Un complesso monumentale maestoso e sfarzoso, che si distingue per la sontuosità degli ambienti interni e per la cura del suo immenso parco, realizzato in base agli schemi delle migliori regge europee settecentesche: è il Palazzo Reale di Caserta che, insieme all’Acquedotto del Vanvitelli e al borgo manifatturiero di San Leucio, è fin dal 1997 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
La Reggia di Caserta, tra i monumenti più visitati in Italia, è uno dei più fastosi e splendidi palazzi che mai sovrano abbia fatto costruire. Infatti appena varcato l’ingresso, si ha subito l’impressione di entrare in un palazzo di fiaba.
Infatti non si può non restare colpiti dalla bellezza e dalla sontuosità delle sale di rappresentanza e di ricevimento, quasi tutte tappezzate con seta di San Leucio, ricche di preziose decorazioni, di arazzi, di mobili e specchi, che si snodano lungo ariosi corridoi e passetti, intorno ai quattro grandi cortili .
Dall’atrio si entra nelle stanze reali che si suddividono in appartamento vecchio ( fine XVIII secolo) ed appartamento nuovo (inizio XIX secolo). Dalle prime sale degli Alabardieri e delle Guardie del Corpo si giunge nel salone di Alessandro e quindi alla Sala del trono ed ad una serie di salotti e di stanze arredate da mobili in stile impero.
L’ala settecentesca è, invece, un vero e proprio museo dell’artigianato artistico partenopeo della fine del XVIII secolo. In essa di susseguono sale di ricevimento con affreschi ispirati alle quattro stagioni, salotti, “boudoir”, riccamente decorati secondo gli stili tardo barocco o rococò.
L’affresco della Sala di Alessandro il Grande, la Camera da letto di Francesco II e il suggestivo scalone d’onore (117 gradini, tutti realizzati in un unico blocco di pietra lumachella di Trapani) che ha visto sfilare nel 1994 i Capi di Stato intervenuti in occasione della riunione dei Sette Grandi, rappresentano solo alcuni esempi della grandiosità del Palazzo vanvitelliano che vanta anche una Biblioteca ricca di diecimila a volumi.
Il visitatore resterà inoltre stupefatto dalla varietà di stucchi e ori, marmi, della Cappella Palatina e del Teatro di Corte (unica opera che il Vanvitelli ultimò; infatti il compito di terminare la costruzione e di definire il parco ancora in fase di progettazione fu affidato a Carlo Vanvitelli , figlio di Luigi ) che continuano ad aprire i loro regali battenti per appuntamenti culturali di notevole valenza artistica. Una particolare attenzione merita il Presepe napoletano con pastori d’epoca.
Il Progetto
Il progetto della reggia casertana fu voluto da Carlo di Borbone nel 1750, quale simbolo di potere del suo regno che potesse competere per importanza e sfarzo con la Reggia di Versailles. Incaricato della realizzazione fu il Maestro Luigi Vanvitelli.
I numeri del Palazzo Reale sono davvero esorbitanti: 1742 finestre, 1200 stanze, 34 scale interne per cinque piani che si allargano su una superficie di 50.000 metri quadrati. La maestosità degli interni eguaglia quella degli spazi esterni.
Il Parco
Il parco, anch’esso opera di Vanvitelli, sebbene terminato e in parte modificato dopo la sua morte, è strutturato con un asse principale lungo tre chilometri e scandito da fontane barocche e gruppi statuari che terminano con la Grande Cascata, altamente scenografica.
Il Giardino all’Inglese
Sulla destra si aprono i venticinque ettari di Giardino Inglese, in cui trovano luogo piante esotiche, vegetazione rara, statue e ruscelli.
Il suo volume (oltre due milioni di metri cubi) ha decretato la Reggia di Caserta la più grande residenza reale al mondo.
Essa rappresenta inoltre un importante polo attrattivo del Meridione d’Italia, visitata ogni anno da turisti italiani e stranieri.
Insieme alla Reggia, sono inclusi tra i Patrimoni dell’Umanità casertani anche San Leucio e l’Acquedotto.
L’Acquedotto di Vanvitelli
Quest’ultimo, i cui lavori coordinati dal Vanvitelli presero il via nel 1753, nacque per fornire il giusto apporto idrico alla Reggia e al complesso di San Leucio prelevando le acque dalla fonte del Monte Taburno.
Esso è ancora oggi un magnifico esempio di ingegneria idraulica e di architettura.
Il Complesso di San Leucio
Nel borgo di San Leucio troviamo infine il complesso tessile per la lavorazione della seta voluto da Ferdinando IV.
Era da qui che partivano un tempo per tutto il mondo alcune delle migliori lavorazioni in seta mai realizzate, che conquistarono presto la fama internazionale.
Ancora oggi nel Museo della Seta è possibile ammirare i macchinari del Settecento adoperati e, visitando il borgo, apprezzare questo gioiello dell’archeologia industriale.