Pedopornografia e crimini informatici, l’irpino Giuseppe Giorgio spiega in un libro come riconoscere i pedofili in rete.
Ecco come smascherare i pedofili in rete. Un’impresa difficile, ma ci sono strumenti, tecniche e conoscenze che possono aiutare genitori, educatori ed insegnanti a proteggere minori e soprattutto bambini.
Agente della polizia di Stato, appassionato di Informatica e criminologia, da quasi 20 anni a servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha dato alle stampe di recente il libro “Il Profilo Criminologico del Pedofilo. Devianza e Criminalità nell’Era Digitale“.
Chi è Giuseppe Giorgio?
Giuseppe Giorgio, irpino doc, nato ad Avellino nel 1974 ha fatto della sua passione, un lavoro, un hobby ed un’arma contro le insidie della rete, fornendo un utile strumento a quanti, tra genitori, educatori, insegnati, vogliono essere preparati per capire se i “contatti on line” dei minorenni e soprattutto dei bambini, possano essere contatti a rischio.
Tra le sue passioni, oltre all’informatica ed al crime, anche la cucina. E’ ideatore e compositore di piatti e ricette originali, della cucina italiana e regionale.
Un passato da giocatore di basket a discreti livelli, oggi è sposato ed è papà di due bambini, Beatrice e Antonio.
In realtà, per quanto riguarda l’attività letteraria, Giuseppe Giorgio è figlio d’arte. Il padre Antonio, compianto e valente patologo irpino, nonchè ricercatore e studioso, amante della conoscenza in tutti i campi, è stato autore di numerosi ed apprezzati saggi: Manuale di Batteriologia clinica, Principi di Citopatologia, Da Venere alla Fecondazione in vitro , Sinai e Golgota (questo lavoro ha avuto ben tre riedizioni), Grande anima, animus, anima.
Come nasce l’idea di un libro sui pedofili? Qual è l’obiettivo di questo saggio?
Non è un libro sui pedofili, ma un contributo a capire chi è il pedofilo. Dietro quale profilo è possibile individuare un pedofilo, un adescatore. Nell’era digitale il fenomeno ha subito un mutamento epocale. Lo strumento internet consente al pedofilo di “svolgere al meglio” il suo spregevole ruolo.
Come nasce questa passione per l’informatica? E per la criminologia?
“Erano gli albori degli anni ’80 quando mio padre mi regalò il commodorre plus 4. Io volevo, ovviamente come tutti quelli della mia generazione, il commodore 64. Il plus4 era il primo home computer, quindi non solo consolle per giocare ma anche per programmare. Facevo piccoli progetti in linguaggio macchina con i comandi Run, Sys, List ecc…. Da allora ho sempre approfondito a livello basic la programmazione. Poi ho iniziato ad appassionarmi ai programmi di grafica con la creazione di siti web e/o grafica pubblicitaria e questo mi ha permesso di conoscere in modo più approfondito le dinamiche dietro le quali si muove internet.“
E per la criminologia?
“La passione per la criminologia è arrivata in un secondo momento. Non so se dalla mia passione latente è nato il mio lavoro in Polizia o viceversa, se la Polizia ha dato sfogo alla mia passione.
Nel 2001 dopo selezione al corso di polizia sono entrate alla polizia postale e delle comunicazioni, dove poi nel 2003 ho fatto il corso di specialità. E a allora lavoro e professione viaggiano insieme.
La prima volta che mi sono imbattuto nella Criminologia è stata durante il primo corso di studi, con l’esame in Criminologia, con brillante risultato e l’approfondimento delle teorie del Lombroso, il suo concetto di atavismo, la teoria della carenza del super-io di Freud e le associazioni differenziali di Sutherland. Credo che questo passaggio abbia ampliato la mia passione.”
Brevemente, per poi leggere il libro “Il Profilo Criminologico del Pedofilo. Devianza e Criminalità nell’Era Digitale”, chi è il pedofilo nell’era di internet?
“Nell’era internet i pedofili hanno lo stesso profilo di sempre: non c’è una differenza tra il pedofili di rete e quello reale. Hanno la stessa personalità, solo che quello in rete utilizza lo strumento informatico e internet come i mezzi per adescare, ricercare materiale pedopornografico, divulgarlo. Un tempo si nascondeva, si camuffava nei giardini pubblici, nei parchi giochi, si appostava nei pressi di negozi dell’infanzia. Oggi si nasconde dietro uno schermo del PC, ha competenze informatiche in genere medio/alte. E’ venuto meno solo “il senso del luogo”, come affermava Joshua Meyrowitz, riferendosi generalmente ai comportamenti sociali mutati con l’avvento dell’era digitale. Questo vale anche per i comportamento sociali patologici.“
Come riconoscere i pedofili?
“Per la famiglia è quasi impossibile. Anche perchè gli adolescenti tendono a “riservare” il loro mondo dei contatti. I ragazzi o i bambini, purtroppo, difficilmente possono capire in anticipo. I pedofili si presentano come coetanei della vittima, seguono degli schemi ben precisi: fase di ricerca (su facebook, Instagram, tiktok), appena individuata la vittima, parte la fase di approccio, molto lunga in cui cercano di entrare in empatia con la vittima, la manipolano psicologicamente per carpirne la fiducia e diventare poi un loro confidente, un loro amico, un loro “amante”.
Come proteggere i bambini e gli adolescenti,
Quali attenzioni possono avere i genitori per sventare la minaccia pedofili?
“Mai controllare furtivamente, mai vietare di vivere esperienze. Condividere con i figli ogni passo, creare un rapporto di fiducia esattamente come si farebbe nella vita reale. Il bambino deve sentirsi libero di chiedere al genitore aiuto, il bambino non deve sentirsi controllato. Il genitore deve imparare ad ascoltare e a partecipare alle attività del figlio. Molti genitori mi rispondono: ma loro ne sanno più di noi. Ed io rispondo: bene allora chiedete loro di insegnare a voi, la vostra esperienza di vita poi servirà a loro per imparare a muoversi senza problemi. “
E’ utile installare programmi spia su smartphone e pc dei propri figli?
“Io non sono e non consiglio, dunque, atteggiamenti di controllo, di spionaggio. Anche perchè sono inutili. I ragazzi della mia generazione, per esempio, hanno combattuto battaglie per avere il motorino. Il divieto dei genitori non serviva a nulla, perchè una volta fuori di casa utilizzavano il motorino dell’amico. Anche nel caso dei programmi spia sarebbe lo stesso, finirebbero per usare account di loro amici. Va sottolineato, però, che fino a 14 anni non dovrebbero avere account social, e anche l’utilizzo di smartphone e pc dovrebbe essere limitato a scopi di emergenza. Anche in questo caso vietare l’uso di smartphone e pc sarebbe impossibile. Bisogna condividere le esperienze. Essere partecipativi alla vita dei propri figli. “
I siti di incontri sono pericolosi?
“I siti di incontri possono essere pericolosi per gli adulti, figuriamoci per adolescenti o bambini. Il problema non è lo strumento in se, ma l’uso che se ne fa. E soprattutto chi si può incontrare, il grado di consapevolezza nell’uso dello strumento.
Lasceresti tua figlia entrare in una stanza piena di coetanei che però non conosci? Io no. “
Come capire se un bimbo è finito nel “mirino” di un pedofilo?
“Spesso i sintomi sono aspecifici, tuttavia un bambino vittima passa repentinamente da uno stato di bambino allegro e felice a bambino chiuso e triste. Da bambino socievole a bambino chiuso anche verso il mondo esterno. Da bambino bravo a scuola a svogliato. Tutto in maniera repentina ed improvvisa, questo è un segnale importante da non sottovalutare mai.“
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