Scopri la trama e leggi la recensione di “Il pianista” un emozionante film vincitore di tre premi Oscar, un dramma biografico da vedere su Netflix.

Su Netflix c’è un dramma ambientato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, tratto da un’autobiografia intensa e ricca di carica emozionale. Come il libro (1946), il film si intitola “The pianist”, in italiano “Il pianista”, e narra la storia del musicista e compositore polacco di origine ebraica, Wladyslaw Szpilman, rinchiuso nel ghetto di Varsavia e poi riuscito a sfuggire ai nazisti.

Il regista Roman Polanski (“Rosemary’s Baby – Nastro rosso a Ney York”, “Quello che non so di lei” o “Oliver Twist”) nel 2002 ha dato sostanza cinematografica alla sua storia attraverso il volto di Adrien Brody, che per questa intensa e delicata interpretazione si è aggiudicato l’Oscar come migliore attore protagonista. Ricordiamo comunque che il film ha vinto ben tre statuette d’oro in totale (anche quella per migliore regia a Polanski e migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood) e inoltre la Palma d’oro al 55° Festival di Cannes.

Uscito nel 2002 e coprodotto dalle case R.P. Productions, StudioCanal, Beverly Detroit, Interscope Communications, Mainstream S.A. e Meespierso Film CV, “Il pianista” rappresenta sempre un film di riferimento per gli amanti dei biografici drammatici a tema storico. Accanto al protagonista Adrien Brody (“Midnight in Paris”, “La sottile linea rossa”, “King Kong”), figurano i nomi meno altisonanti ma ugualmente molto validi di Thomas Kretschmann, Michal Zebrowski e Frank Finlay.

Questa pellicola visibile su Netflix, particolarmente lunga (la sua durata è di circa 2 ore e mezza), vede un apprezzamento da parte del web pari a una percentuale del 94% da parte degli utenti di Google, di 8,5 su 10 da parte degli utenti del sito IMDb e del 95% positiva da parte di quelli di Rotten Tomatoes. A dimostrazione di quanto clamore, non solo di critica, ma anche di pubblico, abbia riscosso e continua a riscuotere. Guardare il trailer su Youtube per rendersene conto con i propri occhi.

Si tratta di un titolo divenuto subito un cult tra i film del suo genere, che coinvolge lo spettatore smuovendogli sentimenti ed emozioni.

Violenza, guerra, disperazione, rassegnazione. Il tutto sullo sfondo di un periodo storico che tutt’ora agita gli animi e che tocca le corde più profonde delle coscienze umane. Rispetto ad altri film famosissimi sul tema (come i grandi classici “La vita è bella” di Roberto Benigni e “Schindler’s List” di Steven Spielberg), questa pellicola racconta l’Olocausto senza mai romanzarlo né fornendo qualche speranza. Lo sguardo è assolutamente crudo, raccontando in maniera assoluta la storia realmente accaduta.

Al centro c’è il racconto del genocidio degli ebrei, una piaga sempre viva, e quello di una storia personale, quella di Szpilman in cui si specchia quella di un’intera comunità. Polanski non tralascia nulla, nella sua verità e poeticità insieme. 

Il suo occhio documenta la barbarie dei tedeschi sugli ebrei, mostra le botte, i corpi massacrati e umiliati, la disperazione, le urla di chi viene strappato alla sua vita senza una ragione.

La regia del cineasta documenta anche ciò che ha vissuto la sua famiglia, essendo lui un polacco di origine ebrea. E la sua presenza di regista indietreggia davanti alle immagini talmente forti da parlare da sole.

Varsavia, 1 settembre 1939. Wladyslaw Szpilman sta eseguendo il Notturno in do diesis minore di Chopin. Il pianista prosegue con la sua esecuzione nonostante si senta da lontano il rombo delle esplosioni, e nonostante gli inviti a interrompere la sua musica.

E’ così che ha ufficialmente inizio la Seconda Guerra Mondiale. La Polonia è stata occupata dalle truppe dei soldati tedeschi, e nulla tornerà mai più come prima.

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