Scopri la recensione e guarda il trailer di questo film drammatico su Netflix, tratto da un romanzo romantico, che ha riscosso un grande successo di pubblico.
Su Netflix c’è un film molto interessante e intenso, adattamento del romanzo “Znachor” pubblicato nel 1937 da Tadeusz Dolega-Mostowicz e divenuto presto un caso editoriale, con il seguito uscito due anni dopo.
Si intitola “L’amore dimenticato”, uscito nel 2023 come esordio al cinema per il regista Michal Gazda e prodotto dalla MS Productions ed Endemol Polska. A lui il compito arduo di riportare sul piccolo schermo uno dei più popolari romanzi polacchi di tutti i tempi: “Vogliamo dare alla storia la possibilità di raggiungere il pubblico di tutto il mondo. Il romanzo è un titolo intramontabile della cultura pop polacca e la sfida per me è stata enorme, soprattutto in un momento storico come questo in cui tutti abbiamo bisogno di storie potenti sulla forza del bene e del destino”.
Questa versione rimane comunque molto fedele al testo del romanzo, con soltanto alcune modifiche che sono soltanto la chiave per rendere la storia più contemporanea. Oltre due ore per questa pellicola sentimentale drammatica con attori sconosciuti in Italia ma molto noti nel loro Paese come Leszek Lichota, Maria Kowalska, Ignacy Liss, Anna Szymanczyk e Mikolaj Grabowski.
Parecchio apprezzato dal pubblico di Netflix ma anche dagli utenti del Web. Vediamo infatti che su Google l’apprezzamento è del 94%, mentre sul sito accreditato di recensioni e giudizi IMDb la valutazione è di 7,5 su 10. Molto esplicativo il trailer del film disponibile su Youtube, che rappresenta una perfetta panoramica dell’ambientazione storica e tutta l’intensità interpretativa dei protagonisti, con i quali risulta impossibile non empatizzare.
Una pellicola che mantiene alte le aspettative del pubblico con la sua narrazione che parla d’amore e di riscatto sociale, di perdizione e di riscoperta. Una struttura pressoché classica, che coinvolge e non delude le aspettative di chi voglia godersi un drammatico meno conosciuto rispetto a titoli più blasonati del genere.
A ispirare il racconto era stata la visita dello scrittore presso il villaggio di Radotki, nel quale aveva fatto conoscenza con un certo Rozycki che, nel mulino ad acqua in cui lavorava, riceveva e curava ogni giorno molte persone. In tanti preferivano questo “ciarlatano” ai medici, ritenuti costosi e meno attendibili.
Non a caso la trama racconta proprio di uno stimato medico e padre di una bambina, Rafal Wilczur che, depresso per l’abbandono da parte di sua moglie per un altro uomo, affoga i suoi dispiaceri nell’alcol.
Siamo nella Polonia di inizio Novecento, quando anche il dissidio sociale si faceva sentire forte. Una sera, all’uscita da un bar, l’uomo viene picchiato e derubato e perde la memoria. Inizia così a vagare fino a raggiungere un piccolo villaggio nel quale inizia a lavorare come bracciante agricolo, con nome e identità diversi.
Tuttavia, il suo passato di apprezzato medico non si dimentica di lui. Per questo motivo, Rafal continuerà a curare le persone ma senza apparenti titoli per farlo. Infatti un giorno il medico del posto lo porta in tribunale per esercizio abusivo della professione, incolpandolo di essere solo un “ciarlatano”.
Ma da qui inizia anche un percorso di recupero personale, soprattutto dopo l’incontro con la giovane Maria.
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