Scopri la recensione e guarda il trailer de “Il Clandestino” una serie su Netflix con Edoardo Leo che appassiona e intriga sul tema del crime ma con leggerezza.

Dopo essere andata in onda su Rai 1, c’è una serie italiana che sta vivendo una seconda giovinezza grazie all’approdo sulla piattaforma Netflix. E anche il suo appeal ne ha tratto giovamento, forse anche agevolato dalla bellezza dello streaming che rende tutto più interessante. Ideata da Renato Sannio e Ugo Ripamonti, e diretta da Rolando Ravello, ci porta in una Milano dalle ambientazioni estremamente cupe e noir.

Stiamo parlando di un titolo forse già molto conosciuto dai più, “Il clandestino”, che vede nelle vesti del protagonista l’apprezzato e amato Edoardo Leo (“Tutta colpa di Freud”, “Smetto quando voglio”, “18 regali”), prodotta da Rai Fiction, realizzata in collaborazione con Italia International Film.

Si tratta di una serie che non si basa né su un romanzo né su un altro prodotto editoriale già esistente. Suddivisa in 12 episodi, conduce lo spettatore in una Milano molto lontana dallo sfarzo e dal glamour. Segue due filoni narrativi: il primo riguarda la vita del protagonista, il secondo comincia e si esaurisce ogni puntata, in cui viene affrontato e risolto un caso.

Questa struttura narrativa consente di non abbassare mai la tensione e di lasciare chi guarda costantemente appassionato alle storie che si susseguono. Gli attori delle storie sono sostanzialmente “persone invisibili”, quelli delle periferie che restano ai margini della società.

Dal punto di vista del gradimento da parte del popolo del Web, questa produzione seriale ormai disponibile su Netflix detiene una percentuale di 95% su Google, mentre un punteggio di 7,1 su 10 su IMDb.

Il trailer, disponibile anche su Youtube, immerge al meglio lo spettatore nel mondo cupo narrato, incrociando gli occhi sempre molto intensi di un Leo nei panni di un ex agente della Digos diviso tra senso del dovere e un’esperienza traumatica che lo ha condotto ad affogare i dispiaceri nell’alcol. A suo fianco, gli attori Hassani Shapi (“Lezioni di cioccolato”, “Femmine contro maschi”) e Fausto Maria Sciarappa (“Il nome della rosa”, “Il silenzio dell’acqua”).

Nonostante non si tratti di un crime innovativo, la serie riesce a funzionare e a convincere gli spettatori che fin dalla sua prima pubblicazione si sono affezionati ai personaggi protagonisti. Ciò per merito di una narrazione che mescola al meglio l’elemento drammatico e poliziesco a quello più leggero che riesce anche a strappare un sorriso e ad alleggerire lo stato d’animo. Focalizzandosi su temi come il rimorso, il pentimento, le difficoltà economiche, la corruzione e la religione, la serie rimanda anche a un sistema sociale e a uno Stato che in molte circostante trascura i più deboli e chi vive al margine. In questo contesto si sviluppa quindi quel forte senso di giustizia che indirizzerà ogni episodio, e che sarà la chiave anche per provare a superare drammi personali e rintracciare sempre l’umanità anche nella tragedia.

Al centro della trama di “Il clandestino” su Netflix c’è un ex agente della Digos, Luca Travaglia. Rimasto vittima di un attentato, nel quale perde sua moglie, decide di andare via da Roma e di trasferirsi a Milano. Giunto al Nord, non riesce comunque a combattere i suoi demoni e inizia a lavorare come buttafuori, affogando al contempo il dispiacere nell’alcol. Ma qualcosa è destinato a ribaltarsi quando incontra Palitha, un brillante proprietario di un’officina appassionato di romanzi gialli.

Sarà quest’uomo, simpatico e gentile, a indirizzare Travaglia verso un’avventura professionale destinata a donargli una nuova vita. Aprirà infatti un’agenzia investigativa, che potrà salvarlo da un futuro completamente grigio e da un passato pieno di tormenti.

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