Scopri la recensione e guarda il trailer di un film drammatico dalla Polonia che Netflix distribuisce tra le sue più interessanti produzioni straniere.
Per chi ama i film poco conosciuti ma ben fatti che raccontano storie drammatiche al limite del thriller, c’è un film interessante su Netflix del 2020. Il regista è il polacco Jan Komasa, candidato all’Oscar per il migliore film straniero con il suo “Corpus Christi”.
Il film in questione si intitola “The Hater”, premiato al Tribeca e distribuito presto sul colosso dello streaming dopo che la pandemia da Covid ne aveva bloccato la visione nelle sale cinematografiche.
Si tratta di una pellicola molto profonda, calata in maniera decisa nel presente della Polonia, Paese che ha conosciuto una veloce espansione economica ma che allo stesso tempo ha subito inevitabili limitazioni ideologiche e legate ai diritti del suo popolo.
L’apprezzamento del pubblico non è tardato ad arrivare. Analizzando le valutazioni sul web e i siti internazionali più noti di aggregazione di recensioni, possiamo notare che il film è apprezzato dall’80% degli utenti Google, ha una valutazione di 7,1 su 10 su IMDb e un apprezzamento dell’83% su Rotten Tomatoes.
Interessante il trailer disponibile su Youtube per approcciare questo film e coglierne tutta la tensione e l’atmosfera cupa che vuole trasmettere e che senza dubbio incuriosisce lo spettatore.
Si tratta di un film, visibile in streaming su Netflix, molto contemporaneo, che affronta tematiche legate al presente, in particolare al tema delle fake news. Come si genera la cattiva informazione? Sicuramente c’è qualcuno dietro. Un lavoro cinematografico che pone l’accento sulle storture del presente cercando di comprenderne cause ed effetti.
C’è poco da rimanere sorpresi quando si scopre che un determinato tipo di comunicazione tramite social network, caratterizzato da informazioni create ad arte, possa generare poi fenomeni di populismo e fanatismo estremizzato.
Il protagonista sembra essere l’emblema dei difetti dei nostri tempi, con la sua amoralità, il suo egoismo, il suo fare arrivista e privo di qualsiasi etica. Di questa pellicola risulta apprezzabile il minimalismo di una colonna sonora adeguata alla situazione, come pure una fotografia e una regia volutamente asettiche e pienamente realistiche.
Un titolo che può interessare coloro che vogliano esplorare nuove visioni, diverse dalla solita produzione americana, molto profonde e che lasciano nella testa angosce e dubbi esistenziali.
Gli attori, benché sconosciuti in Italia, rendono al meglio l’opera e i valori che devono essere da essa trasmessi. Loro sono Maciej Musialowski, Danuta Stenka, Jacek Koman e Agata Kulesza, tutti polacchi e dalle interpretazioni incisive (tanto che alcuni utenti del web sostengono di aver voluto visionare il film in lingua originale con i sottotitoli in italiano). Scelte personali queste, senza dubbio anche con il doppiaggio la tensione emotiva resta alta durante tutta la durata del film che è di poco più di due ore.
La trama racconta di un ragazzo, Tomasz, che vive in campagna e frequenta la facoltà di giurisprudenza all’Università di Varsavia grazie al finanziamento di una coppia che lo mantiene e allo stesso tempo lo fa sentire inferiore.
Viene cacciato dall’istituto perché accusato di plagio ed è anche contrariato dall’idea di non potersi permettere la vita agiata dei suoi “benefattori” e di non riuscire a intercettare davvero l’interesse della loro bella figlia.
In questo modo, con distacco e cinismo, si fa assumere da una società che lavora attraverso profili social falsi per incastrare persone di potere e influencer per conto di altri.
Da qui si vedrà come il ragazzo, muovendosi con arrivismo nell’ambiente pubblico polacco, cercherà riscatti personali frutto soprattutto di lacerazioni della sua vita privata.