Scopri la recensione e guarda il trailer di una miniserie drammatica su Netflix che esplora i temi dell’identità, dell’amicizia e dei fantasmi del passato.
Per gli amanti delle storie che indagano profondamente l’animo umano e i suoi dolori irrisolti, c’è una miniserie su Netflix che si compone di soli sei episodi che scorrono in maniera veloce e sono molto godibili per lo spettatore. Si tratta di un dramma emozionante e complesso, che affronta in maniera molto lucida argomenti delicati.
Fantasmi del passato che ritornano nel presente, disturbandolo e sconvolgendolo; amicizia e tradimenti; accettazione di sé e identità; cambiamento e coraggio. Si intitola “La vita che volevi”, disponibile da maggio 2024 in streaming su Netflix, prodotta da Banijay Studios Italy e diretta da Ivan Cotroneo (già sceneggiatore di film di successo come “Mine vaganti”).
Protagonista Vittoria Schisano, capace di trasmettere con intensità la complessità interiore del suo personaggio, una donna forte ma vulnerabile, che vive ormai la sua vita dopo la transizione di genere sempre in lotta per tenere insieme i pezzi della sua identità fragile. Accanto a lei, Giuseppe Zeno (“Blanca”, “Luce dei tuoi occhi”) e Pina Turco (“Gomorra – La serie”, “La vita Bugiarda degli adulti“, “Un posto al sole”).
Le ambientazioni di questa storia d’amore e di coraggio si dividono tra Napoli, Lecce e il Salento, con i loro paesaggi caldi e accoglienti anche dal punto di vista emotivo.
Guardando al gradimento del pubblico, possiamo notare come gli utenti di Google abbiano apprezzato la serie con una percentuale dell’85%, mentre molto visualizzato è il trailer ufficiale presente anche su Youtube con oltre 38 mila views in circa due mesi dalla pubblicazione.
Questa produzione seriale su Netflix vuole rappresentare il tentativo di raccontare una storia di legami, di ricordi e di rimpianti, in cui il tema dell’identità transgender è sicuramente predominante, ma non è il principale motivo per la vita della protagonista è interessante da scoprire e da amare.
“Volevamo raccontare la storia di una donna che aveva fatto un percorso di transizione”, ha raccontato il regista Cotroneo. “Una donna Amab (Assigned Male At Birth, ovvero maschio assegnato alla nascita), nata in un corpo maschile, anche per sfatare una serie di luoghi comuni sulle persone transgender”. Scegliere Vittoria Schisano per il ruolo ha dato alla storia un senso di autenticità e di verità. Anche perché, in Gloria, l’attrice si è rivista molto.
È anche questo il motivo per il quale questa serie, già a poco tempo dalla sua uscita, ha ricevuto molte recensioni positive. Quello che si percepisce è un dolore reale e l’interpretazione è profondamente sentita.
La trama segue la vita di Gloria, una donna che sembra aver trovato la felicità a Lecce, luogo nel quale ha trovato finalmente se stessa e in cui è riuscita a creare un’attività imprenditoriale tutta sua. Qui ha infatti aperto una piccola agenzia turistica e vive la sua storia d’amore con Ernesto. Il suo equilibrio è però destinato a diventare precario quando torna nuovamente nella sua vita Marina, una vecchia amica dell’università conosciuta prima che Gloria iniziasse il suo percorso di transizione di genere.
La donna si porta dietro diversi segreti e non pochi problemi, mettendo a rischio la nuova vita che Gloria ha difficilmente costruito. La situazione si complica ulteriormente con l’arrivo del suo ex compagno, Sergio, padre della piccola Arianna, e di Pietro, il padre del terzo figlio di Marina, una persona molto aggressiva e potenzialmente pericolosa.
Ogni episodio svela nuovi dettagli sui segreti di Marina e sul passato di Gloria, creando un crescendo di tensione e portando con sé non poche rivelazioni.
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