Scopri la trama e leggi la recensione di questo film drammatico su Netflix ambientato nell’oscurità delle periferie romane.
Sfogliando il catalogo di film noir drammatici su Netflix, c’è “Non essere cattivo” un titolo di grande impatto emotivo con una storia molto intensa e coinvolgente. Due grandissimi volti del cinema italiano a dare forma ai personaggi principali, alle prese con una vita fatta di disperazione, di illegalità ma anche di un briciolo di speranza per un futuro diverso.
È possibile rinnegare il proprio passato e cambiare la propria esistenza in meglio, oppure il richiamo a quello che è stato è più forte di ogni tentativo di fuga e di redenzione?
Questo film fa parte di una trilogia e rappresenta la chiusura ideale dell’opera iniziata con “Amore tossico” (1983), proseguita con “L’odore della notte” (1998) e ultimata appunto con il titolo “Non essere cattivo”, terzo e ultimo lungometraggio di Claudio Caligari.
Si tratta di un’opera molto intensa e molto profonda, che affronta temi difficili di esistenze sicuramente complesse e travagliate. Il riscontro sul pubblico e sulla critica è stato da subito positivo.
La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 72sima Mostra del Cinema di Venezia ed è stato anche designato come rappresentante il cinema italiano agli Oscar al miglior film straniero del 2016, perdendo poi il posto all’ultimo.
Il film di Claudio Caligari ” ha guadagnato un premio David di Donatello e 3 Nastri d’Argento. Ha inoltre ricevuto 12 nomination ai David di Donatello e una nomination ai Nastri d’Argento ed il gradimento del 76% degli utenti Google.
Ma questo solo per far intendere che l’ultima opera di Caligari, prima della sua prematura dipartita, rappresenta sicuramente un lascito importante per la cinematografia italiana che fa del genere drammatico la sua espressione migliore.
Ambientato negli anni Novanta, offre allo spettatore uno spaccato realistico di un mondo in cui è facile perdere la strada ed è difficile ritrovarla.
Con due volti davvero rappresentativi del cinema italiano di questi tempi. Parliamo di Alessandro Borghi e Luca Marinelli, nei panni difficilissimi di due amici fraterni che cercano di salvarsi l’uno con l’altro. Ma ci riusciranno davvero? O il destino della propria esistenza è segnato, senza una via di fuga?
Netflix, nella sua immensa libreria di titoli drammatici italiani propone questo film con un carattere molto forte, provocante quasi, capace di suscitare reazioni intense e un grande coinvolgimento.
Un viaggio attraverso i luoghi tenebrosi della periferia romana, ma anche dell’animo umano, nella sua complessa psiche.
Due personaggi caratterizzati inizialmente dalle stesse debolezze e rassegnazioni, che però subiscono alcune trasformazioni che li porteranno a cambiare. L’uno fortemente volenteroso a buttarsi fuori dalle sabbie mobili che lo stanno inghiottendo, l’altro invece incapace di farlo fino in fondo.
Nulla di straordinario nella trama, che potrebbe essere anche un po’ prevedibile, ma sicuramente una pellicola interessante perché caratterizzata da una forte energia vitale.
Da un certo punto di vista, questo film può essere letto anche come un manifesto di denuncia della attuale società che, come una giungla, fa vincere il più forte. A scapito della legalità e dei rapporti umani.
“Non essere cattivo” è da un lato un film realistico dallo spirito vintage, dall’altro una produzione fortemente poetica. Non c’è giudizio, non c’è moralismo: ognuno è quello che è, nel bene e nel male. Ma a quali condizioni e a quali conseguenze?
Nei panni dei personaggi principali, come detto troviamo Alessandro Borghi e Luca Marinelli, entrambi apprezzatissimi in ogni loro apparizione sui piccoli e grandi schermi. Il primo molto noto per film come “Suburra”, “Napoli velata”, “Supereroi”, il secondo per pellicole come “Una questione privata”, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Diabolik”. Sicuramente una grande impronta alla bellezza del film deriva dalle loro interpretazioni dannate e convincenti.
Accanto a loro, gli altrettanto bravi Silvia D’Amico (“The Place”, “I delitti del BarLume”), Roberta Mattei (“Il grande salto”, “Il primo Natale”) e Valentino Campitelli (“Questo piccolo grande amore”, “Genitori e figli – Agitare bene prima dell’uso”).
Siamo tra le periferie romane, nel 1995. Vittorio e Cesare sono due ragazzi di borgata uniti da un indissolubile rapporto di amicizia che li fa vivere pressoché in simbiosi. La loro è però un’esistenza molto problematica, vivendo di espedienti attraverso varie attività illegali.
Consumano e spacciano droghe, rifiutando la vita da operai e cercando nelle sostanze stupefacenti l’unica via di fuga dai problemi della vita.
Cesare vive con la madre e con la nipote Debora, figlia della sorella morta a causa dell’AIDS e malata lei stessa. Una sera Vittorio, dopo aver consumato molta droga, è vittima di una serie di allucinazioni che gli danno da pensare. È forse arrivato il momento di cambiare vita?
La risposta arriva: trova lavoro in un cantiere e calma la sua voglia di divorare la vita rovinandosela.
Prova quindi a coinvolgere Cesare in questa metamorfosi e forse qualcosa cambia davvero. Queste nuove esistenze prendono lentamente forma, tra mille difficoltà e tragedie che non mancano. Ma il destino beffardo è dietro l’angolo.
Riusciranno i due in un’impresa che, oltre a costare molta fatica, stravolgerà il loro destino e la loro amicizia?
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