Scopri la recensione e guarda il trailer di una drammatica nuova serie tratta da una storia vera che ha affascinato il popolo di Netflix.
È approdata in streaming su Netflix l’11 aprile 2024 e in pochi giorni è salita in vetta delle produzioni seriali più apprezzate dal pubblico. Si ispira all’esperienza dell’attore comico e scrittore scozzese Richard Gadd, vittima di una giovane stalker, e dei suoi stati d’animo pieni di angoscia e tensione, come si può vedere nel trailer su Youtube e sulla pagina ufficiale della piattaforma.
Il suo titolo è “Baby Reindeer”, questa la sinossi ufficiale: “Quando un comico in difficoltà si dimostra gentile nei confronti di una donna vulnerabile, scatena un’ossessione soffocante che minaccia di distruggere entrambe le loro vite”.
Diretta da Weronika Tofilska e prodotta da Matthew Mulot, interpretata in prima persona dallo stesso protagonista della vicenda, Richard Gadd, sapientemente affiancato da una bravissima Jessica Gunning nei panni della stalker, questa produzione ha raggiunto il cuore della gente proprio perché vera e sincera in ogni sua declinazione.
Il coraggio dell’artista, capace di sfidare i propri sensi di colpa e la vergogna personale, gli fa sviscerare la sua storia in ogni singolo dettaglio. Scrivere per guarire, insomma. Un’opera diversa dalle altre, un prodotto unico, una vicenda torbida che dal privato arriva al pubblico per mano della vittima stessa.
Un altro aspetto che cattura l’interesse è che l’oggetto delle persecuzioni e dell’ossessione sia un uomo e non una donna come più spesso si vede in televisione. Un uomo che si mette a nudo, che mostra tutta la propria fragilità, tutta la sua paura, mettendo in scena uno dei maggiori traumi della sua esistenza. Con l’obiettivo della guarigione personale, ma anche con l’intento di dare un segnale forte e di coraggio allo spettatore che vive situazioni analoghe.
La narrazione descrive tutta l’invasione nella vita privata subìta dall’attore, che gli ha procurato istinti auto-distruttivi, depressione e infinito senso di disperazione durati per oltre quattro anni.
Quantificando, si parla di cifre sconcertanti: 41.071 e-mail, 350 ore di messaggi vocali,744 tweet, 46 messaggi su Facebook prima che fosse bloccata e 106 pagine di lettere, oltre a chiamate e persecuzioni nei confronti dei genitori e dell’ex fidanzata, all’aggressione alla donna trans che l’attore stava frequentando, appostamenti quotidiani presso l’abitazione e incursioni nei club dove Gadd provava a esibirsi come stand-up comedian.
Ma anche regali, come una renna giocattolo (da cui il titolo “baby reindeer”), sonniferi, un cappello di lana, boxer. Una vera persecuzione, durata molto più del dovuto anche a causa dell’inefficacia dell’intervento della polizia.
Questa miniserie su Netflix, dunque, è caratterizzata da una trama molto forte e sicuramente le sue dinamiche drammatiche psicologiche rendono facile l’empatia con lo spettatore, che resta in attesa degli eventi con incredulità e angoscia.
E la trama racconta per filo e per segno tutti quei giorni di disperazione di Richard Gadd, con una descrizione dei fatti e dei particolari e una drammaticità e profondità interpretativa che solo chi ha vissuto sulla propria pelle certe esperienze riesce a far rivivere.
L’apprezzamento del Web è molto elevato: 91% di gradimento su Google; 8,3 su 10 sul sito IMDb; 100% di recensioni positive su Rotten Tomatoes con un audience score dell’88%. Un prodotto su Netflix, dunque, che da ogni lato lo si guardi pare richiamare l’attenzione del pubblico e far convergere i giudizi nella direzione dell’apprezzamento.
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