Dalla bagna cauda ai brasati al barolo, dal tartufo di Alba alla carne in carpione, mangiare in un ristorante piemontese è come fare l’amore con il sapore.
Ristoratori e grandi chef del Piemonte hanno un onere ed un onore. Assecondare, senza sfigurare, il miglior vino del mondo, il Barolo.
Di fronte ad uno dei migliori prodotti della terra, è necessario aguzzare l’ingegno e dar fondo a tutte le energie per proporre portate che siano all’altezza di questo nettare regale.
L’enogastronomia piemontese, quindi, ha i connotati economici dell’industria ed i sapori autentici della tradizione.
Il tartufo bianco di Alba è un leitmotiv della Cucina Piemontese. Da Alba si parte, precisamente dalla Osteria dell’Arco, assaporando bagna cauda, brasati al barolo o dalla locanda del Pilone oppure dal più costoso ed elegante ristorante Piazza Duomo.
Ad Alessandria la tappa è d’obbligo per gustare la carne in carpione o gli agnolotti al sugo di stufato. La scelta dei locali è cospicua, tutti di buon livello e prezzi medi. Segnaliamo Asmara, tipica trattoria o il suggestivo La Fermata, sulle rive del fiume Tanaro.
Ad Asti, numerosi i wine bar per succulenti aperitivi sempre a base di spumante.
A Torino si può scegliere se abbandonarsi esclusivamente ai piaceri della tavola, o trascorrere qualche ora negli angoli più suggestivi dell’ex capitale d’Italia.
Per chi vuole assaporare la vera tradizione culinaria piemontese è obbligatoria una tappa alla “Trattoria Antiche Sere” nel borgo San Paolo.
Piatto forte del locale, il Tapulone a base di carne d’asino con polenta insaporita al vino rosso.
Da “Imbianchini e decoratori“, a dispetto del nome, si possono incontrare artisti e letterati.
Vercelli, patria del riso, richiama per i succulenti risotti.
Da provare quelli dell’Hosteria del Capel Rosso, insieme alla panissa.
A metà tra un agriturismo e una locanda, la “Locanda del Borgo Antico di Barolo”, da provare assolutamente, qui ai fornelli trovi lo chef stellato Massimo Camia.
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