Scopri la recensione e guarda il trailer di “Rosso Istanbul” un film visibile su Netflix firmato dal regista Ferzan Ozpetek, interamente girato in Turchia e autobiografico.
Tra i tanti titoli presenti nella libreria di Netflix del regista Ferzan Ozpetek, ce ne sono alcuni meno noti al grande pubblico. Tra questi, ce n’è uno del 2017 ispirato all’omonimo romanzo scritto dal cineasta stesso e pubblicato nel 2013.
Il titolo è “Rosso Istanbul”, un film drammatico girato interamente in lingua turca e con un cast composto interamente da attori turchi, dopo una sua vecchia opera intitolata “Harem Suare”. In pochi lo conosceranno o lo avranno visto, rispetto a opere ben più note e sempre disponibili sulla piattaforma in streaming di Netflix come “La finestra di fronte”, “La Dea Fortuna”, “Napoli velata” o “Le fate ignoranti”.
Prodotto da R&C Produzioni, Faros Film, BMK, Imaj in collaborazione con Rai Cinema, vede come protagonisti gli attori Halit Ergenc, Nejat Isler, Mehmet Gunsur, ma anche il volto amatissimo di quasi tutti i film di Ozpetek, Serra Yilmaz, una sorta di sua musa ispiratrice.
Come sempre molto interiore la narrazione, non a caso il romanzo (e il film di conseguenza) era stato dedicato a sua madre. Qui lo spettatore potrà seguire il peregrinare un po’ onirico del protagonista che, alla stregua del regista stesso, risulta essere uno straniero in una terra che ha abbandonato anni prima.
Gli incontri che farà, le persone in cui si imbatterà, sono come ombre di un passato che non scompare mai del tutto, ma che invece ritorna nel presente per fargli visita.
Com’è stato accolto dal pubblico, beh questo è da valutare.
Prendendo in considerazione qualche esempio dal web, il film ottiene un apprezzamento solo del 49% degli utenti Google. Mentre analizzando le recensioni sui siti principali vediamo un 5,7 su 10 su IMDb, dove si trova con il titolo originale di “Istanbul Kirmizisi”. Quello che viene maggiormente criticato è un’ambientazione che lascia comprendere ben poco della Turchia e della sua cultura, come da un’opera così ci si potrebbe aspettare. Nonché un’eccessiva lentezza narrativa, anche nel delineare i profili dei personaggi.
Dal lato opposto, comunque buona parte della critica lo ha apprezzato tanto da candidarlo a tre Nastri d’argento e un Ciak d’oro. Insomma, se ne consiglia come sempre una visione per chi non lo conosce e sia curioso da un’opera senza dubbio meno blasonata a livello di titolo, ma di cui già il trailer su Youtube può offrire una prima immagine d’insieme.
Protagonista della trama Orhan Sahin, uno scrittore che fa ritorno a Istanbul dopo vent’anni di esilio autoimposto a Londra. Il suo compito è quello di fare da editor a un famoso regista che ha scritto un libro che raccoglie racconti di infanzia e della giovinezza, tra amori, parenti e amici.
Si ritroverà di fronte dunque tutta questa gente, pronta a presentarsi al suo cospetto.
Così entrerà sempre di più nella vita del regista, anche suo malgrado, con un necessario e sorprendente coinvolgimento personale che gli farà tornare in mente un passato che non è mai scomparso dalla sua testa e dalla sua anima.
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