Scopri la recensione e guarda il trailer di “Il guardiano invisibile” un thriller spagnolo su Netflix campione di incassi.
Maggiore successo del cinema spagnolo del 2017, con oltre 583mila spettatori, c’è un film thriller disponibile su Netflix che può rappresentare un’interessante scoperta per chi apprezza il genere. Il suo titolo è “Il guardiano invisibile”, adattamento cinematografico del romanzo omonimo “El guardian invisible”, primo della Trilogia del Baztan di Dolores Redondo. A livello editoriale, si tratta di un fenomeno mondiale che ha riscosso un successo enorme.
Con la regia di Fernando Gonzalez Molina, che ha firmato anche gli altri due capitoli (sorta dei sequel, intitolati “Inciso nelle ossa” e “Offerta alla tormenta”), il film è prodotto dalla Nostromo Pictures Atresmedia Cine e distribuito dal colosso dello streaming, sempre più attento a offrire un ventaglio di film variegato anche dal punto di vista di provenienza territoriale.
Spagnolo il cast, composto di attori pressocché sconosciuti in Italia ma molto apprezzati nella propria terra. Ci sono Marta Etura, Elvira Minguez, Miquel Fernandez, Carlos Librado per una pellicola che indaga omicidi e svela misteri.
Se su Google ha una valutazione di 69% di gradimento popolare, mentre su siti accreditati come IMDB ha un punteggio di 6,4 su 10, insomma valutazioni nella media che lasciano al singolo spettatore la propria personale recensione.
Tutta l’ansia e la tensione emotiva è palpabile già guardando il trailer su Youtube, dove atmosfere cupe, sguardi tesi, immagini raccapriccianti e il sottofondo musicale di un pianoforte dettano la visione generale. Le uniche parole sono: “Scopri il mistero che è racchiuso nella valle”. E da lì, un’immagine volutamente inquietante di un luogo avvolto nell’oscurità con una donna che guarda all’orizzonte. Ci sono tutti gli ingredienti per creare attesa nello spettatore.
Trattandosi di una trilogia, questo film su Netflix ha l’obiettivo principale di presentare la protagonista dei tre capitoli e di mettere a nudo tutta la realtà nella quale dovrà muoversi. Una realtà che non si presenta solo difficile dal punto di vista del suo lavoro, ma anche dal punto di vista interiore e umano.
Si scopriranno, infatti, i drammi legati a un’infanzia difficile e a rapporti familiari conflittuali, per non dire patologici. Come pure un tema fortemente centrale è il ruolo della donna e la sua emancipazione ostacolata in una zona dove tutto rimane chiuso e immobile nel tempo.
La trama mette in primo piano la figura della detective Amaia (interpretata da Marta Etura). Con un passato nell’FBI, che l’ha portata lontana dal suo Paese, con cui vive un rapporto conflittuale, la donna torna in Spagna con il marito. Alle sue spalle lascia la vita negli Stati Uniti e le sue certezze professionali e umane.
Al suo rientro, le viene assegnato un caso che la costringe a tornare nel suo paese natale, Baztán (quello che rappresenta il titolo della trilogia). Qui è stato trovato il corpo di una ragazzina del posto, disposto secondo quello che appare un rituale. La somiglianza con un omicidio precedente nella stessa area, fa pensare a un serial killer.
L’esperienza americana di Amaia potrebbe si rivelerà molto utile. In un vortice di tensione e di inquietudine, questo thriller spagnolo su Netflix condurrà lo spettatore alla scoperta di sconcertanti verità, tenendolo ancorato allo schermo ed evitando il non voluto effetto “già visto”.
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