Un fatto di cronaca nera che sconvolse l’Italia negli anni Settanta raccontato oggi da Paramount+ nella sua prima serie tv original di genere thriller.
Un racconto spiazzante, che lascia disarmati davanti a tanta brutalità. Una terribile pagina della cronaca nera che avvolse tutti nello sgomento più profondo. Chi avrebbe mai potuto immaginare che potesse accadere tutto ciò? Che un gruppetto di apparentemente normalissimi ed educatissimi ragazzi della “Roma bene” fosse capace di arrivare a tanto?
Uno dei casi giuridici più spiazzanti della storia italiana non poteva non tramutarsi in una serie tv.
Parliamo di “Circeo”, che racconta la strage avvenuta nel 1975 e, soprattutto, il relativo processo che vide imputati i carnefici di quegli atroci gesti. In quella circostanza perse la vita la giovane Rosaria Lopez e quell’esperienza traumatica segnò per sempre Donatella Colasanti, la sopravvissuta, colei che si batté poi per far valere i diritti di tutte quelle donne legate a destini simili al suo e della sua amica e, in generale, divenuta simbolo delle lotte del movimento femminista.
La serie tv fa parte dell’offerta di debutto di Paramount+, che ha raggiunto anche l’Italia nell’autunno 2022, e compare fin dal suo esordio nel catalogo della nota piattaforma di streaming.
La Serie Tv Paramount Plus Original ripercorre le delicatissime fasi del processo di una storia rimasta nell’immaginario collettivo nazionale raggiungendo chi vuole seguire una produzione nuova e avvincente, basata su uno stile narrativo di genere thriller fondato su una storia vera.
“Circeo” vanta nomi importanti legati al mondo delle serie televisive italiane. Nei panni dell’avvocata difensore che narrerà i fatti e si batterà per la causa, Teresa Capogrossi, c’è Greta Scarano, già molto nota per “Squadra antimafia”, “La linea verticale”, “Speravo de morì prima”, “Chiamami ancora amore”.
Con lei in tribunale l’avvocata Tina Lagostena Bassi, impegnata in prima fila per cambiare la legge sulla violenza sessuale sulle donne, interpretata da Pia Lanciotti, che ha recitato in “Doc-Nelle tue mani”, “Il processo”, “Mare fuori” e “La porta rossa”, e Fausto Tarsitano, avvocato penalista per cui lavora Teresa, storico legale della Cgil e dell’Unità, personaggio cui dà vita Enrico Ianniello, famoso per essere fin dalla prima stagione nel cast di “Un Passo dal Cielo”.
Nei panni delle povere protagoniste della drammatica vicenda, Ambrosia Caldarelli, che ha già recitato in tv nella miniserie “Vivi e lascia vivere”, e Adalgisa Manfrida, che preso parte alla serie tv “Luna Nera”.
Circeo
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E’ il 1975, siamo a Roma. Le due amiche poco più che adolescenti Donatella Colasanti e Rosaria Lopez conoscono due ragazzi della cosiddetta “Roma bene” e si iniziano a frequentare. Accecate da tanta educazione e modi gentili, accettano di accompagnarli a una festa al mare, in una casa sul Circeo.
Non avrebbero mai potuto immaginare quella gita in cosa si sarebbe potuta trasformare. Un’uscita con dei giovani universitari apparentemente impegnati e normalissimi, sarebbe poi diventata il loro più grande incubo.
Sequestrate, sottoposte alle peggiori brutalità, picchiate e violentate per ore, vengono infine rinchiuse nel bagagliaio di una macchina perché credute entrambe morte.
Il mese di ottobre si apre con una notizia agghiacciate su tutti i media: in un’auto a viale Pola sono state trovate due ragazze nude e avvolte nelle coperte. Una è morta. L’altra è viva. Il processo che ne segue viene raccontato quotidianamente da tutti i giornali nazionali con un seguito davvero enorme.
Donne da ogni angolo del Paese si presentano al tribunale di Latina per sostenere Donatella e assicurarsi che gli assassini siano condannati all’ergastolo. Da quel momento, infatti, la giovane donna diventa un simbolo del movimento femminista. Non combatte più solo per lei, profondamente e inevitabilmente provata senza speranza di poterne mai uscire da un incubo troppo viscerale. Ma è la lotta per tutte le donne che si sono trovate e si trovano nella medesima situazione.
Ciò che è da fare è importante: cambiare la legge e la mentalità di un Paese in cui lo stupro non è considerato un crimine contro la persona, ma un’offesa alla pubblica morale.
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