Scopri la recensione e guarda il trailer di una serie drammatica spagnola in streaming su Netflix, tratta da un romanzo, e ispirata da una storia vera.
L’annoso e delicato tema della violenza di genere è raccontato con fermezza e intensità in una nuova serie su Netflix disponibile in streaming da fine maggio 2024. Suddivisa in otto episodi, adatta per il piccolo schermo il romanzo dello scrittore spagnolo Miguel Sàez Carral che, attraverso lo sguardo delle sue protagoniste, mostra i diversi modi in cui la violenza penetra nella vita di una donna e come si possa generare un tipo di solidarietà femminile salvifica.
Si intitola “Ni una mas”, il cui incipit recita: “In questa scuola si nasconde uno stupratore”. Ecco una miniserie che è soprattutto un coraggioso atto di denuncia pubblica, e che coinvolge lo spettatore attraverso una linea narrativa che procede a ritroso per rispondere alla domanda.
Quello che ne scaturisce è una drammatica verità, ovvero come la violenza possa provenire proprio da qualcuno di conosciuto e di fidato. “Non una di meno”: un titolo che vuole urlare al mondo che è necessaria la voce di tutte per contrastare un fenomeno sociale drammatico e purtroppo sempre attuale.
La serie presenta diverse analogie con le storie, realmente accadute, di Daisy Coleman e Chanel Miller. Daisy Coleman era stata violentata dal diciassettenne Matthew Barnett durante una festa quando aveva solo 14 anni. Aveva poi denunciato pubblicamente la violenza nel 2012. Chanel Miller aveva subito un tentato stupro nel 2015, all’età di 22 anni, alla festa di una confraternita universitaria. Ancora oggi continua a portare avanti la sua testimonianza, affinché ciò che è accaduto a lei non si ripeta più.
Questa miniserie su Netflix parla di violenza fisica con un linguaggio diretto e senza troppi giri di parole. Argomenti scottanti sono l’educazione sessuale, la pornografia online, la condivisione non consensuale di materiale intimo, e si sviluppano in un ambiente scolastico che sfrutta anche le caratteristiche tipiche del teen drama.
Grazie anche al suo cast di giovanissimi e talentuosi attori e attrici (Nicole Wallace, Clara Galle, Gabriel Guevara, Aicha Villaverde), la serie risulta credibile e l’onestà con cui racconta argomenti delicati è un suo grande merito. Obiettivo finale è contribuire a una presa di coscienza su argomentazioni molto forti e drammaticamente attuali.
Così come si può osservare attraverso il trailer, disponibile anche sulla piattaforma YouTube, oltre che sulla pagina ufficiale di Netflix. Qui già si può notare come la fotografia e la scelta delle location contribuiscano a creare un’atmosfera opprimente. Quella raccontata non è la Spagna del sole, della siesta e dell’allegria.
Per quanto riguarda il gradimento da parte del pubblico del Web, questa miniserie detiene un punteggio dell’84% su Google, mentre su IMDb ha una valutazione di 7,2 su 10. Le recensioni positive hanno come punto in comune la capacità della regia di tenere alta la tensione narrativa, grazie all’altalenarsi di eventi passati e presenti attraverso una struttura non lineare.
La trama vede al centro la storia di Alma, studentessa diciassettenne che sta per terminare il liceo e che diventa vittima di uno stupro, difficile da raccontare e ancora più difficile da far credere.
Ma accanto a lei ci sono altre donne: Vero, la madre, che vive un rapporto difficile con il marito, frustrato e violento; Nata chiusa in una relazione tossica con Alberto; Greta che non riesce a vivere alla luce del sole la sua omosessualità.
Tutte queste storie raccontano con grande verità espressiva come le donne subiscano quotidianamente violenze di ogni genere: fisica, emotiva, psicologica ed economica. Attraverso le loro storie, tutte documentate nell’account @iam_colemanmiller, il pubblico comprenderà i tremendi orrori che si celano dietro un’apparente esistenza di tranquillità.
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