Su Netflix c’è un western crudo e avvincente che esplora le violenze e le tensioni nel selvaggio West, tra vendetta, sopravvivenza e storie dimenticate.

Nel cuore del selvaggio West, dove la legge non è altro che una parola vuota e la sopravvivenza è una lotta quotidiana, si intrecciano le vite di coloni, nativi e una comunità mormona. Ecco l’ambientazione coinvolgente di una nuova miniserie di Netflix per gli amanti del genere western e drammatico.

Tra scontri violenti e tradimenti, una tragica vicenda storica emerge dalle ombre del passato. Un viaggio di vendetta e speranza che porta lo spettatore nel cuore di un conflitto che segnerà per sempre il destino di molte persone, rivelando le storie dimenticate e le scelte che hanno plasmato un’intera nazione.

Si intitola “American Primeval”, creata da Mark L. Smith e diretta da Peter Berg, divisa in sei episodi presenti in piattaforma da gennaio 2025. Ambientata nel 1857 nello Utah, questa produzione esplora le tensioni tra i mormoni e il governo degli Stati Uniti, culminate poi in un tragico massacro.

La trama segue Sara Rowell (interpretata da Betty Gilpin di “Glow”) e suo figlio Devin nel loro viaggio verso il Territorio dello Utah per ricongiungersi al marito. Durante il percorso, si imbattono in personaggi come Jim Bridger (interpretato da Shea Whigham, “Tigerland”), un esploratore che funge da testimone degli eventi, e Isaac Reed (interpretato da Taylor Kitsch), un uomo cresciuto dalla tribù Shoshone.

Il cuore pulsante della narrazione è il massacro di Mountain Meadows, un tragico evento storico in cui oltre 120 coloni furono uccisi dalla Legione di Nauvoo, la milizia mormone, con il supporto di alcuni guerrieri Paiute. La miniserie disponibile in streaming esplora dunque le tensioni tra i mormoni, il governo degli Stati Uniti e le tribù indigene, dipingendo un quadro complesso e spietato del periodo.

La narrazione evidenzia come la costruzione del West sia stata segnata da violenza, tradimenti e ambizioni personali, piuttosto che da un nobile senso di avventura. Non ci sono eroi o villain definitivi: ogni fazione ha le proprie ragioni e i propri orrori.

La critica in linea generale ha elogiato questa miniserie Netflix per la sua autenticità e le performance degli attori. Tuttavia, ha suscitato anche alcune polemiche all’interno della comunità mormone, che ha criticato la rappresentazione degli eventi storici e l’accuratezza della narrazione.

Per quanto riguarda invece la valutazione dal web, “American Primeval” presenta giudizi positivi da parte degli utenti di Google pari all’85%, sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes pari al 69%, mentre su IMDb il punteggio è 8,1 su 10. Come si evince anche nel trailer ufficiale su Youtube, questa produzione seriale si distingue per il suo realismo brutale.

È necessario dimenticare gli eroi dal cuore d’oro e i pistoleri dal codice morale inflessibile: qui ogni personaggio è mosso dalla necessità di sopravvivere in un mondo che non lascia spazio alla debolezza. Non a caso anche la regia enfatizza la violenza della vita di frontiera, alternando momenti di spettacolare bellezza naturale a sequenze di combattimenti brutali e sanguinosi.

Se il mito della frontiera americana è stato raccontato innumerevoli volte sul grande e piccolo schermo, questa nuova miniserie western di Netflix sceglie un approccio crudo e viscerale, spogliando il racconto di qualsiasi idealizzazione. Con la disperata lotta per la sopravvivenza di chi cercava di costruire una nuova vita in un territorio ostile.

Un prodotto ideale per chi ama i western realistici, le storie di sopravvivenza e i drammi storici intensi.

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