Prima della fama da regista con Il Divo, La grande bellezza ed E’ stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino ha vissuto un’infanzia molto particolare.
Inseguire (e raggiungere) un sogno, dopo aver vissuto un incubo. La vita di Paolo Sorrentino, regista napoletano di successo, vincitore di un Premio Oscar (con «La Grande Bellezza» nel 2014) ed in nomination nel 2022 con «E’ stata la mano di Dio», è già di per sé una sceneggiatura perfetta.
Che proprio nel lavoro presentato alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel mese di settembre 2021 viene narrata, con poche licenze, in quella che è a tutti gli effetti una pellicola autobiografica.
«Maradona mi ha salvato la vita» lo ha sempre ripetuto come un mantra, Paolo Sorrentino. La passione per il calcio, e per il Pibe de oro in particolare, è quasi una conseguenza obbligata per gli adolescenti napoletani degli anni ’80 (Paolo Sorrentino è nato a Napoli nel 1970).
Paolo Sorrentino e il calcio
Il calcio come momento di aggregazione, di sfogo e di rivalsa. Era questo lo spirito che teneva insieme, intorno alla maglia azzurra, uomini, donne, bambini, anziani in quegli anni.
Un contagio a cui non fu immune il giovane Paolo, figlio di una comune famiglia borghese: mamma Concetta casalinga, papà Salvatore bancario, una casa al Vomero, un fratello, una sorella.
Lo sliding doors che gli cambia la vita si presenta il 5 aprile 1987. Il “suo” Napoli impegnato a Empoli. Per la prima volta il papà gli concede il visto per la trasferta, fino a quel momento vietata.
Il dramma di Roccaraso
Grazie al sogno di seguire il suo idolo Diego Armando Maradona, Paolo Sorrentino quella settimana non segue i suoi genitori nel consueto week end fuori porta a Roccaraso, in Abruzzo, dove la famiglia Sorrentino ha una piccola casa per le vacanze.
E’ qui che la notte prima dell’esordio sugli spalti del “Castellani” del Paolo Sorrentino supporter, il monossido di carbonio diffuso nell’ambiente a seguito di un guasto alla stufa addormenta per sempre i genitori del regista. Che avrebbe avuto in sorte lo stesso destino se solo non fosse intervenuta… la mano di Dio. E di D10.
E’ qui che inizia inevitabilmente una nuova vita, una nuova storia, una nuova sceneggiatura.
Sorrentino è costretto a crescere e ad abituarsi ad una realtà che improvvisamente non contempla più le figure genitoriali.
Gli esordi cinematografici.
Completa gli studi, ama la letteratura e la filosofia, ma prova a seguire il sogno del padre. Si iscrive, così, alla facoltà di Economia, ma il richiamo del cinema (e della scrittura) si fa sempre più forte. Al punto che a cinque esami dal termine degli studi decide di seguire il suo istinto. E la sua passione. Il suo primo lavoro, «Dragoncelli di fuoco» lo produce e realizza proprio negli anni universitari. Un test che non ha grande successo (anche perché non verrà mai distribuito) ma che circola negli ambienti cinematografici napoletani.
Sorrentino si avvicina a quel mondo. Frequenta Enzo Decaro, Stefano Russo e Antonio Capuano, con cui collabora ai primi corti.
Scrive anche per la televisione, collaborando alla sceneggiatura di due episodi della fiction di Raitre «La squadra».
Con Tony Servillo un tandem di successo
Il vero battesimo con il grande schermo arriva nel 2001: «L’uomo in più» segna il suo esordio da regista e l’incontro con l’attore Tony Servillo, volto, maschera e voce dei suoi più grandi successi.
Dopo «Le conseguenze dell’amore» e «L’amico di famiglia», nel 2008 arriva la consacrazione grazie a «Il divo», interpretato manco a dirlo da Servillo, ispirato alla figura di Giulio Andreotti. Il mondo della critica cinematografica internazionale celebra Paolo Sorrentino.
Il Premio Oscar con La Grande Bellezza
Che cinque anni più tardi, tira fuori dal cilindro «La Grande Bellezza», pellicola che lo porta sul tetto del mondo alla notte degli Oscar del 2014, quando gli viene attribuita la statuetta per il miglior film straniero.
Paolo Sorrentino ha firmato anche alcuni lavori televisivi di successo, come le due trasposizioni da Eduardo De Filippo («Sabato, domenica e lunedì» e «Le voi di dentro») e le miniserie «The Young Pope» e «The new Pope».