Cerchi una serie thriller da guardare su Netflix? Allora non puoi farti scappare Mindhunter una storia vera ricca di suspense e colpi di scena.
Due stagioni ispirate al libro scritto nientedimeno che dal fondatore dell’FBI, John Edward Douglas, e assolutamente da vedere.
Mindhunter su Netflix ti terrà incollato al divano fino all’ultimo episodio, conducendoti alla ricerca dei più spietati serial killer statunitensi.
Il titolo significa letteralmente “cacciatore di menti”, ed è basato sull’omonimo testo di chi ha dato il via al lavoro del profiler, Mindhunter: Inside the FBI’s Elite Serial Crime Unit (tradotto in italiano come Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano).
Protagonista della serie è Jonathan Groff che, dopo essersi fatto conoscere per le sue doti brillanti anche di cantante (soprattutto nel ruolo di Jesse St. James in Glee e a Broadway nel musical Spring Awakening) dà qui buona prova delle sue skill drammatiche.
Interpretando il personaggio di Holden Ford in Mindhunter, ispirato proprio all’ex agente speciale John E. Douglas, ha vinto anche un Satellite Award come “Miglior attore in una serie drammatica”.
Spalla del protagonista è Bill Tench, interpretato da Holt McCallany. Anche la scrittura di questo personaggio è basata sul lavoro di un uomo realmente esistito: Robert Ressler, agente segreto e criminologo statunitense, ex agente dell’FBI nonché uno dei primi criminal profiler statunitensi.
Ad aiutare la coppia di agenti ci sarà la dottoressa Wendy Carr, interpretata da Anna Torv (già nota al pubblico delle serie tv per il ruolo di Olivia Dunham in Fringe).
Apprezzatissime dalla critica, amate dal pubblico, le 19 puntate di Mindhunter contano sulla regia di importantissimi nomi del panorama cinematografico statunitense.
Quasi tutte sono girate da David Fincher, considerato uno dei più capaci e poliedrici cineasti statunitensi della sua generazione. Tra le sue opere principali si ricordano Alien, Fight Club, Seven, The Social Network (per il quale ha vinto il Golden Globe per la miglior regia) e Il curioso caso di Benjamin Button (una delle sue tre candidature all’Oscar).
Quando Fincher passa il testimone, dietro la macchina da presa troviamo Asif Kapadia, regista di splendidi documentari a tema sportivo, come Senna e Diego Maradona, oppure Andrew Dominik, attualmente sulla bocca di tutti per il film-scandalo Blonde.
Qual è, quindi, la storia alla base di Mindhunter?
Mindhunter
Guarda il trailer e leggi la trama
È il 1977. Siamo a Braddock, cittadina della Pennsylvania.
L’agente speciale dell’FBI Holden Ford, anche docente di “Negoziazione di ostaggi”, viene chiamato per fornire consulenza ad un caso molto difficile.
Un uomo chiamato Cody Miller ha preso in ostaggio cinque persone. L’uomo è come impazzito: afferma di essere invisibile, ed è armato.
Nonostante l’esito di questo caso sia considerato positivo per i superiori, Holden Ford sente che il suo lavoro ha bisogno di una spinta ulteriore.
È convinto che le conoscenze della mentalità criminale vadano ampliate, studiate e catalogate in modo accademico, ma la visione “psicologica” non è ben vista all’interno del Bureau perché fonte di grande scetticismo.
In particolare i poliziotti “semplici”, che pattugliano le strade ogni giorno e sono i primi ad intervenire in caso di reato, non sono per nulla convinti da questa nuova visione, che quasi sembra “giustificare” i criminali e non può essere applicata in modo automatico.
L’unico che sembra concordare con la visione di Ford è Bill Tench, del reparto scienze comportamentali.
I due cominciano a girare le prigioni ed intervistare i più crudeli serial killer americani, come Charles Manson, per provare la loro teoria, ovvero che “le circostanze influenzano il comportamento”.
Contemporaneamente, lavorano alla soluzione di efferati omicidi….
Vuoi entrare insieme a loro nella mente dei più terribili assassini d’America?
Puoi farlo solo guardando Mindhunter su Netflix.
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