Scopri su Netflix un thriller mozzafiato che svela i legami oscuri tra politica, Chiesa e criminalità nella Roma contemporanea.
Quando il confine tra legalità e illegalità si dissolve, il risultato è un’esplosione di tensioni che si intrecciano in un dramma viscerale e mozzafiato. Suburra, diretto da Stefano Sollima, è più di un semplice film thriller da vedere su Netflix: è uno spaccato crudo e senza filtri del potere corrotto e dei legami tra politica, Chiesa e criminalità organizzata.
Questa pellicola del 2015, ispirata all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, trascina lo spettatore in una Roma oscura, dove ogni personaggio è vittima e carnefice di un sistema spietato, attraverso una rete di trame e tradimenti che ruotano attorno a un progetto di speculazione edilizia sul litorale romano.
Suburra, per la regia di Stefano Sollima, con una trama serrata e una colonna sonora potente, firmata dagli M83, è un’opera che cattura e scuote, ponendo domande scomode su una realtà che si avvicina inquietantemente alla cronaca.
Per entrare e raccontare con durezza il mondo del sottobosco criminale romano erano necessarie interpretazioni forti, meglio ancora se affidate ad attori in grado di esprimere al meglio quella romanità meno nobile che si afferma con la violenza e la sopraffazione.
I protagonisti, interpretati magistralmente da attori come Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola e Alessandro Borghi, rappresentano con estrema autenticità le diverse sfaccettature del male: un politico ambizioso, un criminale senza scrupoli e un giovane boss in cerca di ascesa.
Romani de Roma sono anche Elio Germano che interpreta Sebastiano, Antonello Fassari, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Adamo Dionisi, Simone Liberati e Lidia Vitale.
Il film che oggi è possibile rivedere in streaming su Netflix ha raccolto consensi e riconoscimenti, come le sei candidature ai David di Donatello, il Nastro d’Argento per la migliore attrice non protagonista a Greta Scarano e la migliore scenografia a Paki Meduri oltre ad altre cinque candidature, il Ciak d’Oro a Greta Scarano e Alessandro Borghi come rivelazione dell’anno.
Suburra, insieme ad Adagio e ACAB – All Cops Are Bastards, fa parte della trilogia della Roma criminale raccontata da Sollima attraverso le gesta di alcuni personaggi che già dai nomi di battaglia tendono ad esprimere quella sorta di aura mitologica che li accompagna, che poi altro non è che diffusione di aura e terrore.
Ed è proprio la rete della mala che si estende in tutti i gangli della vita politica, amministrativa, economica e religiosa della capitale ad essere messa in evidenza in questo film che si lascia seguire tutto d’un fiato, ricco di storie che si intersecano e che colpiscono per la verosimiglianza con una cronaca che sempre più sfiora il mondo della fiction fino quasi a sovrapporsi, al punto da non distinguere più la finzione dalla realtà.
Roma, novembre 2011. Mentre il papa comunica al suo segretario la volontà di dimettersi sconvolgendo l’intero mondo cattolico, ad Ostia il temuto Numero 8 dà alle fiamme uno stabilimento balneare.
Nel cuore di una città dominata dalla corruzione, Bacarozzo, criminale appena uscito di prigione, si avventura in un bar sperando di guadagnarsi il rispetto del leggendario Samurai, l’ultimo sopravvissuto della Banda della Magliana. Un incontro carico di tensione, dove le speranze di un futuro criminale si scontrano con l’indifferenza del boss.
Nelle stanze buie del potere politico, l’onorevole Filippo Malgradi trova sfogo per le sue frustrazioni in una notte di eccessi e peccati, lasciando dietro di sé un sentiero di autodistruzione.
Nel caos che segue, Spadino, un giovane zingaro, si trova intrappolato in una rete di ricatti e segreti osceni.
Mentre le vite dei protagonisti si intrecciano, Sebastiano si confronta con suo padre, un uomo disperato che sceglie la via dell’oblio per sfuggire ai debiti con il clan Anacleti
Nel sottobosco criminale, alleanze oscure si formano e si sgretolano. Samurai offre protezione in cambio di potere, ma le conseguenze sono imprevedibili. Le strade di Roma si tingono di sangue, e il destino di Numero 8 e Viola pende su un filo sottile.
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