Mourlot per l’editore Louis Broder;
- Manifesti come quelli realizzati in occasione della XXII Esposizione del Salon de Mai nel 1966 e delle sue principali mostre personali;
- Poesia, una serie di illustrazioni ispirate al testo scritto nel 1945 dal poeta rumeno Tristan Tzara nell’ospedale psichiatrico di Saint-Alban;
- Ceramiche, una serie di piatti provenienti da una collezione privata parigina;
- Derrière le Miroir, la serie di litografie realizzate per la rivista fondata e pubblicata tra il 1946 e il 1982 in oltre 200 numeri dalla Galleria Maeght;
- Pittura, molti dipinti e acquerelli provenienti da Galerie Lelong, originariamente fondata da Aimé Maeght;
- Musica, tra cui una serie di copertine per LP e bozzetti preparatori per Silvano Bussotti dalla collezione della Biennale di Venezia;
- Miró e i suoi amici, tra cui i poeti André Breton, Jean Cocteau e Luis Aragon immortalati in una serie di fotografie d’epoca.
Info Mostra
- Museo della Fanteria
L’edificio in stile liberty su tre piani che dal 1959 ospita la collezione di armi, uniformi, bandiere, cimeli, documenti, plastici, sculture e dipinti relativi alla storia dell’arma dell’esercito del Museo Storico della Fanteria, si trova in Piazza Santa Croce in Gerusalemme tra il Museo storico dei granatieri di Sardegna e il Museo nazionale degli strumenti musicali, nel rione Esquilino a Roma.
All’ingresso la scultura in marmo del “Legionario partente” a opera dello scultore siracusano scomparso nel 2001 Biagio Poidimani, prima esposta alla 23ma Esposizione d’arte di Venezia nel 1942, poi donata al Museo dall’allora Ministro della Difesa Giulio Andreotti nel 1960, raffigura l’abbraccio tra un soldato chiamato alle armi e il suo bambino.
Informazioni: +39 351 355 8588 – Prenotazioni +39 351 840 3634
Progetto prodotto da Navigare Srl con il patrocinio di Ambasciata di Spagna in Italia; Instituto Cervantes di Roma; Regione Lazio e di Città di Roma,
Orari
- Dal Lunedì al Venerdì: dalle ore 09,30 alle ore 19,30.
- Sabato e Domenica: dalle ore 09,30 alle ore 20,30.
- Ultimo ingresso trenta minuti prima della chiusura.
Joan Miró i Ferrà
Figlio di un orafo e orologiaio di un piccolo borgo della Catalogna, Joan Mirò studia economia e lavora come contabile in una drogheria di Barcellona fino all’età di 18 anni, prima di cambiare definitivamente rotta iscrivendosi all’Accademia privata di Francesc Galì.
A 27 anni si trasferisce a Parigi dove incontra i pittori Pablo Picasso e André Masson, i poeti Pierre Reverdy, Max Jacob e Tristan Tzara, partecipando alle attività Dada, gli scrittori Michel Leiris, Ezra Pound e Ernest Hemingway che compra “La Fattoria” (1921-22), oggi conservato al National Gallery of Art di Washington.
Nel 1930 nasce l’unica figlia Maria Dolors dal matrimonio con la palmesana Pilar Juncosa. Un legame maturato sin dall’infanzia in quanto Pilar, rimasta orfana di madre – già cugina del nonno di Mirò -, fu affidata ai nonni dell’artista.
Nonostante il suo lavoro fosse già ampiamente conosciuto negli Stati Uniti sin dagli anni trenta, Mirò compie il primo viaggio nell’Ohio solo nel 1947, quando ottiene la commissione per il grande dipinto murale al Gourmet Room del Terrace Plaza Hotel tramite il suo gallerista Pierre Matisse, oggi conservato al Cincinnati Art Museum.
Allo stesso anno risale la mostra “Le Surréalisme en 1947: Exposition internationale du surréalisme” alla Galleria Maeght di Parigi, organizzata da André Breton and Marcel Duchamp. Assieme ai coniugi Aimé e Marguerite Maeght, Joan Mirò come gli artisti Henri Matisse, Marc Chagall, Alexander Calder, Alberto Giacometti e Fernand Léger, vive la tragedia della prematura scomparsa di Bernard, il figlio più giovane dei Maeght a cui è dedicata la Fondazionedi Saint-Paul-de-Vence, nel sud della Francia, un progetto dell’architetto Josep Lluís Sert, come quello della Fondazione Joan Mirò a Barcellona (1972-75).
All’età di 73 anni, in occasione della retrospettiva al National Museum of Art di Tokyo, Mirò è in Giappone per la prima volta e incontra il poeta Shuzo Takiguchi, autore della sua prima monografia. Nel 1983, in occasione del suo 90° compleanno, al Moma di New York si tiene l’ultima mostra dedicata al grande maestro mentre è in vita: l’instancabile sperimentatore dall’attitudine alla libertà e all’indipendenza da ogni dogma artistico, sociale e culturale, muore il giorno di Natale nella sua casa di Palma di Mallorca.
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