Su Raiplay c’è il film “7 minuti” di Michele Placido che racconta il mondo del lavoro con gli occhi di un gruppo di operaie messe spalle al muro dalla nuova proprietà.
Un’azienda tessile viene acquistata da una multinazionale francese e alle operaie viene chiesto di firmare una particolare clausola, che prevede la riduzione di 7 minuti dell’orario di pranzo. La nuova proprietà non minaccia tagli e licenziamenti, ma la richiesta costringerà tutte le lavoratrici ad una profonda riflessione interna che porterà a momenti di attrito e divisione.
È questa la storia di “7 minuti”, film di Michele Placido, disponibile in streaming su Raiplay, che nel cast annovera tra gli interpreti oltre allo stesso regista anche Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini, Donato Placido, Gerardo Amato, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido, Ottavia Piccolo.
Difendere il contratto o conservare il posto di lavoro
Nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, dovranno decidere, per se stesse e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare o meno la richiesta dell’azienda.
Una concessione, è questo che emerge dai racconti delle protagoniste che si intrecciano in sussulti di passioni, rabbia e frustrazioni, che aprirebbe una breccia molto pericolosa, in un mondo del lavoro dove abbassare la guardia, anche solo per un attimo, può risultare fatale.
Il film racconta uno spaccato molto attuale del tessuto produttivo italiano, sempre più nelle mani di multinazionali e gruppi esteri che, senza un collegamento diretto con il territorio, gestiscono le proprie aziende rispondendo a parametri esclusivamente economico-finanziari.
La maternità resta un rischio per le lavoratrici
Sullo sfondo le vite delle protagoniste, attraversate da complesse vicende personali, quali la mancata denuncia di molestie sessuali sul posto di lavoro, la disabilità, la maternità, il peso del mantenimento di una famiglia con uno stipendio da operaio che costringe ad accettare tagli al contratto ed altre limitazioni al godimento dei propri diritti.
Il film proposto in streaming da Rai Play fotografa il mondo del lavoro italiano con gli occhi delle donne, costrette ancora oggi ad accettare compromessi che, non di rado, mettono in discussione quanto previsto da contratti di lavoro regolarmente sottoscritti.
Una semplice maternità diventa allora un peso da portare avanti con fatica, un fardello che rischia di cancellare prospettive e posti di lavoro.
Le molestie sul lavoro e il silenzio come soluzione
Così come neanche una disabilità mette spesso al riparo da vessazioni. Il silenzio, la paura di denunciare una molestia subita dal datore di lavoro è l’altro caso, decisamente attuale, che emerge nel corso della visione.
Alzare la testa, urlare contro il sopruso diventa infatti un rischio troppo alto, che costringe tante donne a chiudere gli occhi e a provare a dimenticare, pur di conservare il proprio posto di lavoro e una irrinunciabile autonomia economica.
Il film si svolge nell’arco di un’intera giornata, partendo dalla routine mattutina delle protagoniste e arrivando alla sera, quando finalmente le operaie arriveranno ad una decisione non senza difficoltà.
In mezzo le paure, le angosce, ma anche la voglia di condivisione e cooperazione, che anima le protagoniste, costrette a fare i conti con la propria vita e i propri sogni per scegliere la soluzione meno dolorosa.