Se ti piacciono i film drammatici tratti da storie vere, c’è una pellicola su Netflix che ti fa rivivere tutta la tragica vicenda della guerra in Vietnam.
Un violento e sanguinoso fatto realmente accaduto raccontato con lo stile della commedia legal americana che strizza l’occhio al dramma: se ti incuriosisce l’idea, su Netflix trovi un film del 2020 acclamato e osannato dalla critica, con regia e sceneggiatura eccelse e un cast di attori di altissimo livello.
Questa volta ti proponiamo infatti “Il processo ai Chicago 7”, una bella perla cinematografica che puoi trovare in streaming per una serata cinema con un film d’autore. Sceneggiatore e regista, infatti, è Aaron Sorkin, colui che ha ricevuto l’Oscar per la sceneggiatura non originale di “The social Network”, tre volte vincitore del Golden Globe, che ha scritto film di successo come “Codice d’onore”, “Steve Jobs”, “La guerra di Charlie Wilson”, “Molly’s game” e creato serie televisive acclamate come “Sports Night” e “West Wing – Tutti gli uomini del presidente”.
Per questa pellicola, ha voluto adottare un registro narrativo che si sposta in maniera molto fluida tra il dramma e la commedia, nel miglior stile hollywoodiano. La storia si sviluppa tra le immagini della protesta e quelle dell’aula del tribunale, potendo contare su una forza espressiva molto forte sia dal punto di vista figurato, sia dal punto di vista verbale.
Quello che ne viene fuori è l’aspetto corale e convincente dei personaggi, che sono interpretati da attori eccellenti del panorama mondiale. Ci sono infatti Sacha Baron Cohen (come dimenticarlo in “Borat”?), Joseph Gordon-Lewitt (divenuto famoso per la serie “Una famiglia del terzo tipo” e poi acclamatissimo in pellicole come “500 giorni insieme”), Michael Keaton (“Beetlejuice – Spiritello porcello”, “Batman”), Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”, “The Danish Girl”), e ancora Yahya Abdul-Maeen II, Frank Langella, John Carroll Lync, Mark Rylance.
Un cast corposo, importante e talentuoso che mette in scena il processo contro 7 attivisti, o meglio 8 se si considera anche il leader del Black Panther Party, giudicati colpevoli delle sanguinose rivolte a Chicago a fine anni Sessanta. La Guerra in Vietnam diviene un motivo per affrontare la situazione contraddittoria e belligerante degli Stati Uniti d’America, in cui una tacita guerra civile perdura dal 1776.
Se non avevi mai preso in considerazione questa pellicola, la trovi tra i drammatici di Netflix, come riferimento interessante per gustare un film d’autore ideato e sviluppato in maniera eccelsa. Politica, libertà, giustizia, sangue: ecco i temi portanti per raccontare una pagina di storia che mette al centro i protagonisti e gli avvenimenti nella loro cruda realtà. Non mancano una forte spinta emozionale ed emotiva, in quello che possiede anche molti aspetti di una commedia americana per strutturazione generale.
I fatti reali sono questi: è l’estate del 1968, e i cannoni continuano a sparare mentre in tutti gli Stati Uniti procedono inarrestabili le rivolte hippies. Ci sono da un lato i pacifisti e dall’altro la polizia. In quell’atmosfera di tensione, un gruppo di manifestanti va contro il coprifuoco attorno all’International Amphitheatre dove si svolge il Congresso dei Democratici, finendo sotto i lacrimogeni della Guardia Nazionale.
Gli organizzatori, benché scagionati del procuratore generale Ramsey Clark, vengono incarcerati nel 1969, dopo la salita al potere di Nixon. Il processo che si svolge è una sorta di circo mediatico, nel quale troneggia l’ambiguo giudice Julius Hoffman.
Ecco l’atmosfera che circonda il film che Netflix ti mette a disposizione e che ci sentiamo di consigliare per l’interessante resa cinematografica.
Il processo ai Chicago 7
Guarda il trailer e leggi la trama
Siamo a Chicago nel caldo agosto del 1968. Qui Abbie Hoffman, Tom Hayden, Jerry Rubin, David Dellinger, Rennie Davis, John Foines, Lee Weiner e Bobby Seale sono impegnati nelle proteste al convegno nazionale del Partito Democratico.
Dopo un po’ di mesi, i sette (più l’esponente del Black Panther Party) vengono portati in galera con l’accusa di aver provocato la rivolta.
Il procuratore generale John N. Mitchell nomina Tom Foran e Richard Schultz come procuratori. Tutti gli imputati, tranne Seale, sono rappresentati da William Kunstler e Leonard Weinglass. L’avvocato di Seale non può partecipare poiché è ricoverato in ospedale, così il giudice Julius Hoffman insiste che Kunstler rappresenti tutti e otto gli imputati.
Hoffman mostra da subito un forte pregiudizio contro gli accusati e rimuove i giurati sospettati di simpatizzare con gli imputati, mettendo anche gli avvocati della difesa in difficoltà in diverse situazioni. Non solo. Al processo vengono chiamati a testimoniare diversi agenti di polizia locale sotto copertura e vari agenti dell’FBI. In un crescendo di tensione e turbolenza.
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