Scopri il mondo della criminalità organizzata milanese in un film crime italiano firmato da Renato De Maria con Riccardo Scamarcio.
Quanto può essere lunga la strada verso il potere quando il prezzo da pagare è l’anima? Questa è la domanda che attraversa “Lo spietato”, un film crime del 2019 diretto con mano esperta da Renato De Maria, disponibile su Netflix. Una pellicola che ci trascina in una Calabria degli anni Ottanta per poi catapultarci nella Milano in pieno boom economico, dove affari e crimine si fondono in un’unica, spietata corsa al successo.
Liberamente ispirato al libro di Pietro Colaprico e Luca Fazzo, Manager calibro 9, il film si basa sulla vicenda reale di Saverio Morabito, uno dei primi pentiti di ‘ndrangheta che ha avuto il coraggio di rompere il silenzio. Nel film, tuttavia, il protagonista diventa Santo Russo, interpretato da un magnetico Riccardo Scamarcio, che regala una performance intensa e ricca di sfumature. De Maria conclude con questo film la sua trilogia sul mondo della mala, dopo “La prima linea” e il documentario “Italian Gangsters”.
La trama ripercorre due decenni della vita di Santo, dalla fine degli anni Settanta fino ai primi anni Novanta. La sua famiglia emigra dalla Calabria a Milano, dove il giovane inizia con piccoli furti, finendo poi in un carcere minorile. Ma è lì che scatta la trasformazione: Santo capisce che per ottenere potere e rispetto deve puntare più in alto. Diventa così un criminale temuto e rispettato, lanciandosi in un vortice di rapine, sequestri, omicidi e traffici di droga.
Questa escalation criminale è accompagnata da una tensione continua tra due mondi opposti: da un lato c’è sua moglie, una figura remissiva e devota; dall’altro c’è l’amante, una femme fatale tanto affascinante quanto pericolosa. Un dualismo che riflette le contraddizioni del protagonista, sempre diviso tra l’ambizione e un desiderio inconscio di redenzione.
La regia di De Maria si distingue per un uso efficace dei riferimenti cinematografici.
Qui si respira l’atmosfera dei grandi poliziotteschi italiani, ma anche di classici gangster movie americani. Tuttavia, il regista non si limita a omaggiare questi generi: riesce a mescolare azione e ironia, trasformando una cronaca giudiziaria in una gangster comedy dal ritmo incalzante. La fotografia è suggestiva e ricostruisce in maniera quasi nostalgica una Milano dei ruggenti anni Ottanta, fatta di luci al neon e ambienti fumosi.
Il cast offre interpretazioni credibili e intense. Oltre a Scamarcio, spiccano Sara Serraiocco, Alessio Praticò e Marie-Ange Casta (sorella della più nota Laetitia Casta), tutti capaci di dare vita a personaggi complessi, ben ancorati alla realtà storica che rappresentano.
Ma cosa rende davvero speciale “Lo spietato”? Forse la capacità di raccontare la criminalità con un approccio meno retorico, più umano e intimo. Certo, non mancano le scene d’azione, gli omicidi a sangue freddo e i tradimenti, ma il cuore del film è altrove: è nella riflessione su scelte e conseguenze. Santo Russo è un uomo che cerca un riscatto sociale, ma quel riscatto si rivela un’illusione crudele, un miraggio che lo allontana sempre di più dalla sua umanità.
Il film ha diviso la critica. Su IMDb ha una valutazione di 7.0, mentre Rotten Tomatoes registra un consenso discreto ma non travolgente. Alcuni critici internazionali lo considerano una proposta fresca nel panorama dei film di gangster, seppur con qualche licenza narrativa che sacrifica la precisione storica a favore dello spettacolo.
Quindi, se sei in cerca di una serata Netflix all’insegna della suspense, con “Lo spietato” non rimarrai deluso.
Scopri altri film crime da vedere su Netflix