Peperoncino piccante, variopinti, profumati, sempre disponibili per ogni ricetta. Ecco la guida per avere nel proprio orto il peperoncino piccante, dal meno forte al più piccante al mondo.
I peperoncini sono divenuti, negli ultimi anni, un vero e proprio hobby per tanti che si dilettano in cucina e nell’orto.
Le varietà di peperoncino disponibili sulla tavola sono sempre più numerse, grazie agli ibridi che nel corso del tempo sono stati creati.
Sfatiamo subito un mito, il peperoncino calabrese, quello che per decenni ha avuto la nomea di essere irresistibile potrebbe essere considerato una carezza al palato rispetto a tante varietà oggi disponibili.
Inoltre, il peperoncino piccante si è guadagnato anche la fama di pianta da ornamento, grazie ai suoi colori sgargianti ed all’estetica della piantina.
Peperoncino piccante, come si misura la piccantezza?
Per misurare la piccantezza del peperoncino piccante esiste una scala di valori, la scala Scoville.
Questa, in pratica, misura la quantità di capsaicina, il composto chimico presente nella pianta di peperoncino.
Ovviamente, è una misurazione che non è possibile fare “a lingua”, ma basterà sapere che ogni varietà di peperoncino ha una sua dotazione di capsaicina, compresa tra valori minimi e massimi.
Secondo la scala Scoville, il peperoncino più piccante al mondo dovrebbe essere il Pepper X, più di 100 volte più piccante di un peperoncino della varietà Calabrese.
In realtà, il Guinnes dei primati attribuisce il primo gradino della piccantezza al Carolina Reaper.
Considerate sempre, però, che al di là della capacità di base di pizzicare la lingua di una varietà di peperoncino, molto fa il momento in cui lo si consuma, o meglio, lo si raccoglie dalla pianta.
Se la pianta è stata annaffiata di recente, il peperoncino risulterà meno piccante. Al contrario, potrete avere un peperoncino particolarmente piccante se lo cogliete dalla pianta dopo molto tempo dall’ultima innaffiatura. Noi vi abbiamo avvisato.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte a peperoncini che lasciano “senza fiato” nel vero termine della parola.
Quando seminare il peperoncino piccante?
Il periodo migliore in Italia per seminare il peperoncino piccante, di qualunque varietà è il mese di maggio.
Sono piante che temono il freddo e che per crescere hanno bisogno di temperature molto miti. L’ideale è intorno ai 20 gradi.
Il peperoncino può essere anche coltivato a partire dai semi. Se decidete di coltivare i semi, dovete anticiparvi a febbraio, ponendo i semi in un semenzaio, meglio se riscaldato, per poi travasare le piantine a maggio.
Generalmente, giungono a maturazione tra i 60 ed i 90 giorni, in piena estate dunque.
Hanno bisogno di esposizione al sole e di una discreta e costante annaffiatura, mantenendo il terreno sempre umido, in particolare nel periodo di fruttificazione.
Le piantine vanno distanziate di almeno 50 cm perchè sono robuste e tendono ad espandersi. In alcuni casi possono essere anche corredate di sostegni, anche se generalmente sono sufficientemente robuste.
Qual è il peperoncino più piccante al mondo
Abbiamo già accennato al Caroline Reaper, al Calabrese ed al Pepper X, ma le varietà di peperoncino sono davvero tante e ognuna ha le sue caratteristiche. Passiamo in rassegna, brevemente, i più noti peperoncini.
Carolina Reaper, il peperoncino più piccante del mondo
Il Guinness dei primati lo considera il peperoncino più piccante al mondo.
Il Carolina Reaper può provocare sensazione di bruciore anche alla pelle, figurarsi al palato.
Se avete papille gustative tanto resistenti, nel Carolina reaper potreste anche rinvenire note di cioccolato e note fruttate.
La sua forma a coda di scorpione evoca la sua capacità di piccantezza, ma i suoi colori, durante le varie fasi della maturazione, dal verde al rosso carico, passando per l’arancione sono affascinanti.
Trinidad Scorpion, il peperoncino ingannatore
Non lasciatevi ingannare dallo Scorpino di Trinidad. In un primo istante, l’assaggio non risulta particolarmente audace, ma pochi secondi dopo la piccantezza esplode in tutta la sua forza.
Il trinidad Scorpino, infatti, una decina di anni fa era il primo nella scala di piccantezza.
Poi è stato scalzato dal Carolina Reaper.
E’ chiamato così per la forma che ricorda appunto uno scorpione. Notevole anche per dimensioni, può raggiungere i 5 cm di lunghezza e di diametro.
Naga Morich, giusto equlibrio tra gusto e piccantezza
Il Naga Morich è forse il peperoncino più apprezzato sul mercato. Grazie al giusto equlibrio tra piccantezza e gusto.
La pianta può arrivare anche ad un metro di altezza. I sentori ricordano note di frutti tropicali.
Il Naga Morich è stato il primo peperoncino della categoria super hot ad essere coltivato in Italia.
Habanero, bello e terribile
L’Habanero è forse il peperoncino più conosciuto al mondo, e sicuramente il più bello da guardare, per i colori delle diverse cultivar.
Può essere coltivato anche come pianta ornamentale. Il frutto, generelmante a forma di lanterna, può assumere vari clori, dal bianco, al giallo, all’arancione al rosso, passando anche per il viola ed il marrone.
Per quanto esteticamente apprezzabile, l’Habanero resta un peperoncino che si fa rispettare per la sua piccantezza, adatto a chi è avvezzo a determinati livelli di “bruciore” alla lingua.
Il Calabrese, peperoncino italiano, gustoso e moderato
Il Calabrese è una cultivar italiana, proveniente dalla Calabria. Rispetto ai peperoncini tropicali è da considerarsi una carezza al palato, tanto che gli estimatori lo consumano anche come verdura.
Grazie al suo equilibrio ed alla sua mitezza, però, è il miglior complemento per la creazione di ricette più elaborate e per insaporire gli insaccati.
Gli effetti benefici del peperoncino piccante
Il peperoncino, grazie alla sua dotazione di Capsaicina, ha numerosi effetti benefici.
E’ un vasodilatatore che migliora la circolazione del sangue. Non ha colesterolo. E a differenza di quanto si potrebbe pensare è un potente antinfiammatorio.
Di contro, però, è da evitare per chi soffre di ulcere.