Scopri la recensione e guarda il trailer di un film drammatico francese in streaming su Netflix, basato su una storia vera molto scandalosa.

Il tuo corpo è la tua arma e la tua armatura”: ecco una frase molto esplicativa di un film drammatico su Netflix tratto dalla realtà. Si tratta della storia vera della più nota e potente delle “maitresse” parigine, colei che è stata capace di tenere sotto schiaffo nomi importanti di tutto il mondo.

Si intitola “Madame Claude”, di Sylvie Verheyde, interpretato da Karole Rocher (“Braquo”) nei panni della protagonista. Accanto a lei, Garance Marillier (“Raw – Una cruda verità”), Hasia Herzi, Anabelle Belmondo (nipote di Jean-Paul Belmondo) e Roschdy Zem.

Queto biopic scandaloso è basato sull’autobiografia romanzata della stessa protagonista, che già aveva ispirato un film nel 1977. Protagonista allora Françoise Fabian, con la regia di Just Jaeckin (lo stesso di “Emmanuelle”) e le musiche di Serge Gainsbourg, uscito nel 1977.

Rispetto a quella prima trasposizione cinematografica, questo film drammatico distribuito in streaming da Netflix lavora su più livelli: uno più biografico, uno decisamente erotico e infine un terzo da crime-story, puntando sulla tensione e sulla suspense.

La realtà dietro la finzione vede la figura di Fernande Grudet, il vero nome della donna che, come molte dame del Seicento, Settecento, Ottocento, teneva in pugno la Francia e innumerevoli uomini potenti da ogni parte del mondo.

Solo che al posto dei salotti e degli intellettuali, lei gestiva un affollato bordello (a un certo punto arrivò ad affittare un hotel) e usava il sesso come fosse una vera e propria arma. 

Le sue ragazze si chiamavano “claudettes” e voci molto diffuse dicono che tra i clienti ci fossero anche profili altisonanti del calibro di John F. Kennedy e Gianni Agnelli. Morta nel 2015 a 92 anni, ha rappresentato uno dei personaggi più discussi e torbidi della Francia moderna. È lei a coniare il termine “escort”.

Il trailer, visibile anche su YouTube, in questo senso è esplicativo nel rendere le atmosfere scabrose dietro a drammi umani che vedevano le donne oggetti usa e getta, macchine da soldi e niente di più.

Sullo sfondo di una Parigi degli anni Sessanta ben rappresentata da costumi e fotografia dal credibile e dettagliato stile vintage.

Per quanto riguarda il gradimento da parte del pubblico del Web, questo titolo presente nel catalogo dei drammatici su Netflix, detiene un 62% su Google, mentre su IMDb è valutato 5,4 su 10 e ancora sul sito che aggrega recensioni, Rotten Tomatoes, un punteggio pari al 31% di audience score.

I fatti reali che poi compongono anche la trama, vedono protagonista la Grudet, più conosciuta come “Madame Claude”, che a partire dagli anni Sessanta costruisce a Parigi un impero economico come maitresse di un vastissimo giro di prostituzione. Un gruppo di squillo di lusso che spesso avevano come clienti personaggi insospettabili: politici, alti funzionari e personaggi molto noti del mondo dello spettacolo.

La Grudet per circa vent’anni ha gestito una rete di 500 donne, avendo al contempo un enorme giro di conoscenze nella malavita e nella polizia pronti a offrirle protezione in cambio delle confidenze raccolte dalle ragazze.

Tanto che la donna viene anche reclutata dai servizi segreti per intrappolare uomini intoccabili.

Dopo l’ascesa, il declino: dall’essere una delle donne più potenti del Paese, diviene sempre più scomoda, iniziando una fase di decadenza che la porta fino alla fuga negli States e al carcere.

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