Scopri su Netflix il film drammatico, intenso e pluripremiato, che racconta la vicenda del primo grande pentito di mafia e il suo impatto sulla giustizia italiana.
Ti sei mai chiesto cosa possa spingere un uomo immerso nel cuore della mafia siciliana a tradire il codice d’onore e a collaborare con la giustizia? Sei pronto a immergerti in una storia vera che ha scosso le fondamenta di Cosa Nostra?
‘Il traditore‘ visibile su Netflix è il film che ti terrà incollato allo schermo, con uno straordinario Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta: una pellicola drammatica italiana pluripremiata e ispirata alla storia vera di un personaggio molto discusso della malavita organizzata internazionale.
Diretto da Marco Bellocchio (“L’ora di religione“, “Buongiorno, notte“, “Fai bei sogni“), “Il traditore” è un film del 2019 prodotto da IBC Movie, Kavac Film, Rai Cinema e distribuito da 01Distribution che racconta, con la solita maestria che contraddistingue la carriera del regista italiano, la storia di Tommaso Buscetta, il primo grande pentito di mafia la cui testimonianza ha cambiato il corso della lotta contro Cosa Nostra in Italia.
Oltre a Favino, assolutamente straordinario, fanno parte del cast Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio e Bebo Storti.
Presentato in anteprima al Festival di Cannes nel maggio 2019, la pellicola ha conquistato sei David di Donatello, due Ciak d’oro, sette Nastri d’argento e due Globo d’oro.
Cosa accade quando il silenzio si rompe e l’omertà cede il passo alla verità?
“Il traditore” è ambientato in un periodo cruciale della storia italiana, gli anni ’80, quando la mafia siciliana, Cosa Nostra, era al culmine del suo potere. Questo decennio fu caratterizzato da una feroce guerra interna tra le famiglie mafiose, in particolare tra i Corleonesi, guidati da Totò Riina, e le altre fazioni tradizionali. Una guerra che causò centinaia di morti, inclusi molti innocenti, e destabilizzò ulteriormente il tessuto sociale siciliano e nazionale.
Tommaso Buscetta, noto come “il boss dei due mondi” per i suoi legami tra l’Italia e il Brasile, fu una figura chiave in questo contesto. La sua testimonianza fu fondamentale per il maxiprocesso di Palermo (1986-1987), condotto dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che portò a centinaia di condanne e rappresentò un punto di svolta nella lotta contro la mafia.
Dopo essere stato arrestato in Brasile negli anni ’80 ed estradato in Italia, il boss decise di collaborare con la giustizia, rompendo il codice di omertà che aveva governato la sua vita fino a quel momento. La sua decisione arrivò dopo le brutali guerre di mafia che portarono all’assassinio di molti dei suoi amici e familiari, spingendolo a riconsiderare il suo ruolo all’interno dell’organizzazione criminale.
La regia di Bellocchio fa emergere il percorso di Buscetta mentre racconta al giudice Giovanni Falcone, interpretato da Fausto Russo Alesi, i dettagli interni di Cosa Nostra, portando a numerosi processi e condanne di figure di spicco della mafia.
La narrazione non si limita solo agli eventi giudiziari ma esplora anche i conflitti personali di Buscetta, il suo senso di tradimento, la ricerca di redenzione e le ripercussioni delle sue azioni sulla sua famiglia.
La storia del boss dei due mondi evidenzia il conflitto tra l’individuo e il gruppo. La sua scelta può essere vista come un atto di ribellione contro un sistema oppressivo che, pur avendolo accolto, gli aveva tolto tutto: famiglia, amici, identità.
Il film esplora queste dinamiche, mostrando come le strutture mafiose influenzino profondamente le vite degli individui e delle comunità, creando una cultura del silenzio e della paura difficile da rompere.
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