Scopri la recensione e guarda il trailer di questo film drammatico di Ferzan Ozpetek, poco noto rispetto ai suoi titoli più blasonati.
Tra i registi molto presenti su Netflix c’è Ferzan Ozpetek, di cui la piattaforma di streaming mette a disposizione diversi titoli tra cui i cult “La Dea Fortuna”, “Le fate ignoranti”, e l’ultimo “Nuovo Olimpo”. Tra questi ce n’è uno meno noto al grande pubblico, intitolato “Cuore sacro”, del 2005, prodotto dalla R&C Produzioni e scritto insieme a Gianni Romoli.
Protagonista del film è Barbara Bobulova (“La spettatrice”, “Anche libero va bene”, “Immaturi”, “Scialla!”), con la giovanissima Camille Dugay Comencini (figlia della regista Francesca Comencini), Lisa Gastoni e Andrea Di Stefano.
Questo film di Ferzan Ozpetek, visibile in streaming su Netflix, ha vinto diversi premi: due David di Donatello (migliore attrice protagonista e migliore scenografo) su 12 candidature totali, due Globi d’oro, due Ciak d’oro, tre Premi Flaiano e un Nastro d’Argento Europeo. Nonostante ciò, ha ricevuto pareri discordanti dalla critica, di cui una buona parte lo giudica come un film poco riuscito del cineasta turco.
Analizzando l’apprezzamento del pubblico del web, invece, troviamo gli utenti Google che lo hanno valutato positivamente per il 73%, quelli di Rotten Tomatoes con il 71% e quelli di IMDb che hanno assegnato un punteggio di 6,3 su 10. Di conseguenza appare piuttosto evidente che si tratta del tipico film da vedere personalmente per poter generare un parere.
Chi lo ama, chi lo detesta. Chi ne è rimasto folgorato, chi invece lo giudica come “il peggior film di Ozpetek”. Non ci sono mezze misure quando si parla di “Cuore sacro”, nel quale come sempre assume un notevole significato anche la colonna sonora che, come spesso accade, è affidata ad Andrea Guerra.
Un film sicuramente molto drammatico, che si rivolge all’interiorità di ciascuno di noi, nel quale emerge l’aspetto della religiosità e di come un viaggio all’interno di se stessi possa far scoprire quella misticità che spesso sfugge alle persone vittime della loro stessa quotidianità.
Questo l’obiettivo del regista per la pellicola: raccontare un percorso personale di crescita interiore, il cambiamento radicale di un punto di vista, la ricerca di una fede spirituale in grado di dare un senso all’esistenza.
La scoperta di una dimensione che trascende la materialità e l’opulenza legata al possesso. Descrivere le logiche interiori dell’evoluzione della protagonista, la quale cambia radicalmente la propria visione del mondo e le priorità della sua stessa esistenza.
La trama ripercorre la storia di Irene, una manager senza scrupoli. La donna non solo ha ereditato dal padre le sue aziende ma possiede anche un elevato talento negli affari che l’ha portata ad accrescere il patrimonio paterno, anche grazie all’aiuto della zia Eleonora.
Un giorno incontra per caso Benny, una bambina che le ruba il portafoglio.
Questo incontro rappresenterà soltanto il punto di inizio per una nuova vita. Una sorta punto di svolta per cambiare ciò che non funziona davvero in lei e per cercare risposte a domande mai poste prima attraverso un intenso e profondo viaggio interiore.
In una lotta continua tra vita arida e superficiale, fatta di ricchezza, e una invece mistica che si eleva all’essenza e alla privazione di tutto quanto sia solo materiale.
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