Scopri la recensione e guarda il trailer di un film drammatico su Netflix che tocca le corde emotive, con protagonista principale Luigi Lo Cascio.
Tra i titoli italiani interessanti e ispirati a una storia vera, presenti nella library di Netflix, ce n’è uno che potrebbe essere sfuggito a tanti ma che vale la pena rintracciare. Un film drammatico intenso, coinvolgente, ottimamente recitato e diretto, che mette a nudo una vicenda controversa, dove politica e poteri hanno svolto un ruolo primario.
Stiamo parlando di “Il signore delle formiche”, diretto da Gianni Amelio (“Porte aperte”, “Hammamet”, “La tenerezza“), prodotto da Kavac Film di Marco Bellocchio, IBC Movie, Tenderstories e Rai Cinema e presentato in anteprima mondiale in concorso alla 79° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2022.
Nei panni del protagonista, un bravissimo Luigi Lo Cascio (“Il capitale umano”, “Il nome del figlio”, “Baarìa”), affiancato dall’altrettanto talentuoso Elio Germano (“Mio fratello è figlio unico”, “L’incredibile storia dell’isola delle Rose”, “Il giovane favoloso”, “Palazzina Laf”) e da Leonardo Maltese perfetti nel mettere in scena una storia realmente accaduta allo scrittore e mirmecologo Aldo Braibanti.
Siamo negli anni Sessanta, in un’Italia con ancora tanti retaggi politici e sociali conservatori e conformisti. Nello specifico, tra il 1964 e il 1968, nel processo giudiziario controverso denominato appunto “caso Braibanti”.
Quello è stato l’unico caso di condanna definitiva per il reato di plagio, dichiarato incostituzionale nel 1981, istituito in epoca fascista dal codice Rocco, quando l’omosessualità non si poteva nemmeno nominare in una società virile ed estremamente maschilista.
Questo film interessante e intenso, disponibile in streaming su Netflix, ha un tasso di gradimento da parte degli utenti Web che su Google è pari al 79%, mentre sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes la percentuale è del 70% e infine su IMDb il punteggio è di 6,7 su 10.
Come ha chiarito lo stesso regista: “Il signore delle formiche è prima di tutto una grandissima storia d’amore tra un uomo e un ragazzo”. Aldo ed Ettore, innamorati nell’Italia degli anni Sessanta che non voleva renderli liberi.
Perseguitati dal moralismo bigotto e ipocrita di una società ancorata alla tradizione clerico-fascista che concesse loro solo un tragico epilogo: Ettore Tagliaferri recluso in manicomio con “cure” forzate a base di elettroshock e psicofarmaci; Aldo Braibanti condannato per via giudiziaria scontare il carcere con reato di plagio nei confronti del giovane compagno.
Nel raccontare la vicenda processuale Amelio mette in secondo piano il dibattito accusa-difesa, preferendo soffermarsi sui primi piani e sui volti, per trasmettere gli stati d’animo e i tormenti dei protagonisti.
Tanto quanto nelle sue altre produzioni cinematografiche, Amelio narra i fatti senza giudicare, ricostruendo in maniera meticolosa la società degli anni Sessanta come se fosse il terrario delle formiche di Braibanti, permettendoci così di osservarla e comprenderne le dinamiche sociali.
Molto commovente già il trailer presente di YouTube, sulle note della canzone “Il tuo amore” di Ornella Vanoni.
La trama parla di Aldo ed Ettore. La loro storia d’amore e di intesa inizia a metà degli anni Sessanta, nella campagna piacentina. Qui Aldo Braibanti viene coinvolto nelle attività culturali organizzate dalla comunità stabilita nel podere chiamato la Torre.
Tra i numerosi ragazzi che vi si aggregano, ci sono i fratelli Tagliaferri. Mentre il maggiore rimane ancorato alle volontà di una famiglia d’origine estremamente conservatrice, conformista e bigotta, il minore Ettore è subito affascinato dal carisma di Braibanti, una figura di spicco dell’avanguardia culturale di quel periodo.
Oltre che filosofo, è anche drammaturgo, poeta e mirmecologo, cioè studioso delle formiche e della loro vita sociale.
In lui crescono il fascino e la stima nei confronti di quella figura tanto anticonformista che potrebbe allontanarlo da una vita e un futuro scelti da altri.
L’ostilità della madre di Ettore nei confronti di Braibanti e il clima ostile e intollerante della provincia padana indurranno Ettore a raggiungere Aldo a Roma e a recidere i contatti con i familiari, che reagiranno denunciando il filosofo e facendo internare il figlio in manicomio.
Ne uscirà fuori una drammatica vicenda umana e processuale, in un periodo che anticipa di poco gli scontri generazionali del Sessantotto.
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